Infortunio Zaniolo, Ferretti (medico Italia): "Ieri era abbattuto, oggi risollevato. Gli ho ricordato il caso di Ancelotti"

08/09/2020 alle 18:41.
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TRS - Intervenuto dall'emittente radiofonica, il medico della Nazionale, il prof. Andrea Ferretti, ha parlato dell'infortunio subìto ieri durante Olanda-Italia da Nicolò Zaniolo:

Che sensazioni ha avuto lei?
"Come ho avuto modo di dire ieri sera, nonostante la valutazione della stabilità del ginocchio fosse un po' resa difficile dal fatto che il ginocchio controlaterale era stato operato e quindi non fosse un punto di riferimento attendibile, la sensazione immediata è stata quella di una lesione legamentosa con perdita della stabilità articolare a carico del anteriore. Era ovvio che poi bisognava aspettare gli esiti di ulteriori accertamenti che sono stati fatti stamani e che hanno confermato la diagnosi clinica immediata".

L'illusione di vederlo camminare, come nell'uscita dal campo purtroppo è un elemento che purtroppo non conta e non da alcuna indicazione.
"Quando c'è una lesione del anteriore senza un importante coinvolgimento delle altre strutture legamentose, il ginocchio nella deambulazione in linea retta rimane perfettamente stabile. Perde stabilità nelle sollecitazioni rotatorie. Per cui se non c'è un collegamento di altri legamenti allora il paziente, in questo caso l'atleta, era perfettamente in grado di camminare il linea retta. Non è un elemento diagnostico".

Si può dare una spiegazione oppure è solo un fatto di casualità?
"Penso che sia casualità. Non c'è dubbio che oggi anche grazie alle migliorate capacità diagnostiche, la lesione del si evidenzia subito. Quindi si può avere anche una falsa immagine di quelli che sono i numeri reali, però non credo a cose particolari come la sfortuna. magari poi nei prossimi 5 anni non ce ne sarà più nessuno, perché la statistica è impietosa, prima o poi ci si allinea. Gli atleti sono esseri umani a tutti gli effetti. Non ho elementi che ci siano delle causalità diverse dalla sfortuna e dagli eventi".

Quanto capita che chi si infortuna al ginocchio poi si faccia male all'altro?
"La frequenza non è bassa, parliamo del 20-25% della lesione controlaterale. Stamani ho parlato con il ragazzo dopo che aveva fatto la risonanza e gli ho ricordato un precedente illustre, parliamo degli albori della chirurgia del ginocchio e mi riferisco a Carlo . Inizio anni 80, prima un , poi dopo poco che era tornato in campo si è rifatto l'altro. Poi il giocatore è tornato ai massimi livelli, tornando in Nazionale e vincendo tutto quello che un giocatore può vincere".

Come stava moralmente il ragazzo?
"Stamani si era un pochino ripreso, ieri sera era fortemente abbattuto. Oggi però l'ho sentito più risollevato. Bisogna essere più ottimisti, per la società e per la famiglia, sono cose che possono capitare purtroppo in questo sport".

Tanti giocatori negli ultimi anni si sono infortunati da soli, è possibile che i legamenti e i tendini vengano sollecitati tanto nel momento in cui si crea una massa muscolare importante a questi giocatori?
"Normalmente la massa muscolare è un elemento di protezione del ginocchio quindi dovrebbe essere esattamente il contrario. L'articolazione è più sensibile al trauma quando non è sostenuta da una massa muscolare adeguata. Zaniolo dal punto di vista della struttura fisica è uno di quelli che dovrebbe essere più protetto. Questo non vale per Zaniolo, per un discorso puramente statistico, si pensa a una predisposizione che possa favorire questa possibilità per un ragazzo così giovane. Anche perché la medicina si fa sui grandi numeri, non su un singolo caso. La parola sfortuna almeno per il di Zaniolo possa essere finita. Dobbiamo essere ottimisti per il giocatore".


CENTRO SUONO SPORT - Il prof. Andrea Ferretti è successivamente intervenuto anche ai microfoni di un'altra emittente radiofonica della Capitale. Queste le sue parole:

Come ha vissuto questo nuovo infortuno Nicolò Zaniolo?
Ieri sera quando ci siamo resi conto della gravità della situazione il ragazzo ha avuto un momento di sconforto, lo ha  però superato immediatamente e già alla fine della partita era più sereno. L’ho sentito questa mattina, era determinato e forte con la voglia di superare questo infortunio.

Immaginiamo che il ragazzo, dopo l’esperienza precedente, fosse subito consapevole della gravità dell’accaduto.
La visita sul campo, con il test del anteriore era positiva, la diagnosi è stata immediatamente fatta. È chiaro che in una situazione simile aspettiamo con prudenza per avere un verdetto definitivo, ma la dinamica era chiara già ieri sera.

Sono venti crociati in poco più di cinque anni per la Roma, quali sono le componenti che più di altre possono portare al verificarsi di questo tipo di problema?
Non penso ci siano condizioni specifiche per una serie di infortuni di questo genere. La Roma è sicuramente bersagliata ed è fuori dalla casistica media ma è un evento che purtroppo sta diventando sempre più frequente anche per le elevate capacità diagnostiche che abbiamo oggi. Venti anni fa magari si sarebbe parlato solamente di distorsione.

Come ha trovato i calciatori della nazionale dal punto di vista fisico?
Tutto sommato anche meglio di quanto ci aspettassimo. I giocatori si allenano anche durante le vacanze, si tengono in attività. La scelta meditata, ragionata e logica è stata quella di non sottoporli a due partite consecutive, è stato un elemento e una scelta azzeccata. Dispiace per l’infortunio, da addebitare purtroppo a sfortuna e caso.

Molti atleti negli ultimi anni hanno subito ricadute dopo il ritorno in campo. C’è qualcosa di diverso che può esser fatto ad esempio per quanto riguarda i protocolli riabilitativi? Si parla sempre di questi canonici sei mesi, sono sufficienti?
Il periodo di ritorno all’attività agonista è un fattore individuale e può cambiare a seconda dei calciatori perché risente di fattori biologici soggettivi ma ha delle tempistiche abbastanza standardizzate. In Italia rispetto ad altri Paesi abbiamo rientri in campo più brevi e un numero di interventi riusciti più alto. Il lavoro che stiamo facendo in Italia come cura e prevenzione è buono. Abbiamo meno recidive di altri Paesi in Europa secondo le statistiche UEFA.

Quanto conta l’aspetto psicologico in situazioni come questa, soprattutto per un ragazzo che ha già vissuto un’esperienza del genere soltanto pochi mesi fa
È molto importante. La storia della traumatologia ci insegna che anche i casi di rotture bilaterali possono volgere in ottimi risultati. Ci sono esempi positivi, c’è ovviamente la possibilità di tornare agli stessi livelli di prima.

Complessivamente, quanto incide su questo tipo di infortuni lo stress muscolare a cui i calciatori vanno incontro con calendari così fitti di impegni?
Non abbiamo dati scientifici che ci possano chiarire questo aspetto. Una buona muscolatura di solito protegge il ginocchio. Se uno vuole trovare una causa non deve cercarla nei muscoli, possono esserci altre componenti che la medicina sta cercando

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