Continuano i dibattiti nel mondo del calcio per studiare la ripresa, e tutti i campionati progettano i rispettivi piani di ripartenza. Qui gli aggiornamenti dal mondo del calcio e dello sport:
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23.00 -La ripresa degli allenamenti continua a essere il tema maggiormente dibattuto nel mondo del calcio. Intanto nell'Assemblea della Lega Serie A è stata confermata all'unanimità l'intenzione di concludere la stagione. Su questo argomento si è espresso anche il presidente del Coni Giovanni Malagò il quale, ai microfoni dell'emittente televisiva, ha dichiarato:
Dopo l'Assemblea della Lega Serie A lei sarebbe ancora contrario alla ripresa del calcio?
Non sarebbe corretto porre così la domanda. Io non ho mai sostenuto la tesi che il calcio non dovesse ripartire, anzi ho sempre sostenuto il contrario. Tuttavia ho detto anche un'altra cosa, che non è in contraddizione con il concetto che il calcio è un'impresa. Chi è quel matto che può immaginare che l'impresa non si debba rimettere in moto il prima possibile? Soprattutto in considerazione di quei numeri che conosciamo a memoria. In più c'è la componente sportiva che sappiamo quanto sia collegata a questo meraviglioso gioco, che è indubbiamente in assoluto, nonostante qualche acciacco del tempo, è il più amato del nostro Paese. Io ho sempre sostenuto che essendo il calcio un'azienda del tutto atipica rispetto a qualsiasi altra, ha delle dinamiche diverse. Per fare un paragone: io ho un'azienda di famiglia dal 1957 e non è assoggettata a dei contratti che scadono il 30 giugno e che in teoria si possono prorogare in un secondo momento. Non abbiamo una stagione che si apre e una che si chiude, con tutte le dinamiche collegate. Non abbiamo un interlocuzione con un soggetto come i calciatori, la parte internazionale, le emittenti televisive con le quali dobbiamo confrontare. Il calcio ha una molteplicità di individui sono coinvolte in questa "ripresa". È indispensabile, diritto e dovere di ripartire, ma questo è un Paese che nessuno sa quando e come si potrà appieno svolgere un'attività, che poi sia una partita di calcio, anche a porte chiuse, con tutto il rispetto delle prescrizioni, dei regolamenti e dei protocolli. È doveroso prevedere un'ipotesi alternativa, un piano B. Se non tutto dovesse andare bene non vorrei che un problema, già di per sé molto grande, diventasse insormontabile.
Quale potrebbe essere la differenza per il calcio italiano partire a giugno o a settembre?
È un'ipotesi portata avanti da dei soggetti conoscitori di questo cotesto sportivo, come mi ricordo fu fatto da Galliani qualche settimana fa e poi ripreso, anche se un po' personalizzato, dalla massima autorità internazionale del calcio che è Infantino. Non entro nella specificità se questo possa essere il piano B alternativo, non sta a me dirlo. È altrettanto doveroso come voler ricominciare, dover anche ipotizzare che qualche cosa potrebbe non andare bene.
Il calcio e il governo sono di idee opposte?
In questi mesi ho imparato che è meglio non interpretare i pensieri di soggetti istituzionalmente diversi dal proprio. Probabilmente c'è un po' di letteratura giornalistica in questi giorni ma di sicuro il governo, in termini anche di opinione pubblica, ha qualche considerazione in più da fare se non si dovesse muovere tutti insieme.
Ha trovato un po' ideologico questo voler attribuire allo sport in generale, e al calcio in particolare, il tema di essere l'ultima delle priorità?
Ho letto le riflessione del Ministro della Salute sul mondo del calcio e sta a lui rispondere. Immagino e presumo che le pressioni che sono state fatte sull'Esecutivo siano importanti.
Il calcio non potrebbe essere una locomotiva a cui agganciare a traino anche lo sport un po' meno ricco e che sta soffrendo tantissimo?
Se uno facesse un discorso come se fosse una partita isolata probabilmente c'è qualche simpatia supplementare per ascoltare le istanze sacrosante e legittime del mondo del calcio.
