
Il segnale di per sé è già chiaro: ingaggiare Gian Piero Gasperini significa rivoluzione. Non necessariamente sul mercato, piuttosto sui metodi di lavoro e di allenamento. Un tecnico esigente con la squadra ma anche con i vertici. Gasp ha bisogno di una società presente che lo ascolti, che lo spalleggi con i calciatori e lo assecondi, per quanto possibile, in fase di mercato, senza trovare alibi o scappatoie. (...) Ma ci sono dei rinforzi sui quali non può prescindere, ad esempio gli esterni di centrocampo del suo 3-4-2-1 che devono saper attaccare, difendere e soprattutto crossare con estrema precisione e velocità. Un elemento simile a Bellanova, molto rapido, capace di superare l'uomo e di percorrere tutta la fascia in progressione, efficace negli uno contro uno fisici. Oppure, come le qualità di Gosens, oggi alla Fiorentina ma uscito dalla scuola di Gasp. (...) E poi gli serve un centrocampista centrale che sappia impostare e verticalizzare, in questo caso può sfruttare più Koné di Paredes. (...) Resta, invece, un'incognita l'attaccante dato che Dovbyk è stato acquistato un anno fa e per lui sono stati spesi 40 milioni. Non sarà possibile spenderne altrettanti in questa stagione, a meno che Ghisolfi non riesca a cederlo. Solo allo-a potrebbero aprirsi nuovi scenari. Come quello di portare nella Capitale Retegui (seguito dalla Juventus), per il momento solo una suggestione perché strapparlo alla Dea significherebbe investire una cifra che la Roma faticherebbe a sostenere. (...) Davanti c'è pu-re il nodo Dybala, è il calciatore più pagato della rosa che rientrerà dall'infortunio a fine luglio. La Joya è unico nel suo genere, Gasp
lo conosce dai tempi del Palermo (era giovanissimo) e dovrà trovare la soluzione per non sprecare il suo talento dando, però, allo stesso tempo la possibilità di crescere a Soulé. Andrà definita anche la composizione della difesa, perché Gasperini vuole l'assicurazione che non vengano ceduti né Svilar né Ndicka e chiede un altro centrale. (...)
(Il Messaggero)