Capello: "Roma il posto più difficile in cui ho lavorato, bisognava partire da zero. Gasperini? È entrato nel mondo giallorosso a piedi pari" (VIDEO)

29/09/2025 alle 11:11.
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SUPERNOVA - Fabio Capello, ex allenatore della Roma, è stato invitato come ospite al podcast di Alessandro Cattelan e tra i vari temi trattati si è soffermato sulla sua avventura nella Capitale e sul lavoro di Gian Piero Gasperini sulla panchina giallorossa. Ecco le sue dichiarazioni.

C'è qualche allenatore italiano che ha raccolto il suo modo di approcciare i giocatori e l'allenamento?
"Dall'esigenza che vedo che mantiene in tutte le squadre in cui è andato, Gasperini secondo me è uno di quelli un po' come me, molto mirato nell'ottenere dai giocatori le cose che lui pensa siano importanti per la squadra. Lo dico perché finché era all'Atalanta era in un posto per certi aspetti "comodo". Conoscendo la difficoltà di Roma è entrato a pie' pari e si vedono già i primi risultati, mi sembra positivo".

Il tuo periodo a Roma?
"Lì c'è un altro modo di pensare, fare e lavorare. Roma è stato il posto più difficile in cui ho lavorato. Quando alleni Juventus e Milan devi solo allenare e vincere, alla Roma arrivi e devi partire da zero. C'erano tante cose da fare, la mentalità, il modo di fare, il centro sportivo... C'erano mille cose, ho fatto mettere anche i parcheggi perché parcheggiavano a mucchio".

Alla Roma c'era anche un giovane De Rossi...
"Nel primo approccio avevo sbagliato a giudicarlo. Lui e Aquilani facevano parte della Primavera e si allenavano con noi. A me sembrava che Aquilani avesse qualcosa in più dal punto di vista della qualità. Poi giochiamo in Coppa Italia contro la Triestina, lo faccio esordire all'Olimpico ma fa soltanto passaggini in modo timido. All'intervallo gli dico: 'Gioca normale, non fa niente se sbagli. Sei capace, sei bravo!'. Torniamo in campo e continua a giocare uguale, quindi faccio entrare De Rossi e lui gioca come faceva in allenamento. Ho capito che a De Rossi non serviva fare esperienze altrove ed è rimasto a Roma, mentre Aquilani andò in prestito alla Triestina".

De Rossi mi disse che lei lo punzecchiava spesso. Per farsi notare da lei mi raccontò che durante un ritiro in cui faceva caldissimo non beveva durante le pause...
"E invece doveva bere (ride, ndr)".