Le società di sport di base hanno bisogno di un aiuto concreto.
Io penso che anche in un passato neanche troppo lontano ho avuto il coraggio di espormi nei confronti di Esecutivi che magari non erano stati particolarmente gentili o affettuosi nei confronti del mondo che rappresento. Ricordo che io rappresento un pezzo dello Stato, sono un funzionario pubblico, ma soprattutto non sono nominato ma eletto da più di 12mila persone. E' una situazione molto particolare. Cosa succede? Pur non essendo certo tacciabile di essere, fra virgolette, un ruffiano di questo o quel Governo, io devo dire che c'è molta disponibilità ad ascoltare queste istanze e fare il possibile per andare incontro. Ieri pomeriggio sono stato tre ore in videoconferenza con lo Stato Maggiore del ministero dove si è entrato nel dettaglio di quello che si era chiesto in una lettera in cui noi si era ascoltato tutte le Federazioni, con tutte le società sportive dalla Juventus - dico la Juventus perché ha il fatturato più alto - fino all'ultima ASD. Poi abbiamo chiesto al Politecnico di Torino cosa si deve fare a livello organizzativo sul Protocollo. Abbiamo un impegno, entro massimo fine settimana o inizio della prossima. Domani il calcio presenta un suo protocollo al Governo, l'unico che è fuori dall'egida della Federazione dei Medici Sportivi.
Porte chiuse?
Siccome non è all'ordine del giorno giocare a porte aperte. Questo documento iniziale non presenta la presenza di pubblico. In uno step successivo magari, sentite le istanze di tutte le Federazioni, può essere preso in carico.
Fuga in avanti del calcio sul protocollo?
Come al solito voi fate bene il nostro mestiere. Io sto solo citando i fatti. Non mi si può dire che il calcio, legittimamente, no stia giocando una sua partita.
Documento non conforme con la Federazione Medico Sportivo?
Io non ho detto che non è conforme, ho detto che non ha avuto l'interlocuzione della Federazione dei Medici Sportivi. Ha voluto giocarsela da solo questa partita. Magari è migliore e viene anche approvato. Loro hanno scelto questa strada.
Come mai in Italia si fa tanta fatica a organizzare un tavolo di lavoro con una direzione univoca?
Penso che questa è una partita dove è impossibile non si tenga conto degli altri interlocutori che esistono. Perché questo non succede? Non lo so. E' sempre sbagliato generalizzare. Probabilmente, anche in buona fede, qualcuno pensa sia uno spreco di energie. Le prime settimane e i primi mesi di questo nuovo ruolo io diventavo matto.
Gravina sta facendo un buon lavoro?
Ha ragione Gravina quando dice che non vuole essere il becchino del calcio. Non lo invidio, è una situazione complicata.
Gravina sta facendo un buon lavoro?
Ha ragione Gravina quando dice che non vuole essere il becchino del calcio. Non lo invidio, è una situazione complicata.
(Sportitalia)
21.45 - Il CEO della Roma Guido Fienga, intervenuto ai microfoni dell'emittente satellitare, ha evidenziato la posizione del club in merito alla ripresa degli allenamenti e del campionato. Queste le sue parole:
Qual è la posizione del club sulla ripresa degli allenamenti?
La posizione della Roma è quella di terminare questo percorso che, come tutti i cittadini italiani, sta cercando di minimizzare il più possibile l'impatto del coronavirus. Noi da subito siamo stati oltremodo sensibili nel mettere al primo posto la tutela della salute di tutti, dai giocatori ai tifosi. Ricordo l'episodio dell'incertezza sulla partita di Europa League con il Siviglia dove ci vide subito assumere una posizione molto forte. Come per tutti i cittadini e per tutte le attività industriali l'ambizione è quella di tornare a una nuova normalità, ovvero una normalità in convivenza con il Coronavirus che purtroppo è il nuovo elemento di cui dobbiamo tenere in considerazione nella ripresa delle attività.
È convinto della ripresa del campionato? Qual è il quadro attorno la Roma?
