AS - Javier Pastore è reduce da un periodo complesso per via degli infortuni che lo hanno estromesso dai disponibili praticamente da un anno. Il racconto del suo calvario l'argentino lo fa al quotidiano spagnolo: "Dopo aver trascorso un anno e mezzo difficile, adesso le cose vanno bene. Mi sono infortunato all’anca nel novembre 2019 ed ho avvertito molto dolore per otto mesi. Non siamo riusciti a risolvere la situazione con nessuna terapia poco invasiva e poi è arrivato il momento in cui ho dovuto decidere di sottopormi ad intervento chirurgico. Ci sono voluti sei mesi per rientrare ed ho perso la prima parte di campionato. Sono tornato a gennaio ed ora mi sento bene, non ho più quei dolori all’anca che mi hanno impedito di fare tante cose. Siamo arrivati alla fine del campionato e non ho giocato quasi per niente, sono però contento dell’operazione perché adesso posso allenarmi ai livelli che voglio".
Continua Pastore: "Salivo in macchina, mezz’ora per tornare a casa e sentire dolore, piangevo perché non potevo giocare con i miei figli, seduto a terra, per la sofferenza. Diversi medici mi hanno consigliato di non operarmi, perché se l’intervento non fosse andato bene avrei potuto chiudere la mia carriera. Ho però parlato con il club ed ho deciso di operarmi. La Roma e i medici mi hanno aiutato in ogni momento. E’ andato tutto bene".
Sul futuro, Pastore non si mostra prossimo al ritorno in Argentina come si è detto e scritto nell'ultimo periodo: "Mi vedo qui. In tutti i club nei quali sono stato ho sempre lasciato qualcosa. La gente ha sempre riconosciuto il mio lavoro e spero che questo possa accadere anche alla Roma. Fino ad oggi non ho potuto contribuire come avrei voluto e avere un contratto qui è una grande sfida per me. Poi c’è il club che metterà le sue opzioni sul tavolo, ma per ora voglio continuare qui. E’ questo il mio desiderio".