Tiago Pinto: "Roma un posto speciale, qui al Bournemouth però posso pianificare con tempo. Svilar il mio 'golden boy', Dybala il colpo del cuore". Huijsen: "Ho imparato molto da Mancini e Bremer"

08/05/2025 alle 13:43.
tiago-huijsen

All'interno del documentario 'Bournemouth, don’t call it Cinderella anymore', il sito dell'esperto di calciomercato ha realizzato un'intervista a Tiago Pinto, 'President of football operations' del club inglese. Questo il racconto dell'ex General Manager della Roma: "In Inghilterra ma soprattutto qui a Bournemouth ho ritrovato la capacità di pianificare con tempo, avere una strategia chiara nel reclutamento e nel calcio che dobbiamo giocare. Invece alla Roma e al Benfica la pressione mediatica da parte dei tifosi e della stampa – e nel Benfica anche per le elezioni – cambia il fatto di voler fare le cose con strategia".

Il suo racconto dell'esperienza a Roma: "Nell’avventura a Roma sono cresciuto molto come direttore sportivo". Dell’Italia ci tiene a nominare tanti colleghi: "Mi ha fatto molto piacere lavorare in Italia con grandi DS come Paolo Maldini, Massara, Ausilio, Pantaleo Corvino, che è un mio amico e mi ha tanto aiutato".

"Un posto speciale", così definisce Roma. "Nei tre anni in cui sono stato lì non sono mai stato uno che parlava molto dei tifosi ma quello che mi manca veramente sono loro - dice il dirigente portoghese -. Penso sia impossibile vivere in un altro stadio ciò che ho trovato in quello stadio. La passione che i tifosi hanno per la squadra è una roba da brividi. Io scherzo un po’ con i miei amici del Benfica, loro sostengono che i tifosi del Benfica siano i migliori al mondo, io rispondo che lo pensano solo perché non sono mai stati a Roma".

Alla Roma Tiago Pinto è riuscito a portare a parametro zero l’attuale portiere giallorosso, Mile Svilar. Il racconto: "Mile è un ragazzo molto speciale. Tutti gli allenatori dei portieri con cui lui ha lavorato mi hanno sempre detto che lui era il migliore mai avuto. Tutti i giocatori che hanno giocato con Mile e tutti gli allenatori che lo hanno allenato mi hanno ripetuto lo stesso. Gli mancava il ‘click’. Perché chi lo vedeva in allenamento si rendeva subito conto che quel ragazzo non era normale".

Svilar si trasferì al Benfica due mesi dopo l’arrivo di Pinto, che non nasconde quanto sia ancora tutt’oggi legato al ragazzo: "Quando vedo le parate che fa, mi emoziono. A Benfica lo chiamavo ‘il mio Golden boy’". A chi vanno i meriti della sua crescita? Pochi dubbi: "Tutto merito suo, io non c’entro nulla. Per me era ovvio che sarebbe diventato uno dei migliori del mondo ed era solo una questione di tempo".

Scegliere l’acquisto del cuore per Pinto è complicato: "È difficile perché ancora oggi mantengo i contatti con tutti i giocatori che ho preso. Lo faccio sia se hanno fatto bene sia se hanno fatto male".

Poi passa in rassegna alcuni dei suoi acquisti 'preferiti' a Roma: "Svilar, Ndicka, Aouar, Paredes. E non posso dimenticare il più grande di tutti, Dybala, che non posso non dire che è speciale. Lo guardi in allenamento, tocca il pallone e pensi: ‘Bingo’. Tutte le altre cose sono chiacchiere. Per me è difficile sceglierne uno ma se dovessi farlo, oltre Mile con cui ho un rapporto diverso, direi Paulo".

(gianlucadimarzio.com)

LEGGI L'INTERVISTA COMPLETA

Dallo stesso documentario, arrivano anche le parole di Huijsen, al Bournemouth e, come Tiago Pinto, passato per Roma anche se solo per una parentesi in prestito dal gennaio 2024 fino al termine della stagione. "Allegri, Mourinho e De Rossi sono speciali", le parole del difensore. Che poi aggiunge: "Calcisticamente ho imparato molto da Bremer e Mancini. Dybala e Lukaku sono insegnanti di vita".