Sono convinto dell'aiuto e del ruolo che può dare il calcio alla ripresa di questa nuova normalità. Per tutte le attività produttive e per tutta la vita normale di tutti i cittadini oggi riprendere in convivenza con il coronavirus significa riprendere con la possibilità di avere un accesso facilitato e a basso costo a dei sistemi di diagnosi veloce e sicura. L'unico modo, fino a quando non ci sarà un vaccino per questo virus, per provare a riprendere la propria attività normale, che deve essere aspirazione di tutti, e combattere i rischi coronavirus.
Cosa è emerso dall'Assemblea di Lega e cosa si aspetta dal prossimo incontro tra calcio e governo?
Dall'Assemblea di Lega è emersa una unità di visione per quanto riguarda la ripresa degli allenamenti e del calcio. Questo lo sottolineo perché molte volte si dà un immagine molto faziosa e di contrasto, che invece è un malintendere un confronto che normalmente si ha fra club. La posizione della Lega è unita e compatta ed è quella di lavorare per risolvere i problemi e non per strumentalizzare gli stessi. Quindi per risolvere i problemi e per essere pronti quando le autorità ci diranno che possiamo ripartire, ma anche a mettere a disposizione della comunità tutto il nostro patrimonio di conoscenze, protocolli e controlli, che poi potrà utilizzare chiunque. Dalla riunione di domani mi aspetto che ci sia un confronto costruttivo e che non sia un confronto solo sulla data, ma anche su cosa si possa fare insieme fra le istituzioni e il calcio e quale possa essere il contributo che può dare il calcio che, ripeto, sono convinto essere un contributo formidabile non tanto per la ripresa del campionato, che sicuramente è un qualcosa che fa piacere a tutti perché allevierebbe l’angoscia di cui ci siamo caricati tutti, ma soprattutto per la nostra vita normale.
21.40 - La federcalcio brasiliana (Cbf) studia come far riprendere l'attività agonistica, e intanto vara un imponente piano di "ausilio alle autorità sanitarie" disponendo che tutti i calciatori di 180 squadre, e le persone che vivono con ognuno di loro, siano sottoposti a test per il coronavirus. I dati saranno poi inviati dalla Cbf al ministero della Salute. La decisione riguarda tutti i club maschili dalla Serie A alla Serie C, 20 squadre per ognuno di questi campionati, e quelli della Serie D, torneo in più gironi che raggruppa 68 club. A questi vanno aggiunto i 16 della Serie A/1 femminile, e i 36 della A/2. In tutto, sono appunto, 180 team sui quali ora partiranno i controlli con i tamponi. Saranno coinvolti anche i componenti degli staff tecnici. Successivamente i medici di ciascun club dovranno riempire un formulario con tutte le informazioni sui pazienti, e farlo pervenire, alla Cbf.
21.20 - L'epidemia Coronavirus non ha risparmiato neanche la Germania dove si registrano 147.103 casi e 4.856 morti. In questo periodo di difficoltà, come rivelato dal portale sportivo, l'ex difensore della Roma, ora in forza al Chelsea, ha deciso di fare una donazione sostanziale per sostenere il suo paese d'origine, coprendo tre mesi di spese di ristorazione per le infermiere del Berlin Charité, l’ospedale tedesco dove è nato nel 1993. "Il mio desiderio più grande è che il numero dei contagiati sia inferiore rispetto a ieri, non la ripresa della Premier League. Il calcio non ha priorità adesso, dobbiamo solo rallentare la diffusione del virus" aveva dichiarato Rudiger qualche settimana fa a Kicker.
(Goal.com)
20.25 - Mentre si cercano soluzioni per la ripartenza, l’Olanda va controcorrente e vieta le manifestazioni pubbliche e gli eventi sportivi fino al primo settembre. A comunicarlo è il Primo Ministro Mark Rutte durante una conferenza stampa. Secondo quanto riportato dal De Telegraaf questa misura pone fine alla Eredivisie: “La stagione sportiva professionistica non può finire“.
