
DAL SALONE D’ONORE DEL CONI ANNALISA FERRANTE - Giornata di riconoscimenti per Daniele De Rossi. La leggenda giallorossa ha ricevuto oggi, sabato 29 marzo, il premio "ASI Sport&Cultura" nella diciannovesima edizione dell'evento, che si è tenuta alle 15:00 presso il Salone d'Onore del CONI. Il premio celebra i valori dimostrati da De Rossi dentro e fuori dal campo.
Prima della cerimonia, De Rossi ha parlato ai cronisti presenti, soffermandosi sul suo progetto con l'Ostiamare: "È un progetto sociale, ma c'è tanto calcio dietro. Il calcio porta via tanta gente dalla strada, dalle console. Ostacoli? Quelli che sapevamo: tempistiche, permessi per lo stadio. Siamo partiti in una situazione di classifica turbolenta, ora va un po' meglio. C'è molto da fare sull'impiantistica, ma nessuna brutta sorpresa".
L'ex capitano ha poi parlato del suo futuro da allenatore: "Il mio futuro lo vedremo. Ora sto cercando di sdoppiarmi con l'Ostiamare, ma tutti sanno che la mia passione e vocazione è allenare. Il mio futuro? Guarderò qualche partita, stasera guarderò la Roma. Sarà su una panchina. Non so quale, non ho veramente idea, ma spero presto". De Rossi si è detto aperto anche a un'esperienza all'estero: "Certo, perché no? Ho avuto tanti mesi per guardare calcio, aggiornarmi, ho fatto viaggi all'estero per vedere strutture e ritmi di gioco. Mi affascina molto, ho provato a migliorare la lingua. Ho avuto tempo libero, spero di non averne più così tanto, ma non l'ho buttato. Cerco un progetto serio con persone serie". Poi un commento sull'ipotesi di Prandelli come direttore tecnico della Nazionale, "Aggiungere un uomo di grande sapienza affianco a Spalletti possa solo far bene" e sull'attualità dell'Italia calcistica: "Penso che il livello sta tornando a essere buono. C'è un allenatore bravissimo che stimo tanto e una struttura importante".
Durante la premiazione, De Rossi ha poi aggiunto ulteriori riflessioni sul suo legame con Ostia: "Sono cresciuto lì fino a 20 anni. Era un impegno che sentivo di dover prendere. È il mio piacere tornare da tante persone e vedere facce che ho amato. Il cinema ha proposto un certo tipo di racconto ma Ostia è tanto altro. Lo sport è troppo importante, ti cambia la vita, soprattutto gli sport di gruppo, sono fondamentali per poter crescere il ragazzo in maniera sana, per fargli assaporare la vita di gruppo, per fargli assaporare le sconfitte, le vittorie, tutto quello che c'è dietro".