LIVE - Coronavirus, Gravina: "Non firmerò per lo stop, sarebbe la morte del calcio". Spadafora: "Iniziamo a pensare alla prossima stagione". Nicchi: "Non terrorizziamo la gente e ripartiamo". Comitato medico Uefa: "Con i giusti protocolli si può ripartire". Dybala ancora positivo

29/04/2020 alle 23:25.
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Nonostante le possibilità di riprendere il campionato in Italia si siano affievolite ulteriormente dopo le dichiarazioni del Ministro Spadafora, i vertici del calcio italiano non sembrano volersi arrendere all'evidenza e cercano in ogni modo una scappatoia per ricominciare a giocare. Intanto l'Aic è in rivolta dopo la decisione che vieta ai calciatori di ricominciare ad allenarsi all'interno dei centri sportivi:

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21.50 - A margine del meeting online dell’Ascoli Calcio 'Crescere Insieme' è intervenuto il presidente della Figc Gabriele Gravina il quale ha ribadito ancora una volta la volontà di concludere la stagione calcistica, salvo che il Governo non imponga il blocco. Queste le sue parole: "Mi auguro che il mondo del calcio, che ha un impatto altamente sociale nel nostro Paese, possa ripartire con minori individualismi. Il piano B in caso di stop definitivo del calcio? Il mio senso di responsabilità mi porta ad avere un piano B, C, D. Ma se esso deve far rima con 'è finita' dico che, finché sarò Presidente della FIGC, non firmerò mai per il blocco dei campionati, perché sarebbe la morte del calcio italiano. Io sto tutelando gli interessi di tutti, quindi, ripeto, mi rifiuto di mettere la firma ad un blocco totale, salvo condizioni oggettive, relative alla salute dei tesserati, allenatori, staff tecnici e addetti ai lavori, ma qualcuno me lo deve dire in modo chiaro e mi deve impedire di andare avanti. Il tempo lavora a nostro favore, il danno economico è diviso per categorie: con la chiusura totale il sistema perderebbe 700-800 milioni di euro, se si dovesse giocare a porte chiuse la perdita sarebbe di 300 milioni, se si ripartisse a porte aperte la perdita ammonterebbe a 100-150 milioni, anche se quest'ultima ipotesi non è percorribile.

Noi abbiamo forti responsabilità contrattuali verso partner e istituzioni internazionali, UefaFifa. In Francia è il Governo che ha stabilito ciò che doveva fare la Federazione. Il Paris Saint Germain, ad esempio, ha detto subito di aver perso 200 milioni dopo l'annuncio della chiusura del campionato ed al momento non sa se riuscirà a partecipare alle coppe europee. E anche i club della Ligue 2 hanno deciso di presentare proposte alternative. Vi immaginate quanti contenziosi dovremmo affrontare in caso di stop? Chi viene promosso? Chi retrocede? Quali diritti andremo a calpestare? Tutti invocano il blocco, lo faccia il Governo, ce lo imponga, io rispetterò sempre le regole. Sento dire che dobbiamo aspettare il contagio 0 e il vaccino. In questo modo in pratica ci stanno dicendo che non potremo disputare neanche il campionato 2020/2021. Quando sarà pronto il vaccino? Quando sarà disponibile? C'è differenza tra il gioco del pallone nelle piazzette e negli oratori e l'industria calcio, che è un'altra cosa. Ai calciatori con famiglie cosa diremo? Che magari per i prossimi 2-3 anni dovranno cambiare mestiere? Ogni giorno devo rintuzzare attacchi e la gente non capisce o fa finta di non capire. Ribadisco ancora una volta il concetto: io la firma su un blocco del campionato non la metterò mai. Se non ragionassimo come sistema, la ripartenza per i club avrebbe dei costi fissi ingenti. Non ci saranno incassi dai botteghini, ci saranno meno sponsor perché le aziende sono in difficoltà, la valorizzazione del prodotto correrebbe il rischio di avere meno peso specifico, ci saranno meno diritti televisivi. Dobbiamo fare una riflessione: non è il caso di fare una riforma, intesa come modalità di sviluppo sostenibile e non solo per quanto riguarda il format playoff/playout? E’ questo il tema su cui dobbiamo concentrarci: siamo gli unici in Europa ad avere cento squadre professionistiche e non si possono più sostenere. Questa è la mia progettualità e lo dico da imprenditore, non da politico, io non so fare politica; sono portato a fare i calcoli ed a capire le criticità delle Leghe. Il vero imprenditore deve alzare l'asticella della qualità".

