TUTTOMERCATOWEB.COM - Gianluca Petrachi, ex direttore sportivo della Roma, è intervenuto ai microfoni del sito che si occupa di calciomercato e tra i vari temi trattati si è soffermato sul club giallorosso e sul lavoro di José Mourinho. Ecco le sue parole.
Alla Roma cosa manca per arrivare a vincere qualcosa?
“Vincendo la Conference League, la Roma si è riposizionata su livelli che le competono, e cioè lottare per qualcosa di importante. Credo che i Friedkin stiano mantenendo il loro profilo, cercano di mantenere un Fair Play Finanziario e di non sballare i conti, acquistando giocatori mirati a non andare 'con i piedi in aria'. Perché il calcio deve essere comunque sostenibile, l’era in cui un presidente si dissanguava è giusto che finisca. Una persona che fa calcio non si deve trovare in una condizione in cui dilapida tutto il patrimonio. Se il calcio è sostenibile, diventa ancora più credibile. Se uno fa 500-600 milioni di buco, e poi con niente li rimette a posto, sicuramente non è performante per tutti gli altri club che cercano di rispettare dei parametri”.
Mourinho ha fatto bene a restare dopo questo biennio?
“Questo lo sa lui, non so che tipo di promesse la società gli ha fatto. Ma sicuramente avrà avuto qualche rassicurazione in più. È una persona molto scaltra e sveglia, al di là dell’amore eterno che ha giurato. Ai nastri di partenza sicuramente la Roma proverà a fare qualcosa di importante. Negli ultimi due anni ha fatto meno punti delle stagioni precedenti, in campionato può fare molto di più”.
Quindi entrare in Champions?
“L’obiettivo, finché ci sono stato io, era quello di provare a entrarci. Anche perché arrivarci significa ottenere circa 40 milioni di diritti, che per un club sono linfa vitale. Non entrare in zona Champions, per certe società, è un bagno di sangue. Io credo che l’obiettivo della società sia quantomeno quello di entrare tra le prime quattro”.