In un'intervista su Twitter con il digital entrepreneur Marco Montemagno, Alessandro Florenzi ha parlato della sua esperienza al Valencia, club in cui è in prestito dalla Roma: "Ho fatto poche partite qui, sembra un calcio più aperto e meno tattico rispetto a quello italiano. Le squadre spagnole sono propense all'attacco e molto preparate. A Roma la passione per il calcio è parte integrante, come c'è a Buenos Aires per il Boca Juniors, qui ho trovato meno passione e più libertà. Roma vive per il calcio".
4 chiacchere con Alessandro Florenzi
4 chiacchere con Alessandro Florenzi
Pubblicato da Marco Monty Montemagno su Lunedì 4 maggio 2020
Su Totti e De Rossi: "A noi bastava uno sguardo per far capire agli altri quanto per noi contasse la maglia o una partita, eravamo posseduti, succedeva ogni domenica. Difendere la maglia della propria città è un grande orgoglio e una grande responsabilità. Hai sempre gli occhi puntati, ma è una bella responsabilità. Ho un rapporto unico con Daniele e Francesco, ci sentiamo spesso. Mi hanno scritto e chiamato sempre quando sono andato via, sono legato a loro a vita, sono stati il mio cammino. Devo a loro come mi sono formato come uomo e calciatore, mi hanno insegnato la strada del romanismo e la Roma, posso solo ringraziarli a vita".
Sulle differenze negli allenamenti: "A Roma c'erano dei campi che secondo me non erano adeguati, ora stanno facendo dei lavori e stanno migliorando. A Valencia, invece, tutto bene". "Io inizio alle 8 di mattina e finisco alle 11 di sera - racconta sulla sua quotidianità - . Ho due bambine che non mi danno pace (ride, ndr), quando dormono poi mi alleno. Ho avuto la varicella prima che succedesse tutto questo e il Valencia mi ha messo a disposizione una bike e per fortuna è rimasta in casa durante la quarantena, mi sono allenato tantissimo e poi alla fine ho comprato una bike. In futuro, infatti, potrebbe interessarmi perché la bike non mi mette tanta pressione sul ginocchio, ci si può lavorare anche a livello cardio e non mi sollecita il ginocchio. In Spagna hanno aperto le fasce orarie per andare a correre, ieri sono andato a correre dopo 40 giorni e non mi muovevo perché ho fatto 45 giorni di bici, è stata una sorta di esperienza nuova e oggi sto a pezzi". "Abbiamo fatto le analisi del sangue, faremo dei test, poi ci alleneremo individualmente, a seguire in piccoli gruppi, infine con l'intero gruppo. Penso che si ricomincerà a porte chiuse se saranno diminuiti i contagi, si giocherà a porte aperte forse l'anno prossimo", così sulla possibile ripartenza della Liga.
Durante l'intervista i tifosi scrivono 'Torna a Roma', e 'Ma eri davvero vicino all'Inter?': "Ho rifiutato l'Inter quando ho rinnovato con la Roma, c'era un'offerta importante dei nerazzurri, ma seguendo il mio cuore ho deciso di restare alla Roma". "Sembra un gol da film - il commento sulla rete al Barcellona da centrocampo -, ieri mi hanno fatto notare che hanno fatto un'equazione sul gol. Ho visto Edin Dzeko fare un taglio, ma era seguito da due difensori del Barça, il portiere era fuori dai pali e ho pensato di provarci. Ho visto che la traiettoria era quella, nella mia testa vedevo la palla sul palo, seguivo la corsa del portiere per capire dove potesse andare la palla. Non lo dimenticherò mai". "Fonseca è ed è stato una persona importante per me, è stato uno dei pochi allenatori veri, che dice quello che pensa, è stato molto chiaro con me. Abbiamo provato a fare un percorso insieme, poi mi ha detto cosa pensava e insieme abbiamo deciso. A giugno, quando tornerò, riparleremo. E' un uomo e una persona top", così su Paulo Fonseca, allenatore della Roma.
Sul suo impegno sui social: "Li gestisco insieme a Max. All’inizio ero molto più attivo a leggere i commenti. Quando ero più piccolo, all’inizio vedevo tutte le tv, ascoltavo tutte le radio e leggevo ogni virgola sui social. Poi vedendo che mi portavano ad una 'malattia' mi sono chiesto perché. Un bambino di 12-13 anni che viene ad augurarti la morte… mi chiedo che problemi ci sono dietro? Se capisci questo è tutto più bello. Da giovane fai fatica a capire. Io sono molto riservato su tante cose, il mio essere umile passa come un essere arrogante. Piano piano cercherò di essere umile, ma anche far capire che l’umiltà non vuol dire arroganza".
Aneddoto raccontato da Florenzi: "Ci ridevamo tanto con Kolarov, un bambino di 5 anni viene lì e chiede se possiamo fare una foto. Si fa la foto, si gira dal papà e fa 'Chi è questo?'. Il papà lo aveva talmente spinto a fare la foto che il bambino non sapeva chi fossi".
Tanti chiedono se tornerai a Roma a fine prestito e i tuoi obiettivi calcistici
"I prossimi due anni saranno fondamentali, per quella che è stata la mia carriera e per quelli che sono i miei obiettivi. Entro in un'età dove psicologicamente e fisicamente sarò al top, poi avremo Mondiali ed Europei in due anni, dovrò farmi trovare pronto. I miei obiettivi sono quelli di giocare il più possibile. Finito il prestito tornerò alla Roma ma non sappiamo se torniamo a giocare adesso, figurati tra 2 o 4 mesi. Abbiamo questi due impegni e sarò concentrato su quelli".
Un aneddoto di questi anni nello spogliatoio o cose che qualcuno non vede...
"L'aneddoto può essere questo: Francesco (Totti, ndr) aveva uno studio dentro Trigoria e c'è una foto dopo un gol che fa in Roma-Livorno dove si mette sopra i tabelloni dietro al campo. E sotto c'è un raccattapalle con la palla in mano...sono io. Pensare che dopo 6 anni ero lì a giocare con lui, è stato uno dei desideri che sono riuscito ad esaudire".