Lazio, Lotito: "Derby? Mai fatto pronostici. Ci deve essere umiltà e conoscenza per raggiungere l'obiettivo"

13/04/2025 alle 16:20.
lotito-2020

PODCAST "UN CAFFÈ DA VANNI" - Claudio Lotito, presidente della Lazio, è intervenuto come ospite nel podcast e ha trattato numerose tematiche legate al calcio tra cui il Derby della Capitale in programma questa sera. Ecco le sue parole: “Non facciamo pronostici. Mai fatti. Ritengo che siano fuori luogo, sono troppo i fattori imponderabili che determinano il risultato. Io penso che alla base di tutto ci debba essere l’umiltà, la conoscenza dei mezzi e delle cose permettono di arrivare all’obiettivo tramite l’umiltà”.

Lo Scudetto?
“Voi pensate che lo scudetto sia un fatto matematico, oggi si pensa che più spendi e più vinci ma è una fesseria. Basta prendere ad esempio i Cosmos che era una squadra piena di campioni ma non ha mai vinto nulla. Quindi il tema è investire in modo oculato e in modo scientifico per raggiungere degli obiettivi. Io nel calcio ho preso la Salernitana in eccellenza e l’ho portata in Serie A, l’unico caso nel calcio italiano. In eccellenza pagai un contributo per farla ripescare in Serie D e ho vinto il campionato, sono andato in C2 ho vinto il campionato, sono andato in C1 ho vinto la Coppa Italia e il campionato, sono andato in Serie B e poi sono andato in A. La Lazio l’ho risanata e oggi ha 300 milioni di euro di patrimonio immobiliare ed è la società più patrimonializzata che c’è sul mercato. Io sto lavorando affinché lo scudetto non diventi un fenomeno sporadico ma diventi un sistema all’interno della Lazio. Io ho proceduto nel risanamento, oggi sto nella fase della crescita, non a caso sto costruendo l’Academy”.

Il futuro della Serie A?
“Voglio svelarvi un aspetto. Berlusconi spiegò di essersi interessato alla Lazio per una questione di ordine pubblico. Ci furono una serie di situazioni molto delicate. Aveva di me una grande stima, ritenendomi in grado di risolvere i problemi. Il problema del futuro del calcio passa attraverso alcune regole che sono state disattese. Quando sono entrato in Lega calcio tutti parlavano di chi avrebbe fatto il presidente. All’epoca c’erano 42 presidente tra Serie A e B. In un quadro di questo genere ho visto che il problema non era chi fa il presidente, ma che producevamo 1 miliardo e 200 milioni di debiti. E come si risolvono? Salary cup, defiscalizzazione, incremento dei ricavi e gestione delle spese. Sulla base di questo sono riuscito a fare un risanamento. Nei primi tre anni pagavo due squadre: quella che giocava, che ho fatto io comprando nove giocatori in un giorno, e quella che avevo ritirato. In quel periodo andai anche in Champions e ottenni una Coppa Italia. Quando sono entrato in federazione insieme a Tavecchio, avevo la delega alle riforme e ne ho fatte alcune fondamentali. Tra queste la goal line technology perché sono un uomo pratico. Abbiamo anche proposto il Var e, grazie ai rapporti di Tavecchio con il presidente della Fifa, siamo stati i primi a sperimentarlo. Siamo passati da un’impresa romantica con il ‘padron coglion che metteva i soldon’ a un’impresa industriale dove devono quadrare i conti. Con la differenza che oggi parli di cifre importanti, oggi vincere la Champions vale 130/140 milioni. Per questo una svista costa tanto, la tecnologia è fondamentale”.