Collovati: "Roma-Milan? Sfida incerta, ma la Roma può arrivare quarta. Ranieri? Un santo, ha sistemato tutto"

18/05/2025 alle 15:24.
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In vista della sfida di Serie A tra Roma e Milan, l'ex difensore di entrambe le squadre e campione del Mondo 1982, Fulvio Collovati, è intervenuto ai microfoni ufficiali del club giallorosso per la rubrica "Serie A Preview". Collovati ha spaziato su diversi temi, dall'evoluzione del ruolo del difensore ai suoi ricordi in maglia romanista, fino a un'analisi approfondita del match e un elogio a Claudio Ranieri.

Interrogato sull'evoluzione dei difensori centrali, Collovati ha offerto una riflessione critica:
"Sai, adesso il ruolo di difensore è cambiato. Quello che si chiede al difensore di adesso è di costruire; ci sono degli slogan tipo 'la costruzione dal basso'... mi viene da ridere, scusami se uso questo termine. Mi viene da ridere quando penso che cinquant'anni fa ho avuto l'onore di giocare insieme a Gaetano Scirea, Franco Baresi... ti ricordi Agostino Di Bartolomei che faceva il libero? Ho giocato con l'Under 21 insieme ad Agostino. Per non parlare ancora prima di Beckenbauer... quelli prendevano il pallone, lo portavano, lo consegnavano al centravanti, per dire. La costruzione dal basso adesso... il problema è che costruiscono ma non sanno più fare il difensore, la realtà è questa. Gli insegnano a costruire, a passare il pallone al portiere, passarlo sempre orizzontale. A volte, io che commento, mi annoio pure; un calcio a volte prevedibile. Però non sanno stare vicino all'uomo. Stiamo assistendo a dei gol dove il centravanti dentro l'area si gira con una facilità, una tranquillità che ai nostri tempi non c'era, devo dire."

Ha poi aggiunto, sulla presunta abilità in costruzione dei difensori del passato:
"Fai conto che Scirea, per esempio, nell'Atalanta giocava centrocampista, poi ha assunto il ruolo di libero e ha arretrato un po' di più. Agostino, che era un mio grande amico, faceva il centrocampista, poi dopo, chiaramente avendo al suo fianco uno veloce, ha fatto il libero. Cioè, c'era un'affermazione di giocatori che avevano i piedi buoni, che erano ex mezzali, ex centrocampisti che poi sono andati a fare i liberi. L'altro giorno parlavo con uno dei responsabili del settore giovanile di una squadra del nord e mi diceva: 'Sai, noi insegniamo a costruire, a giocare, a impostare. Sempre più a livello di tattica, così, e sempre meno quello che una volta era anticipare, temporeggiare, saltare di testa, cercare la postura'. Tu hai parlato di postura: capire come affrontare un mancino, come affrontare un destro... perché sono tutti particolari che insegnavano ai ragazzi dei settori giovanili."

Sui suoi ricordi delle due stagioni vissute con la maglia della Roma:
"Meravigliose. Sai, ho fatto due anni a Roma e in quell'anno lì siamo arrivati terzi, vorrei ricordarlo. Soprattutto il primo anno, nel 1977-78, addirittura il presidente Viola a un certo punto pensava potessimo anche vincere lo scudetto. Però stiamo parlando di Juventus e Torino che, oggettivamente, erano più forti di noi. Ci siamo arrivati terzi perché eravamo lì vicini. Mi ricordo che siamo andati a giocare a Napoli, abbiamo pareggiato 1-1. Per cui ho dei ricordi meravigliosi. Immagina che quella non era una squadra debole, quella Roma lì: c'era Rudi Völler, ti ricordi? Il 'tedesco volante', 'tedesco vola sotto la curva vola'. C'era Rudi Völler, c'era Brunetto [Conti], che era come un fratello, che è qui a Trigoria – salutamelo tanto. Poi c'era Pruzzo, c'era Boniek, Sebino, che è un altro mio grande amico. Quella era una squadra, con gente come Cioffi, che sapeva difendersi. Il Barone Liedholm, due anni l'ho avuto, è uno di quelli che ha fatto la storia."

Sull'aver avuto Liedholm anche al Milan, ha aggiunto:
"L'avevo avuto al Milan, poi quando andai via andai all'Inter. Poi, di nuovo al Milan e alla Roma mi volle lui, mi ha chiamato. Insomma, è un allenatore che mi ha sempre insegnato a giocare a calcio, per cui quella Roma giocava a calcio."

Parlando delle differenze ambientali tra Roma e Milano, ha spiegato:
"La tifoseria a Roma si vive con più calore. Non che i tifosi del Milan siano freddi, ci mancherebbe altro, però è proprio un fatto caratteriale, un fatto di costume. A Roma, innanzitutto ai miei tempi c'erano le televisioni, i primi tempi delle televisioni private. Adesso ci sono le radio che spopolano, radio che condizionano... ci sono tredici radio che parlano di Roma. A Roma c'è una tifoseria molto più calda. Diciamo che Milano per anni ha vissuto la sfida con l'Inter, la sfida con la Juve... Insomma, a Roma tu sai perfettamente che la stracittadina con la Lazio è molto importante. Per cui si vive con un calore diverso, devo dire con molta onestà."