18.07 - La Protezione Civile ha diramato il consueto bollettino odierno: i nuovi contagi sono 2.729. Calano di 528 unità i pazienti attualmente positivi (107.709). 2.723 i guariti mentre i decessi sono 534. In terapia intensiva ci sono 2.471 persone, mentre i tamponi effettuati sono stati +52.126 rispetto a ieri.
18.00 - Mentre studia le soluzioni per tornare all'attività agonistica la Federcalcio brasiliana vara un imponente piano di "ausilio alle autorità sanitarie" disponendo che tutti i calciatori di 180 squadre, così come le persone che vivono con ognuno di loro, siano sottoposti al test per il coronavirus. I dati saranno poi inviati dalla Cbf al ministero della Salute brasiliano.
La decisione riguarda tutti i club maschili dalla Serie A alla Serie C, 20 squadre per ognuno di questi campionati, e quelli della Serie D, torneo in più gironi che raggruppa 68 club. A questi vanno aggiunto i 16 della Serie A/1 femminile, e i 36 della A/2. In tutto, sono appunto, 180 team sui quali ora partiranno i controlli con i tamponi. Saranno coinvolti anche i componenti degli staff tecnici. Successivamente i medici di ciascun club dovranno riempire un formulario con tutte le informazioni sui pazienti, e farlo pervenire, alla Cbf.
(ansa)
17.30 - Il presidente del Coni Giovanni Malagò ha rilasciato un'intervista per il settimanale che sarà in edicola da domani. Di seguito un'anticipazione delle sue dichiarazioni:
"Confido che dal 4 maggio ci sia un’apertura, con tutte le prescrizioni e le indicazioni concordate con il ministro Vincenzo Spadafora e il comitato scientifico naturalmente. Ci sono 387 discipline sportive chiuse. Il governo ci farà sapere, ma noi stiamo già preparando tutto. Ci sono molte differenze. Sport individuali e di squadra. Outdoor e indoor. È evidente che un golfista che sale in macchina, va da casa sua al campo, si allena senza passare dallo spogliatoio, sta due ore sul green e poi torna a casa in auto a farsi la doccia, è cosa diversa da un match di judo o di pugilato. Va tutto codificato. Non si può dire solo ‘stai a casa’.
"Si potranno fare soltanto allenamenti senza contatto - continua il presidente del Coni -, oppure gli atleti dovranno certificarsi. Certo, chi fa atletica leggera e corre da solo a distanza di 30 metri dagli altri all’aperto non mette in pericolo nessuno. Ecco, se non ci saranno controindicazioni, dal 4 maggio questi potranno ricominciare. Con le dovute differenze a seconda delle discipline. Le competizioni riguardano tutti e comprendono spostamenti anche impegnativi, nazionali e internazionali” spiega Malagò. “Situazione diversa dai semplici allenamenti. Ma per essere pronto un atleta deve allenarsi. Stiamo preparando un protocollo con tutte le federazioni da sottoporre al governo e al comitato tecnico. Siamo a buon punto".
(Chi)
17.00 - Abbiamo avuto una settimana libera a dicembre. Siamo tornati e, giuro, che 23 giocatori su 25 erano malati. Non è uno scherzo", lo dice l'attaccante dell'Inter Romelu Lukakuparlando su Instagram con Kat Kerkhofs, moglie di Mertens e presentatrice. "Abbiamo giocato in casa contro il Cagliari e dopo 25 minuti Skriniar ha dovuto lasciare il campo. Non poteva andare avanti - racconta Lukaku - e quasi svenne. Tutti tossivano e avevano la febbre. Non abbiamo mai fatto test per il Covid-19 in quel momento, quindi non lo sapremo mai con certezza".
"Sono tornato in Italia. Ci è stato permesso di tornare a casa per un po', ma siamo stati rapidamente richiamati perché il campionato potrebbe ricominciare'', continua. "Il mio compagno di squadra Diego Godin, ad esempio ha dovuto prendere tre voli per arrivare in Uruguay. Dopo alcuni giorni, è dovuto tornare. Eravamo tutti in uno stato di choc sul fatto che dovessimo tornare. Nella nostra chat di gruppo, tutti hanno temuto la quarantena di altre due settimane''.
