RADIO RADIO - Ai microfoni dell'emittente radiofonica è intervenuto l'ex ds giallorosso, Walter Sabatini, in vista del derby in programma domenica all'Olimpico. "Il derby è fondamentale solo per la Roma in questo momento storico della squadra e della società, la Lazio un piccolo inciampo lo potrebbe sopportare mentre la Roma no".
Rovella?
"Sta diventando incommensurabile. Deve migliorare nell’immediatezza della giocata, deve giocare più velocemente la palla e individuare la soluzione prima. Sto parlando di frazioni di secondo“.
Il rischio retrocessione?
"Il calcio costruisce delle situazioni per i calciatori e gli allenatori tremende. Guardate quello che è successo a Fonseca qualche giorno fa. È ovvio che per la Lazio perdere sarebbe una battuta d’arresto oggi dolorosa, perché le menti sono proiettate verso degli obiettivi magari impensabili in agosto, però a Roma c’è un serio problema di classifica, non ce lo dimentichiamo, un serio problema che rischia veramente di procurare un guaio insanabile, perché la lotta per la retrocessione poi dopo in primavera diventa essenziale, diventa una situazione che la domenica ti sottopone a uno stress enorme, perché perdi le partite e si inizia a rischiare la retrocessione, ed è un linguaggio torbido e non riferibile alla Roma. Però purtroppo questa è la situazione in questo momento. Detto ciò alla guida della Roma c’è un uomo che conosce perfettamente i problemi connessi con questo tipo di circostanza e saprà gestire alla grande perché Ranieri è un ottimo allenatore ma soprattutto un ottimo testore, riesce a indirizzare gli stati d’animo con maestria e quindi lo farà anche la Roma”.
Baroni?
"Baroni è proprio un esempio eclatante di come nel calcio si possa sbagliare, perché è sempre stato relegato in altre categorie. Oggi ha dimostrato di essere un grande allenatore perché la Lazio gioca un calcio sublime, un calcio relativo, nel senso che si adeguano all’avversario e poi lo colpiscono, quindi non è una squadra precaria perché le squadre diventano precarie quando si ostinano a giocare in una certa maniera contro natura, mentre Baroni dimostra di studiare le partite e gestire la gara in maniera molto intelligente e proficua. Sono veramente sorpreso di questo perché, per esempio, ammetto di non averlo mai pensato come allenatore. Ne ho pensati tanti, perfino Capello, quindi mi assumo una quota di responsabilità verso un’attività che ha dovuto svolgere questo ragazzo, che ormai è un adulto come me. Il calcio procura queste situazioni, c’è un’intelligenza e una conoscenza latente nel calcio che spesso viene definitivamente nascosta e nessuno se ne accorgerà mai".
L'orgoglio personale?
"Il giocatore che mi ha dato forse immediatamente più gioia è stato Nainggolan. Gioie e dolori perché Nainggolan era veramente – posso dirlo pubblicamente perché adesso glielo dico privatamente – un vero deficiente. Scherzava con sé stesso, con la sua vita, ma questo non gli toglieva niente la domenica, perché la domenica era sempre il migliore in campo, però penso che si sia bevuto anche il lago più conosciuto dai romani".