21.30 - Sulla ripresa degli allenamenti, ed eventualmente del campionato, ha detto la sua l'allenatore dell'Udinese Luca Gotti in un'intervista rilasciata all'emittente radiofonica. "Io prima ancora della possibilità di riprendere il campionato avrei ragionato sul fatto se sia giusto o meno riprendere, che è una cosa un po' diversa - le parole del tecnico bianconero - Non voglio entrare con un tono polemico su questa cosa, però dico che da allenatore mi piacerebbe provare a fare questa esperienza: è una cosa mai provata prima, non ci sono i dati su come sarà riprendere dopo due mesi di divano, non due mesi di sosta, ma due mesi di confino a casa, e poi con le cinque sostituzioni. Sì, dal punto di vista professionale mi piacerebbe provare questa cosa, però questo non ha niente a che vedere sul fatto se sia giusto o meno riprendere il campionato". "C'è differenza tra ripresa degli allenamenti che è quasi una necessità per gli atleti di alto livello - ha proseguito Gotti -, ma non è per nulla scontato che si possano fare le partite del campionato di serie A. Mi dispiace che il focus dei media sia stato solo sulla Serie A, ma questo è solo l'1% del movimento. Va ripensato il calcio in generale, quindi fare qualcosa anche per i settori giovanili per i dilettanti, per il grande numero dei praticanti del nostro sport bellissimo". "Il sentimento anti calcistico l'ho visto più alimentato dalle polemiche che si sono create dalle singole componenti all'interno del mondo del calcio che ci fanno apparire come una sorta di zoo variopinto dove le opinioni sono contrastanti e spesso vanno a perseguire i singoli interessi di bottega" ha infine concluso l'allenatore dei friulani.

(Radio Sportiva)

21.05 - "La prudenza del Governo è stata un po' eccessiva: non capisco come non si possano fare degli allenamenti individuali in un campo di calcio che venga frazionato. Avete presente quanto è grande un campo di calcio? Se uno lo fraziona, con tempi diversi, e con uno dello staff per ogni giocatore, accadrebbe la stessa cosa che se uno si allenasse in un parco o in un giardino. Questa cosa mi ha lasciato interdetto". A pensarla così è l'ex responsabile sanitario della Nazionale e presidente dell'associazione medici di calcio Enrico Castellacci intervenuto quest'oggi ai microfoni dell'emittente radiofonica riguardo l'ultimo Dpcm. "Da un punto di vista generale io non posso pensare che un giocatore professionista non si alleni più, nel senso che possa passare tre-quattro mesi senza allenamenti. Io non entro nel merito di ricominciare o meno il campionato, questo non lo valuteremo noi. Oggi ho visto tante note pessimistiche, probabilmente non si vuol rischiare di veder riaccendere l'epidemia che metterebbe in ginocchio più di quanto lo sia già il nostro Paese" ha concluso poi Castellacci .

(Radio Bruno)

21.00 - Slitta la pubblicazione del comunicato della Lega Calcio sulla ripresa dell'attività agonistica nel corso del consiglio informale di questo pomeriggio. A rivelarlo è l'emittente satellitare che specifica come non ci sia accordo o unità d'intenti fra i venti presidenti della massima serie. Intanto domani si terrà l'assemblea della Figc alla quale parteciperanno tutte le componenti federali per fare il punto della situazione. Nei prossimi giorni non è esclusa una possibile convocazione del Presidente federale Gabriele Gravina da parte del Comitato Tecnico-Scientifico.