16.40 - La Uefa si è confrontata oggi in videoconferenza con le 55 federazioni nazionali europee aggiornandole sui lavori portati avanti dalle due commissioni create a metà marzo alla luce dell'emergenza coronavirus. Sono state presentate diverse opzioni di calendario per portare a compimento sia i campionati che le coppe europee. Si è inoltre discusso il piano di finanziamento delle Associazioni nazionali attraverso il programma HatTrick dell'Uefa, l'organo presieduto da Aleksander Ceferin ha ribadito «il suo impegno a soddisfare come previsto i pagamenti alle federazioni affiliate». Dall'Uefa è arrivata «una forte raccomandazione per portare a termine i massimi campionati nazionali e le coppe europee», nella nota si specifica che in caso di annullamento di un campionato «alcuni casi speciali saranno discussi una volta che saranno state sviluppate le linee guida relative alla partecipazione alle competizioni europee. Eventuali decisioni su questi argomenti saranno annunciate dopo il Comitato Esecutivo Uefa di giovedì».
(uefa.com)
16.16 - E' intervenuto ai microfoni dell'emittente radiofonica Arturo Diaconale, responsabile della comunicazione della Lazio e portavoce di Claudio Lotito. Queste le sue parole:
"Domani ci auspichiamo che il Governo prenda una decisione, che speriamo sia positiva per poter ripartire in un quadro di massima sicurezza per tutti e per evitare rischi economici in un reparto che dà lavoro a 250mila persone e rappresenta uno dei settori produttivi più importanti del paese. Con il nostro centro sportivo di Formello siamo in grado di rispettare tutte le misure di sicurezza, ovviamente aspettiamo il via libera del governo. Lucas Leiva? È stato al centro sportivo perché, dopo essersi operato al menisco, deve rispettare un programma rigido indicato dai medici".
"Scudetto a tavolino? Se inizialmente sembrava potesse esserci un interesse in questa direzione, Agnelli ha poi sgombrato il campo. La Lazio non si sente lo scudetto in tasca o appuntato sulla maglia, però vorrebbe giocarselo continuando la stagione e aspettando il verdetto. Se saremo in grado di conquistarlo bene, altrimenti prenderemo quello che dirà il campo. Restano poi da definire l'assegnazione dei posti in Europa, le retrocessioni e le conseguenti promozioni. Concludere il campionato significa anche evitare contenziosi. Taglio degli stipendi? Smentiamo di non aver pagato mensilità ai nostri giocatori. Il problema dovrà essere discusso collettivamente, poi ci adegueremo alle soluzioni condivise. Cellino? Siamo su posizioni opposte e ognuno porta avanti la propria tesi, se tutto quanto avviene nel rispetto reciproco credo che anche la polemica possa essere portata avanti. Immobile? Finora Lotito ha difeso e mantenuto i giocatori più forti alla Lazio e credo sarà anche così, Ciro ha un rapporto molto forte con la tifoseria biancoceleste e può diventare l'attaccante simbolo".
(radio sportiva)
16.35 - Gesto di solidarietà del Barcellona, la società blaugrana per aiutare la lotta alla pandemia cederà i title rights del 'Camp Nou' alla 'Fundació Barcà, il ricavato sarà investito in progetti per la lotta contro il coronavirus. Ad ufficializzarlo la società catalana in una nota. Nelle prossime settimane la Fondazione e l'area commerciale del club, inizieranno la ricerca di uno sponsor per la prossima stagione. Originariamente il Barcellona aveva pianificato l'idea di cedere i title rights dello stadio per la stagione 2023-24 con l'intento di ottenere 300 milioni per un contratto di 25 anni.
16.05 - E' andata in scena una conference call, stando alle indiscrezioni del portale brasiliano, tra l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l'Uefa e i principali club europei: al centro del dibattito il calendario. Per l'OMS lo scenario ideale sarebbe la sospensione delle competizioni internazionali fino alla fine del 2021. La conferenza, anziché durare un'ora come inizialmente previsto, si è prolungata ed è durata due ore e mezza, con toni accesi. Alla base del suggerimento dell'OMS all'Uefa uno studio sui rischi delle nuove ondate di contagio e sui possibili scenari.
