TOTTI: "Speravo restasse Ranieri. Boskov, Mazzone e Zeman i miei migliori allenatori"

04/05/2025 alle 23:10.
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CANALE NOVE - Nella trasmissione 'Che tempo che fa', condotta da Fabio Fazio, tra gli ospiti c'è stato anche Francesco Totti che ha raccontato come la sua vita, per alcuni aspetti, non sia cambiata dopo aver chiuso la carriera da calciatore: "Io che cammino tranquillo a Roma? E' impossibile ancora, speravo che una volta smesso... invece niente. Se è finita con la carriera? Sì assolutamente, ora giro il mondo. Aiutare a casa la mia compagna? Sì, io faccio la spesa e metto a posto la roba quando torno a casa. Comunque o giro il mondo o faccio la spesa, eh. Io sono una persona normale come tutte le altre".

Ha continuato: "Quando vado in Cina è peggio. Quel paese è stressante perché sono tanti e sono ovunque, anche quando apri la porta del bagno. In qualsiasi momento del giorno ti sono addosso. Però sono piacevoli, sono i numeri uno".

Quindi i momenti alla Roma: "I gol? Li ho rivisti tante volte. Ho coronato il mio sogno, la cosa più bella, di stare alla Roma per sempre. Mi manca tanto giocare, oggi gioco a calciotto, ho accorciato il campo. La passione non si spegnerà mai". Così Totti racconta il suo esordio da raccattapalle: "Mi sono fatto i soldi al Flaminio perché quando un giocatore avversario andava a calciare un angolo gli tiravano i gettoni. Io li raccoglievo e una ventina di mila lire me le facevo tranquillamente a ogni partita. Io poi cominciai alla Lodigiani, un giorno il presidente chiamò i miei genitori e gli disse che avevo due opzioni: Roma o Lazio. Mio fratello diede i calci sotto il tavolo a mia madre che ovviamente scelse Roma".

Poi, il 17 giugno 2001: "E' una data che non posso dimenticare, quella dello scudetto. Andai in giro per Roma con il casco integrale per godermi la festa. Una sudata... Ma a Roma si festeggiò per tanti giorni quella vittoria, anzi a dire la verità ancora si festeggia".

Sul momento attuale della Roma: "Fino alla fine non parlo per scaramanzia. Ranieri va via? Penso di sì anche se speravo che rimanesse. Avrà le sue ragioni ma ha fatto quello che doveva fare. Io allenatore? Mai, non ce la faccio. Caratterialmente sono troppo istintivo e rosicone, pure permaloso. L'allenatore non deve essere rosicone anche perché sei uno contro trenta e dopo una settimana o mandano via loro o vado via io. E conosco la materia, fidati. Se con me era facile fare l'allenatore? Mica tanto...Con Spalletti mi sono trovato bene, gli ultimi anni sono stati burrascosi. Mi è dispiaciuto solo il modo. Ma alla fine abbiamo fatto pace e sono stato molto contento. I migliori? Boskov, Mazzone e Zeman".

Il ricordo dei suoi memorabili cucchiai: "Il gesto era bello. Se ci pensavo? No, è istinto. Il genio non pensa, al massimo riguarda". Quindi un'opinione sulla Nazionale italiana: "La Nazionale attuale vive di alti e bassi, speriamo che con Luciano possa risollevarsi. Buffon? Gigi è il numero uno. La finale mondiale contro la Francia? La notte prima giocai a carte con Gattuso, sembravamo due matti. Chi vinse? Diciamo che avevamo pareggiato. I francesi avevano dormito? Beh, visto che è andata hanno fatto bene, no? La vittoria a Berlino è stata un'emozione forte. Purtroppo tutti questi anni sono volati. Come sto adesso? Sono molto felice".

Infine, Totti ha raccontato la pericolosa esperienza alle Maldive con gli squali: "Ci hanno portato a fare snorkeling in questo posto e poi quando sono arrivati gli squali ci hanno detto: "Tranquilli, non mozzicano". Io poi li ho insultati. Poi mi dicevano: "Tieni su le mani sennò ti mangiano le dita". Ti rendi conto che vacanza? Avevo pure pagato per fare questa escursione...".

Chiusura sull'ultimo viaggio in Russia che ha scaturito alcune polemiche: "Sono andato lì perché mi hanno invitato. Era un evento di sport e ci sono andato, cosa c'è di male? Perché non dovevo? Sono andato anche da altre parti, mica solo lì".

Chi vince il campionato? Risposta: "Lo so ma non lo dico perché loro sono molto scaramantici. Certo però che ormai bisogna essere realisti...".