
CORSPORT - Guido Fienga, ex amministratore delegato della Roma e attuale advisor del fondo saudita PIF, ha rilasciato un'intervista al quotidiano in occasione del Festival del Diritto e dell'Economia e tra i vari temi trattati è tornato a parlare del vecchio progetto dello stadio giallorosso. Ecco le sue dichiarazioni.
Un miliardo in fumo per la mancata costruzione dello stadio della Roma...
"Il problema delle infrastrutture italiane è centrale e il calcio ne è una delle vittime più illustri, sebbene, ahimè, la vera vittima sia l'Italia. Pensiamo di essere all'avanguardia quando annunciamo l'inaugurazione di infrastrutture a Roma, le cui ultime opere come la Nuvola e l'Auditorium Parco della Musica, però, hanno impiegato vent'anni per essere realizzate e ci dovremmo vergognare perché ci sono voluti vent'anni. In altre parti del mondo, fra l'idea e l'inaugurazione passano dai 24 ai 36 mesi. Per noi è più importante controllare che costruire. Il calcio è una delle vittime più illustri di questa situazione.
Lo dice uno che ha speso otto anni perché diventasse realtà la realizzazione del nuovo stadio della Roma, totalmente finanziato da privati esteri che avrebbero portato capitali nel nostro Paese. Invece di essere favorito o reindirizzato - perché nessuno voleva fare dispetti alla città e, se c'erano problemi, potevano essere affrontati - il progetto è stato combattuto quasi come una guerra di religione. Così, alla fine, chi è stato contento perché lo stadio non si è fatto dovrebbe essere contento che non sia stato investito un miliardo di dollari nella nostra città; non siano stati creati posti di lavoro e la sua squadra continui a essere penalizzata giocando in un impianto come potreste giocare in un campo da padel, pagando l'affitto per ogni partita che disputate".
Le infrastrutture in Arabia Saudita?
"L'ultimo stadio che è stato inaugurato qui a Riyad, dove gioca l'avversario dell' Al-Nassr, è stato costruito in 18 mesi, tanto quanto prevedono i prossimi progetti in materia. Fra progettazione e realizzazione trascorrono 24 mesi. Il mondo si muove così. Ora, a tutti quelli che in Italia parlano di stadi con i se, i ma, i forse, io dico che il mondo si muove in un altro modo. Se vogliamo rimanere indietro, stiamo riuscendoci benissimo. Se vogliamo svegliarci, dobbiamo anteporre l'obiettivo ai se, ai ma, alla burocrazia. Altrimenti, nello stesso modo in cui io sono andato fuori dal nostro Paese, anche voi andrete fuori, i giovani andranno fuori. E chi è contento della burocrazia, alla fine rimarrà da solo".