Per i cinque top campionati europei si stima una perdita di 4,1 miliardi di euro, se le partite di questa stagione non fossero disputate. Se le competizioni venissero cancellate, il collasso sarebbe inevitabile. Alla fine della riunione non è stata presa alcuna decisione.
(veja.abril.com.br)
15.45 - I club di Serie A hanno deliberato all'unanimità di dare alla Lega il mandato di salvaguardare i contratti con Sky. Questa, apprende l'agenzia di stampa, è la risposta dell'assemblea di Lega a una lettera con cui, in sintesi, la pay tv ha chiesto uno sconto, più o meno sostanzioso a seconda se riprenderà il campionato sospeso per l'emergenza coronavirus, e una dilazione finché non si torna in campo. Da Sky sottolineano che la lettera si inserisce nel solco del dialogo costruttivo con la Lega, che continuerà alla ricerca di una soluzione reciprocamente utile in vista delle prossime scadenze.
(ansa)
15.40 - Giorni decisivi per il possibile ritorno in campo del Cagliari e di tutta la Serie A. La situazione logistica è favorevole: il centro sportivo di Assemini è stato già utilizzato in passato per ospitare i ritiri della squadra. Ed è quindi eventualmente attrezzato per la possibile «clausura» dell'ultima tranche di torneo. I giocatori, tranne Olsen, Walukiewicz e Pellegrini, sono tutti a Cagliari in attesa delle convocazioni. A loro è stato assegnato un programma di lavoro e i loro allenamenti sono seguiti a distanza anche da Walter Zenga, l'allenatore che ha sostituito Rolando Maran ma che non ha ancora potuto esordire sulla panchina rossoblu.
15.30 - Domani andrà in scena l'incontro in videoconferenza tra il ministro Spadafora e i vertici del calcio, in attesa di capire se dal 4 maggio si potranno riprendere gli allenamenti. Ma se questa stagione non dovesse riprendere, cosa succederebbe? Lo scudetto non sarebbe assegnato, ma per le coppe europee non si potrebbe tenere in considerazione la classifica attuale, non valida visto che si è fermata alla 26a giornata. Se la decisione dovesse spettare al consiglio federale della Figc verrebbero indicate all'Uefa per le coppe europee 2020/21 le prime della classifica di questa annata: quindi, in Champions andrebbero Juventus, Lazio, Inter e Atalanta. Ma sono le Federazioni a decidere quando i campionati sono conclusi.
Esiste anche la possibilità che a decidere sia l'Uefa, visto che la questione potrebbe riguardare non solo l'Italia, e in questo caso si prenderebbe in esame il ranking Uefa. Quindi in Champions andrebbero Juventus (n.5 nel ranking), Roma (n.15), Napoli (n.16) e Lazio (n.36). Resterebbero fuori Inter e Atalanta, rispettivamente n.50 e 51. Tutto è ancora da stabilire, ma l'ultima parola potrebbe spettare a Ceferin.
(repubblica.it)
15.00 - La Lfp, la lega dei club di Ligue 1, assieme ai suoi omologhi che rappresentano i club professionistici (Ucpf), l'Unione Nazionale degli Allenatori e dei Tecnici (Unecatef), il sindacato dei giocatori (Unfp) e l'unione nazionale degli amministrativi e assimilati di calcio (Snaaf) ha annunciato un accordo per far fronte alla crisi economica causata dalla sospensione delle competizioni a causa della pandemia di Covid-19. L'Unfp e l'Unecatef hanno firmato un accordo con i club "in base al quale incoraggiano i giocatori e gli allenatori ad accettare individualmente la scissione dell'indennita' di attivita' parziale che deve essere loro corrisposta". "Tutti i club professionistici hanno anche accettato di rinunciare a determinati aiuti di Stato per i loro dipendenti piu' pagati", ha aggiunto la Lfp nel suo comunicato stampa. Infine, e' stato registrato un calo dello stipendio di circa del 30% per i dirigenti di club e per quelli della Lfp. Queste decisioni sono state prese con l'obiettivo di "preservare gli 8.000 posti di lavoro dei club su tutti i territori della Francia e i 30.000 indiretti che dipendono da essi".
