Gabriele Gravina, presidente della FIGC, è intervenuto in conferenza stampa a margine del Consiglio Federale e tra i vari temi trattati si è soffermato sul Decreto Crescita, sulla Superlega e sul blocco del mercato. Ecco le sue dichiarazioni: "Il decreto crescita? Il mio interlocutore è il ministro per lo sport Andrea Abodi che ho visto lunedì, mi ha parlato di un'eliminazione della norma in modo graduale. Si sta lavorando su questo e aspettiamo indicazioni da parte sua e le proposte all'interno del consiglio dei ministri. Io ho espresso dal primo momento una contrarietà assoluta al decreto crescita. Oggi però dobbiamo tener conto che ha generato degli effetti e l'eliminazione assoluta creerebbe effetti contrari rispetto ai vantaggi e benefici dell'abrogazione. Con assocalciatori e componenti professionistiche vogliamo confrontarci per trovare una mediazione. Il tetto del milione di euro ha generato qualche effetto positivo, ma serve ancora un approfondimento".
La Superlega?
"Aspettiamo e valuteremo i perimetri della decisione. Noi siamo stati l'unica federazione che ha assunto una posizione molto chiara. Siamo totalmente contrari, esiste una norma federale per la quale chi aderisce a quel mondo esce dal sistema federale del calcio. Non possiamo impedire l'adesione, ma la scelta, qualora avverrà, deve essere molto chiara. Non è pensabile disputare due o tre campionati all'interno di una serie di organizzazioni. Noi già stiamo lottando al nostro interno sulle date a disposizione sul campionato, potete immaginare cosa succederebbe se aggiungessimo un altro campionato. Io devo salvaguardare il brand del calcio italiano e si deve sapere a cosa si va incontro".
Riforme nel calcio italiano?
"Le nuove licenze sono passate all'unanimità e prevedono il blocco di mercato per chi non rispetta l'indice di liquidità e per chi aderisce alla ristrutturazione del debito e agli strumenti riconosciuti dal Codice per la Crisi di Impresa. Da settembre abbiamo lavorato con tavoli tecnici per la predisposizione delle nuove licenze nazionali. Cominciano ad andare nell'ottica di un'attività legata al rispetto tra valore della produzione e costo del lavoro. Ci deve essere un rispetto di quella esigenza non più procrastinabile di messa sotto controllo dei costi".