Un pensiero speciale è stato dedicato all'amico ed ex compagno Bruno Conti:
"A parte che noi abbiamo una chat, la chat dell'82, e ci sentiamo ancora, puntualmente ci facciamo gli auguri, chiediamo come stiamo. Ma Bruno è un fratello, torno a dire. Anche se non ci vediamo, lo considero un fratello perché, chiaro, lui è a Roma, io a Milano, ma abbiamo vissuto un'esperienza insieme straordinaria. È una persona straordinaria, torno a dire. Uno che io ho visto piangere, l'ho visto piangere per la Roma. E tieni presente che 'Marazico' – perché in quel Mondiale '82 l'hanno soprannominato Marazico, una via di mezzo tra Maradona e Zico – è stato uno dei migliori giocatori del Mondiale. Chiaramente, quando vinci un Mondiale, tutti entrano... come giustamente hai detto anche tu, anch'io sono entrato negli undici ideali del Mondiale. Però Marazico è Marazico: ha propiziato il primo gol di Paolo Rossi col Brasile, il lancio di esterno sinistro a Cabrini, Cabrini cross, Paolo Rossi gol di testa... è un gol che entra nella storia."

Passando all'analisi dell'imminente Roma-Milan, Collovati ha commentato lo stato di forma dei rossoneri:
"Il Bologna ha vinto di squadra, il Milan ha perso di squadra. Il Milan può sempre pensare di dare la palla a Leão e che Leão risolva i problemi, perché è vero che è un giocatore che può cambiare il ritmo, può cambiare l'aspetto di una partita, però poi la cosa finisce lì. Il Milan contro il Bologna si è rivelato il Milan di questa stagione: un Milan che anche nelle partite precedenti, è vero che aveva vinto, ma spesso partendo da una situazione di svantaggio e poi recuperando. Cioè, è un Milan costantemente in difficoltà, non si capisce bene nella fase difensiva. In attacco tu vedi che ha Jovic, Giroud e Abraham, però una volta gioca Jovic, una volta gioca Giroud, una volta gioca Abraham: non si capisce chi è il titolare. Per cui, non è solo colpa dell'allenatore, che ha indubbiamente le sue responsabilità, ma evidentemente è una squadra che il prossimo anno va rivoluzionata."

Sulla sfida specifica contro la Roma, reduce dalla sconfitta di Bergamo:
"La sfida è concepita proprio sotto quell'aspetto: la Roma deve assolutamente vincere perché, vincendo, ha delle possibilità di arrivare quarta. Se arriva quarta, la Roma va in Champions. Il Milan non può... è una sfida molto incerta, credimi, te lo dico con molta onestà. Incerta perché il Milan è stato contestato l'altro giorno, i tifosi hanno contestato gli allenamenti. Per cui, una squadra che è contestata è pronta a reagire, ma non so fino a che punto potrà farlo, perché poi i problemi tecnici e tattici ci sono. Però, per la Roma, che deve assolutamente vincere per poter ancora ambire al quarto posto, sarà una partita complicata per tutte e due, proprio per questo motivo. Io, francamente, te lo dico con molta onestà, non me la sento di fare pronostici. Solitamente li faccio e non mi tiro mai indietro, però, proprio in virtù delle ultime sconfitte delle due squadre – la Roma con l'Atalanta, il Milan con il Bologna – è una sfida molto incerta."

Infine, un elogio sentito per Claudio Ranieri:
"Innanzitutto ha carisma, è rispettato. Io in radio l'ho chiamato 'Santo Ranieri', nel senso che 19 risultati utili consecutivi sono una cosa incredibile. Se tu pensi alle diciotto partite precedenti, dici: 'Questo è un anno che poteva essere...'. Un anno eroico! A pensarci, 19 risultati utili consecutivi... cioè, la Roma ha fatto più punti della Juventus in quel periodo. Il problema della Roma è che non è partita bene, ha avuto problemi con gli allenatori. Poi è arrivato Claudio, che è un amico, e ha sistemato tutto perché ha carisma, ha esperienza, è rispettato dai giocatori, è rispettato dall'ambiente – dall'ambiente giallorosso che non è facile – e dalla società. Quando c'è rispetto da parte dei giocatori, vedi che alla fine non ci sono polemiche, i giocatori accettano di stare in panchina e, quando entrano, danno il massimo. Se non sei rispettato, nascono subito problemi all'interno."

Collovati ha poi concluso sull'addio di Ranieri a fine stagione:
"Mi dispiace solo che, quando gli ho fatto una domanda dicendogli 'Non capisco per quale motivo il prossimo anno non allenerai ancora la Roma', lui mi ha detto: 'Sarò in famiglia con mia moglie e bisogna anche accettare questo'."

(asroma.com)

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