(Sky Sport)

19.35 - Incontro al vertice, domani alle 14.30 a Berlino, tra la cancelliera tedesca Angela Merkel e i ministri dello Sport dei laender teutonici. Al centro del vertice le possibilità di ripresa della Bundesliga, il massimo campionato di calcio tedesco.

17.45 - A parlare del futuro del calcio nel pieno dell'emergenza Coronavirus è il professor Tim Meyer, capo del comitato medico dell’UEFA che sta presiedendo anche la commissione che sta esaminando le misure di sicurezza per un ritorno al calcio giocato durante la pandemia.  Queste le sue parole:

Nel discutere la ripresa del calcio, la salute dei giocatori e di tutti coloro che sono coinvolti nelle partite e del pubblico in generale è di primaria importanza. Tutte le organizzazioni che stanno pianificando la ripartenza delle competizioni produrranno dei protocolli che detteranno condizioni sanitarie e operative che a loro volta garantiranno che la salute di coloro che sono coinvolti nelle partite sia protetta e l’integrità della politica pubblica sia preservata. A queste condizioni e nel pieno rispetto della legislazione locale, è possibile in definitiva programmare la ripresa delle competizioni sospese durante la stagione 2019/20”.

17.00 - Marcello Nicchi, presidente AIA, è intervenuto ai microfoni dell'emittente radiofonica per parlare dell’eventuale ripresa del campionato di Serie A. Queste le sue parole:

Bisogna accelerare con le risposte, manca un punto di riferimento. Spadafora? Eviti di terrorizzare, cominciamo a pensare a casa nostra invece di parlare degli altri. Bisogna provare a ripartire: che sia oggi o a maggio. Bisogna ricominciare tramite la messa in sicurezza. Se scompare il calcio, scompaiono tante componenti. Chi ci può garantire che ad ottobre non ci sia la stessa situazione? Nessuno! Se ci danno l’ok noi siamo pronti a riprovarci, ma diamoci degli obiettivi, non teniamo segregati arbitri e atleti. Se le cose poi dovessero peggiorare ci fermeremmo come abbiamo già fatto. Siamo pronti a garantire la sicurezza sanitaria di arbitri e atleti. Non terrorizziamo la gente e ripartiamo”.

(TMW Radio)

16.00 - All’emittente radiofonica è intervenuto il membro del comitato esecutivo UEFA Armand Duka, che ha confermato come le squadre impegnate nelle competizioni europee continueranno a giocare. Queste le sue parole:

Anche se certi campionati hanno deciso di non scendere più in campo, credo che le squadre di questi suddetti campionati impegnate in competizioni europee giocheranno lo stesso. In Albania siamo a stretto contatto con il Governo ed i Comitati Scientifici, l’intenzione è di ripartire a fine maggio. Impensabile una linea unica europea: i contagi variano da Stato a Stato”.

(Radio Kiss Kiss )

14.55 - "Sono d'accordo con la linea della società. Io e a Villa Borghese e non a Formello o Trigoria sembra una cosa pazzesca. Potremmo allenarci ognuno in una metà campo, potremmo addirittura fare in modo di non incontrarci nemmeno. Molti miei compagni stanno vivendo queste situazioni da soli, senza famiglie. Ci aspettiamo di poter ripartire presto". Così l'attaccante della Lazio Ciro Immobile alla radio ufficiale del club biancoceleste. "La gente vuole rivedere il calcio -aggiunge il 30enne napoletano-. Tutti i calciatori che io sento vogliono tornare in campo. Da quello che sento e che so nessuno è contrario alla riapertura. Penso a serie B e categorie inferiori ma anche chi lavora attorno al calcio. Dobbiamo pensare anche al loro bene".

