Una condanna e due assoluzioni. Si è chiuso così il processo di primo grado relativo alla gestione dei terreni di Tor di Valle. I giudici della quarta sezione collegiale hanno condannato a tre anni di carcere l'imprenditore reatino Gaetano Papalia, già presidente dell'ex Ippodromo.
L'indagine risaliva al 2013 e riguardava il crac della società "Ippodromo Tor di Valle", costituita nel 2008 per la gestione del galoppatoio e fallita appunto nel giugno 2013, prima della cessione al costruttore Luca Parnasi dei terreni sul quale sarebbe dovuto sorgere lo Stadio della Roma. Papalia era accusato di bancarotta patrimoniale per distrazione. Gli altri due imputati, Mauro Ciccozzi (liquidatore della società Ippodromo) e Michele Saggese (amministratore unico della Sais), sono stati assolti «perché il fatto non sussiste». Sentenza di non luogo a procedere per Umberto Papalia, fratello di Gaetano ed ex componente del CdA della società Ippodromo, nel frattempo deceduto.
La Procura di Roma aveva chiesto una condanna a 5 anni per l'ex proprietario dell'Ippodromo, mentre per Ciccozzi e Saggese i pm capitolini avevano chiesto una condanna a 2 anni e 8 mesi. «Dalle iniziali contestazioni è rimasto ben poco - spiega Gian Domenico Caiazza, difensore di Gaetano Papalia -. Il mio assistito è stato riconosciuto responsabile solo di un anticipo di cassa, messo a bilancio, per 2,5 milioni di euro. Non va dimenticato che secondo l'impostazione accusatoria la bancarotta era di oltre 22 milioni di euro».
(ansa / adnkronos)