Totti: "Alla Roma vorrei Ancelotti, ma con questa squadra non verrebbe. Dybala il giocatore che più mi assomiglia, a gennaio mi ha cercato il Genoa" (VIDEO)

04/03/2025 alle 07:17.
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VIVA EL FUTBOL OFFICIAL - Ospite a dir poco speciale nella puntata di ieri sera di "Viva el Futbol" (trasmissione su YouTube condotta da Daniele Adani, Antonio Cassano e Nicola Ventola): l'ex storico capitano giallorosso Francesco Totti. La bandiera della Roma ha parlato a 360° della sua ex squadra, raccontando inoltre alcuni aneddoti sul suo passato e sul possibile ritorno in campo vociferato in questi ultimi mesi. Queste le sue parole.

“Io ingrassato? Macché, sto in gran forma. Dai che alle 21 già dormo, facciamo presto che ormai ho una certa età. Tu ormai non hai più freni, ne dici pure di cavolate (Cassano ndr). Però sei schietto. Ma ti ricordi quando ti eri inventato che ti avevamo rubato l’assegno? Vabbè eri giovane, eri una bomba a mano quel periodo. In campo però ci trovavamo a occhi chiusi, sei stato un coglione dovevi giocare con me altri 15 anni”. Totti ha poi parlato delle recenti dichiarazioni di Moratti su una presunta supplica di Franco Sensi di acquistarlo per risanare alcuni debiti: "Moratti è un signore, un numero uno, ma le sue dichiarazioni non mi sono piaciute. Sensi non mi ha mai voluto vendere, non sentiva ragioni, si è sempre impuntato. Quindi, in caso, era il contrario: Moratti e l'Inter mi volevano, ma per i Sensi io sono sempre stato incedibile. E questo va detto. Per lui non c'era discussione, così come per me: rimanere a Roma. Questa è la verità”.

Un commento sulla situazione attuale della Roma: “Per vincere lo scudetto a Roma servono grandi allenatori, ma soprattutto grandi giocatori. Serve qualcosa in più rispetto a quello vedo, oggi la Roma merita il quinto-sesto posto, non di più. Ci sono squadre più forti in questo momento”. Non ci sono dubbi invece su chi dovrebbe venire ad allenare la squadra giallorossa: "Alla Roma serve Ancelotti, ma tanto non viene. E se venisse ti direbbe: qual è la squadra? Perché con questa non vengo, mi deve cambiare la spina dorsale. Se io dovessi essere il direttore tecnico proverei a convincere lui. E se alzo il telefono io è diverso rispetto ad altri. Gasperini è un buon allenatore, ma non mi fa impazzire. Io non riuscirei mai a giocare con il suo modo a tutto campo. De Zerbi invece mi piace moltissimo, ma a Roma sarebbe un punto interrogativo. A Roma si sono abituati ad allenatori medi…”. Restando sul tema allenatori, questo il commento di Totti su José Mourinho: "E' uno dei più forti al mondo anche se tu pensi il contrario (Cassano, ndr). Se il classico tifoso che vuoi giocare bene e non vuoi vincere niente. Io sono l’opposto di te. Lui, Allegri o Ancelotti non fanno un gran gioco ma sanno mettere i giocatori in campo. E vincono, e conta il risultato. A Roma Mourinho ha giocato due finali europee, che gli vuoi dire?”.

Un ritorno poi al passato, quando il Real Madrid fu vicinissimo a portarlo via dalla Capitale: “Nel 2004 mi avrebbero dato una vagonata di soldi, dopo l’Europeo in Belgio per 9 anni ho sempre avuto tante richieste. Se avessi scelto un’altra squadra sarebbe stato più facile vincere un Pallone d’oro, ma quello che mi ha dato la Roma non me l’avrebbe dato nessuna città. Sono diventato Totti grazie a questo percorso, altrimenti ero uno dei tanti. Non era semplice rimanere qui, ne ho visti di giocatori scarsi passare vicino a me. Tommasi? No no, lui era uno buono”. E restando in tema di buoni giocatori: “Dybala è il giocatore che più mi somiglia oggi, fatico a trovarne altri in serie A. Paulo è un talento vero, non solo in Italia. Ai tempi miei c’erano tanti, oggi come lui ce ne sono 5 o 6 al mondo. Uno di questi è Yamal. Dybala ora sta bene, non fa fatica e non si ferma. In Serie A è il più forte, ma ce ne sono troppo pochi in Italia. Nel Brescia una volta giocavano Guardiola e Baggio, oggi nemmeno i nomi si conoscono”.

Si ritorna poi a parlare degli ultimi complicati anni di carriera da calciatore: “La società mi chiese se volevo restare, io dissi che sarei rimasto gratis e che stavo bene. Sapevo di poter continuare. Non avrei mai preteso di essere titolare, per me la Roma veniva prima di tutto. A tre giornate dalla fine mi dicono che devo smettere e che quello sarebbe stato il mio ultimo derby, in quel momento ho rosicato per i modi. L’ultimo anno con Spalletti è stato difficile, ma nel calcio capita. Il mio ritorno? Non ho mai pensato di giocare con un’altra squadra, non avrebbe avuto senso. Solo io Maldini abbiamo giocato 25 anni con la stessa squadra. Ma voi pensate che Messi in 25 anni alla Roma con Frau, Cesar Gomez e Pivotto avrebbe vinto tutti quei Palloni d’oro?”. Si chiude riparlando del suo possibile ritorno nel calcio professionistico di questi ultimi mesi: “Cerco di trovare qualche giovane forte e di farli crescere bene, ma non faccio il procuratore. Se poi qualcuno dovesse cercarmi valuterò, posso prendere in considerazione anche la Nazionale. In un’altra squadra no, tornerei solo la Roma. C’è solo la Roma per me. Io come Maldini? Mi piacerebbe, vorrei un ruolo importante ma non è che dovrei decidere da solo. Vorrei dare un contributo, saprei quale giocatori scegliere. A gennaio davvero mi ha cercato una squadra in Italia di Serie A, non scherzo. Stavo bene, ma non volevo cambiare città. Quale era la squadra? Dico solo che avrei dovuto vivere vicino a Cassano”. E quindi a Genova…".