Caso Roma-Pietrafesa, la nota dell'ex responsabile della comunicazione: "Citato senza saperlo. Il club ha 'cancellato' professionisti stimati con brevi mail"

27/06/2024 alle 16:03.
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Il 21 giugno la Roma ha avviato una causa da ben 5 milioni di euro contro Luca Pietrafesa, ex responsabile della comunicazione. Il dirigente ha lasciato il club a febbraio e, tramite una lunga nota, ha deciso di fare chiarezza sulla situazione. Ecco il suo messaggio: "Gentile Direttore, spero che tutto proceda al meglio e mi scuso in anticipo se ti sottrarrò un po’ di tempo. Mi chiamo Luca Pietrafesa: dal 2016 fino a qualche mese fa ho guidato l’area comunicazione della AS Roma, non un semplice club di calcio ma un patrimonio collettivo che sono fiero di aver servito per quasi nove anni. Ti disturbo perché ritengo utile un confronto su quanto accaduto venerdì 21 giugno, quando sul sito di SKY TG 24 è stata pubblicata la notizia relativa “alla causa multimilionaria avviata dalla Roma contro l’ex dirigente Luca Pietrafesa”: un confronto che ormai sarebbe utile non tanto a me quanto a chi ogni giorno finisce in una bufera ancora più violenta di quella che mi ha travolto. Non intendo farti perdere troppo tempo: sorvolo su tutti i sermoni deontologici che il nostro ordine professionale reclama solo on demand. Penso sia decisamente più utile entrare nel cuore della questione: che cosa accade alla “persona” oggetto di una notizia come quella che avete reso nota quando il suo nome viene buttato in un tritacarne del genere? Il danno alla reputazione del professionista è irreparabile: un titolo come quello della vostra news accosta irrimediabilmente il mio nome a una pretesa di risarcimento milionaria, lasciando pensare che io mi sia macchiato di chissà quali colpe per far lievitare così tanto la cifra richiesta da parte del mio ex datore di lavoro. Ancor di più se a pubblicare quella notizia è la testata forse più autorevole del Paese: il brand Sky corrisponde a un timbro di autorevolezza, frutto dello straordinario lavoro condotto, negli anni, da un management dotato di “visione” e da colleghi che hanno saputo costruire, giorno dopo giorno, una credibilità fuori dal comune, nel periodo di crisi che ha investito tutti i media tradizionali. Così, nel giro di poche ore, il tribunale popolare dei social aveva già emesso la sentenza: colpevole. “Se la Roma arriva a chiedergli cinque (5?!?) milioni di euro avrà le sue buone ragioni.” Del resto “l’ha scritto Sky TG 24”, quindi è difficile dare torto ai giurati… Ma ti assicuro che è l’aspetto privato quello più difficile da gestire: all’improvviso ti girano il link su più chat, non hai neanche il tempo di spaventarti perché ti devi affrettare a tranquillizzare i familiari più stretti. La prima è stata mia madre: “non ti preoccupare, è solo un’intimidazione”. Poi mia moglie, mio fratello e via via tutti gli altri. Nel frattempo, però, mia madre l’ha letta, eccome, la notizia: ricoverata in una clinica del servizio sanitario nazionale dal 15 maggio, ha un attacco di ipertensione. I medici di turno le somministrano i farmaci del caso per evitare conseguenze peggiori. Si poteva fare meglio, Direttore? Sì, senza dubbio. Il testo della news che avete pubblicato venerdì scorso è il copia e incolla di una velina preparata in italiano e in inglese, che allego a questa mail. La vostra news non contiene una sola parola diversa dal testo che il PR del Friedkin Group aveva preparato su indicazioni dei legali del gruppo. Una sola parola che sia frutto di lavoro giornalistico. In sostanza il sito di una delle testate più autorevoli d’Italia ha pubblicato integralmente una velina, rinunciando al ruolo di “filtro” tra la notizia e il fruitore della stessa, che è stata resa nota senza alcun check con il diretto interessato o con il suo legale. Da quanto ho ricostruito anche alcuni media internazionali erano stati contattati per pubblicare lo stesso testo, che infatti è stato preparato, oltre che in italiano, in inglese, come vedrai sempre nell’allegato: tuttavia questi media si sono rifiutati di darne conto, stupiti dall’assenza di un comunicato stampa “on the records” sul sito dell’AS Roma. Ma in ogni caso, anche se la società avesse avuto l’onestà di pubblicare una nota su asroma.com, per i media internazionali il presupposto per la pubblicazione sarebbe stato garantire il diritto di replica alla