
Claudio Lotito, presidente della Lazio, è intervenuto a margine della presentazione della maglia speciale che verrà indossata contro il Bodo/Glimt, e tra i vari temi trattati si è soffermato sul Derby della Capitale. Ecco le sue parole: "Sul campo abbiamo dimostrato, senza togliere niente a nessuno, di dominare. Hanno fatto un tiro in porta, purtroppo il calcio è fatto di fattori imponderabili che nella fattispecie non hanno premiato il merito da questo punto di vista".
Gli scontri prima del derby?
"Sono stato il primo a combattere questi fenomeni, sono capo gruppo nella commissione Segre. Dobbiamo trovare una dicotomia tra la posizione dei tifosi e quella dei delinquenti perché altrimenti si fa confusione. I tifosi vengono etichettati come quelle persone che non hanno nulla a che fare col tifo. Il 99% delle persone sono persone per bene che vanno allo stadio e seguono con passione le vicende della propria squadra del cuore. Ho letto delle cose che da cittadino mi fanno pensare come 'vietati i derby di notte', ma gli scontri sono arrivati alle 17 e non di notte. Significa che non è un problema della notte, ma bisogna fare uno screening e individuare le persone che delinquono e metterle in galera. L’unico sistema è questo, se quando sono fermati il giorno dopo stanno fuori non ha senso. Il 99% delle persone sono corrette e non hanno nulla a che fare con queste cose, non sono tifosi. La Lazio ha messo in campo da sempre un’azione di prevenzione educando i giovani, oggi è una testimonianza di quello che facciamo in rispetto a un tifo sano e costruttivo e di aiuto alle persone meno fortunate. Una cosa completamente diversa. Lo facevamo con Suor Paola e continuiamo a farlo perché crediamo in questi valori. Qualcuno si prende il titolo di tifoso, ma è un delinquente abituale. Uno che volutamente fa determinate cose e lo fa con più persone significa che non hanno nulla a che fare con lo sport e vanno represse penalmente, c’era gente col Daspo. Che ci facevano lì? Noi che c’entriamo? Il calcio non può essere ostaggio di nessuno, già spendiamo i soldi per la sicurezza nello stadio. Sul costo del biglietto, una parte dei soldi riguarda la sicurezza. Fuori dallo stadio non dipende da noi e non perché c’è la gara, bisogna individuare queste persone. Quando avremo uno stadio di proprietà le cose cambieranno per quanto mi riguarda, saranno selezionate una per una le persone. Questi disordini avvengono fuori lo stadio e non dentro proprio perché non hanno a che fare col tifo".
La coreografia?
"Rimarrà memorabile, non a caso ho fatto anche un ringraziamento perché significa portare in alto i valori del nostro club e soprattutto un approccio sano, costruttivo di fare un tifo basato su valori autentici dello sport e non su atteggiamenti che non hanno nulla a che vedere".