LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Ci sono persone che arricchiscono. Chi le incontra, chi ci lavora assieme, si può considerare fortunato. Privilegiato. Gianfranco Giubilo ha arricchito. Ha insegnato. Ha offerto generosamente chiavi di lettura diverse, perché aveva il terzo occhio, quello che consente di vedere ciò che gli altri non possono neanche percepire. Quando partì il progetto di Tele Radio Stereo, fu lui l'opinionista principe. Re. Era il 2006. Aveva già decenni di carriera da fuoriclasse alle spalle. Per chi come me poteva averlo in diretta tutti i giorni, era una manna. Roba che ti chiedevi quale lotteria avessi vinto per meritarti tutto ciò. Inutile ricordare quanto fosse sarcastico, pungente, mai allineato, ma quanto fosse, nonostante l'altezza, alla portata di tutti. Perché metteva ciò che sapeva a disposizione di tutti. Lo rendeva fruibile. Non amava le urla belluine, sarebbe stato in grado di sedere a tavola con i reali inglesi e allo stesso tempo parlava di calcio in diretta tutti i giorni con uno sbarbato poco più che trentenne come il sottoscritto. Sembra banale scriverlo perché spesso si scrive delle persone che se ne vanno, ma non è banale, lui era veramente il più grande di tutti. Sopravvissuto pure alla scomparsa improvvisa del suo fraterno amico Massimo Ruggeri. Non sappiamo se si incontreranno di nuovo adesso, possiamo immaginarlo, idealizzarlo, possiamo sperare che sia così. Di sicuro persone come loro, come Gianfranco, lasciano una traccia indelebile. Che in fondo, alla lunga, dà un senso pure alla morte.
Augusto Ciardi