controparte: un requisito minimo per dare equilibrio alla ricostruzione della vicenda. Permettimi di tornare al racconto di quelle ore concitate: finite le telefonate ai familiari, mi sono chiesto “che faccio, chiamo qualche collega della redazione sportiva per chiedere di completare la notizia?” Ma alla fine ho ritenuto fosse più corretto muovermi direttamente alla fonte, senza scorciatoie: ho contattato il vice direttore Schillaci, in copia, che in modo garbato mi ha immediatamente messo in contatto con la vostra redazione per integrare la notizia. Oltre a una mia breve dichiarazione, ho chiesto al collega del vostro sito di aggiungere il contesto relativo alla situazione nel club: solo un paio di righe per spiegare, al lettore, che “il management della Roma ha licenziato ben sei tra dirigenti e dipendenti tra gennaio e febbraio e ha messo in ferie forzate altri tre colleghi, fermi dal giorno successivo al mio licenziamento. Poi altri due colleghi pochi giorni fa. Provvedimenti che entro pochi mesi rischiano di far piovere sulla testa del Club una decina di cause di lavoro”. La risposta della vostra redazione è stata che questa parte relativa al contesto, facilmente controllabile con qualche telefonata ai legali coinvolti, andava attribuita al mio virgolettato o altrimenti sarebbe stata irricevibile, a differenza della velina che avevate copiato e incollato. A quel punto ho rinunciato a dare al vostro sito le mie parole: com’è possibile pubblicare il testo integrale di una nota infamante diffusa off the records e non riservare lo stesso trattamento a fatti, non illazioni, che avrebbero garantito al lettore un quadro d’insieme più ampio? Si sarebbe trattato di un paio di righe: non pretendevo che il sito di Sky TG 24 raccontasse che una madre di famiglia con due figli di tre e cinque anni è rimasta senza lavoro, che il coordinatore dell’ufficio stampa del club e il responsabile dei media digitali non siano potuti tornare sul posto di lavoro da metà febbraio o che un collega si sia ammalato per lo stress dovuto al trattamento ricevuto. No: avevo solo chiesto di dare peso non a una ricostruzione di una delle due parti ma a un fatto accaduto, già noto a livello locale, fortemente notiziabile, perché relativo a numerose cause di lavoro presumibilmente in arrivo contro la Roma di qui a poche settimane. In questo modo il lettore avrebbe potuto beneficiare di un quadro d’insieme sui provvedimenti messi in atto dal management guidato dalla CEO Lina Souloukou nei confronti di professionisti stimati dentro e fuori dal club, anche nella vostra azienda, con un decennio e più di anzianità, che hanno sorretto la Roma in anni tempestosi per poi essere letteralmente “cancellati” con una mail di poche righe o con una lettera contenente provvedimenti disciplinari. E magari lo stesso lettore si sarebbe potuto chiedere “ma non è che i legali della società attaccano preventivamente per giocare d’anticipo sui ricorsi in arrivo?” Perdonami, Direttore, alla fine mi sono dilungato e me ne scuso ma spero apprezzerai che ho rinunciato alla classica lettera di un legale con la famigerata “preghiera di pubblicazione”. In questo caso non serve una rettifica ma una riflessione condivisa. La stima sincera nei tuoi confronti, e nei confronti della testata che dirigi, mi porta a confidare nella tua scelta di pubblicare integralmente questa lettera sul sito di Sky TG 24, allo scopo di alzare la soglia di attenzione in futuro quando notizie così delicate piomberanno sul desk della tua o di altre redazioni: è vero, andiamo sempre di corsa ma sarebbe bastato chiedermi, prima di pubblicarla, “come commenti la notizia della citazione in giudizio?” per sapere che a me l’atto non è stato notificato fino alle 23.44 di venerdì scorso, per non permettermi di replicare nel merito alle accuse infamanti che mi sono state rivolte. Accuse alle quali preferirei replicare unicamente in un tribunale civile, senza alcun timore, perché la citazione non ha alcun fondamento legale e fattuale. “Est modus in rebus”: temo che i manager della Roma non abbiano molto a cuore i classici, oltre che la società che dirigono, ma i versi di Orazio restano, per noi che lavoriamo nel campo della comunicazione, un punto di riferimento da tenere sempre a mente. Grazie dell’attenzione che mi dedicherai e buon lavoro, a te e a tutta la tua redazione".

(tg24.sky.it)

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