«Sono preoccupato per il mancato coordinamento di alcune Asl, perché la mancata disponibilità di calciatori a livello internazionale comporta delle sanzioni. Ci siamo mossi con i ministri competenti. L'Italia da questo punto di vista non sta facendo una bella figura internazionale». Lo dice il presidente della Figc Gabriele Gravina, a margine del consiglio federale odierno. «Avere pressione da altre federazioni in questo momento in cui dovremmo dare un segnale partecipazione...Siamo l'unica federazione in Europa che ha problemi di questo tipo», aggiunge Gravina.
«Condividiamo l'idea della centralità dei tamponi, l'avevo già proposta in precedenza e l'abbiamo approvata in presidenza venerdì. Non entro nel merito dell'autodeterminazione delle singole Leghe. Ci è stato detto che sarà fatta, l'auspicio è che ci sia una centralità da parte di tutte le Leghe e se questo non dovesse avvenire ci penserà la Federazione», prosegue. «Un'unica struttura per i tamponi era stata una mia proposta che venne rispedita al mittente e ora sono contento sia tornata in auge. Ne abbiamo parlato anche oggi in Consiglio federale e dalle Leghe ci è stato assicurato che si farà».
«Come rendere il protocollo omogeneo? Basta leggerlo e applicarlo. Se qualcuno lo applica in maniera difforme poi viene deferito. Questo è già avvenuto in passato e funziona anche in questo momento per la Lazio, anche se non spetta a me entrare nel merito dell'indagine», continua. «Il protocollo è uno dei più severi a livello internazionale. Nel nostro mondo il contagio è 0,5 per mille rispetto al 16-17% di altri paesi. È chiaro che non possiamo pretendere contagi zero», aggiunge il numero uno del calcio italiano.
«Esiste un piano B e anche un piano C. Li teniamo per noi, ci sono confronti costanti e continui con le diverse leghe e ipotesi alternative in base alle possibilità che ci presenterebbe il calendario», così Gravina riferendo dell'attuale emergenza sanitaria e sui rischi che potrebbero derivare per il prosieguo del campionato italiano. «Siamo in emergenza - riconosce Gravina - la riflessione che bisogna fare è cercare di essere preparati a fronteggiare momenti più critici che si potrebbero prospettare all'orizzonte, anche se l'ottimismo deve esserci sempre nella nostra programmazione. Il problema a quel punto non sarebbe solo il calcio».