14.45 - Alla trasmissione 'Un giorno da pecora', è intervenuto Pierpaolo Sileri, viceministro della saluta. Queste le sue parole: "Anche un’amicizia è un affetto stabile, a volte è migliore di un familiare. Andare anche a casa di un amico dal 4 maggio? Sì, se è un amico vero, se non è una scusa. Se io incontrassi un amico caro ora, dopo tre mesi, lo abbraccerei e ci scapperebbe pure una lacrimuccia. In questo momento non sappiamo se il sesso è a rischio, ma di sicuro lo è la vicinanza. Può essere un rischio è difficile frenarsi, ma magari due ragazzi si vedono dopo tanto tempo è difficile frenarsi, ma magari qualcuno ha a casa la nonna di 75 anni. Il metro va bene, ma se è di più è meglio, questo se non hai la mascherina. Mentre all’aperto il rischio di contagio è più improbabile, ma la medicina è fatta di probabilità. Calcio? Vedo inverosimile che riprenda, nel rispetto dei calciatori, non è il tennis o la F1, c’è contatto fisico tra i calciatori".

14.15 - "Spadafora ha motivato la sua scelta e io gli ho detto di applicare protocolli degli sport individuali anche al calcio". Lo ha detto Damiano Tommasi, presidente dell'Assocalciatori a Radio 24, riferendosi al divieto di allenarsi agli atleti di sport di squadra nei centri sportivi fino al 18 maggio. "Ci sono anche presidenti che non se la sentono di prendersi la responsabilità di riprendere a giocare, magari in zone in cui il problema è più sentito. In Germania si stanno già allenando perché il rischio era sotto un certo livello. In Italia non c'è ancora questo - sottolinea - L'abbassamento del rischio ti consente di fare gradualmente delle cose", senza contare che "ci sono anche le responsabilità del datore di lavoro".

13.45 - Il calcio si ferma in Francia almeno fino a settembre ma il Paris Saint Germain ha messo subito in chiaro che non rinuncera' alla qualora si vada avanti. Per questo motivo la societa' sta gia' cercando una sede alternativa al Parco dei Principi e secondo la stampa locale il presidente Nasser Al Khelaifi starebbe pensando al Qatar per giocare gli eventuali quarti ad agosto. Fra le ipotesi allo studio anche il Portogallo.

12.00 - Paulo Dybala, attaccante della , è risultato positivo per la quarta volta al tampone per il coronavirus. L'argentino, in isolamento volontario dall’11 marzo insieme alla fidanzata, è al suo trentanovesimo giorno di malattia.

11.30 - L'Associazione italiana calciatori è in rivolta per la decisione che vieta ai calciatori di ricominciare ad allenarsi all'interno dei centri sportivi. Queste le parole del presidente Tommasi: "Non le troviamo un senso. Non sto parlando della ripresa della stagione appesa a tante incognite ma della possibilità per i giocatori di allenarsi individualmente in strutture dove sono controllati. Per il calciatore il ritorno alla giusta forma atletica dopo questo stop obbligato è un passaggio necessario e utile anche ad evitare infortuni e per essere pronti per iniziare il 18 maggio gli allenamenti di gruppo”.

10.00 - Il Ministro dello Sport Spadafora interviene ai microfoni di La 7 per parlare dell'eventuale ripresa del campionato, smorzando l'entusiasmo di chi si aspettava un segale di apertura: "I presidenti di Serie A dovrebbero cominciare a pensare a come far ripartire la prossima stagione. La possibilità di ripresa appare sempre più stretta. E’ ora di cominciare a pensare a un piano B” . Bocciatura anche per il protocollo proposto dalla Commissione Medica della Figc: "non è attuabile dal comitato tecnico-scientifico, che entro questa settimana darà un esisto definitivo sulla possibilità di riprendere gli allenamenti".

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