14.50 - La Lega di Serie A, riunitasi questa mattina in conference-call, ha dato vita ad un documento che conferma l'intenzione, all'unanimità, di portare a termine il campionato. Questo il testo del comunicato emesso a margine:
“L’Assemblea della Lega Serie A si è riunita questa mattina e ha confermato, con voto unanime di tutte le venti Società collegate in video conferenza, l’intenzione di portare a termine la stagione sportiva 2019-2020, qualora il Governo ne consenta lo svolgimento, nel pieno rispetto delle norme a tutela della salute e della sicurezza. La ripresa dell’attività sportiva, nella cosiddetta Fase 2, come già evidenziato in passato, avverrà in ossequio alle indicazioni di Fifa e Uefa, alle determinazioni della Figc, nonché in conformità ai protocolli medici a tutela dei calciatori e di tutti gli addetti ai lavori”.
12.30 - Mesut Ozil ed altri due compagni di squadra di cui non è noto il nome non avrebbero accettato la riduzione di stipendio proposta dall'Arsenal ai suoi giocatori per far fronte alla crisi economica dovuta all'emergenza coronavirus. A quanto riporta il 'Daily Mail' il centrocampista tedesco ha rifiutato di ridursi del 12,5% l'ingaggio in quanto "non convinto" della necessità di questa riduzione. Ozil avrebbe manifestato la volontà di "assicurarsi del reale impatto finanziario della pandemia" sulle casse del club. La notizia arriva il giorno dopo l'annuncio dei 'gunners' del trovato accordo sul taglio degli ingaggi coi giocatori per un periodo di 12 mesi.
11.00 - La UEFA rende noto che oggi ospiterà una sessione informativa per i segretari generali delle 55 federazioni affiliate prima della video conferenza di giovedì. I meeting esamineranno gli sviluppi relativi alle competizioni nazionali ed europee.
? UEFA will today host an online information session for the General Secretaries of UEFA’s 55 member associations ahead of Thursday's #UEFAExCO video conference.
The meetings will look at developments across both domestic and European competitions.
— UEFA (@UEFA) April 21, 2020
9.40 - Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha pubblicato questa mattina un post su Facebook: "In queste ore continua senza sosta il lavoro del Governo, coadiuvato dall’équipe di esperti, al fine di coordinare la gestione della ‘fase due’, quella della convivenza con il virus. Come già sapete, le attuali misure restrittive sono state prorogate sino al 3 maggio. Molti cittadini sono stanchi degli sforzi sin qui compiuti e vorrebbero un significativo allentamento di queste misure o, addirittura, la loro totale abolizione. Vi sono poi le esigenze delle imprese e delle attività commerciali di ripartire al più presto. Mi piacerebbe poter dire: riapriamo tutto. Subito. Ripartiamo domattina. Questo Governo ha messo al primo posto la tutela della salute dei cittadini, ma certo non è affatto insensibile all’obiettivo di preservare l’efficienza del sistema produttivo. Ma una decisione del genere sarebbe irresponsabile. Farebbe risalire la curva del contagio in modo incontrollato e vanificherebbe tutti gli sforzi che abbiamo fatto sin qui. Tutti insieme. In questa fase non possiamo permetterci di agire affidandoci all’improvvisazione. Non possiamo abbandonare la linea della massima cautela, anche nella prospettiva della ripartenza. Non possiamo affidarci a decisioni estemporanee pur di assecondare una parte dell’opinione pubblica o di soddisfare le richieste di alcune categorie produttive, di singole aziende o di specifiche Regioni. L’allentamento delle misure deve avvenire sulla base di un piano ben strutturato e articolato. Dobbiamo riaprire sulla base di un programma che prenda in considerazione tutti i dettagli e incroci tutti i dati. Un programma serio, scientifico. Non possiamo permetterci di tralasciare nessun particolare, perché l’allentamento porta con sé il rischio concreto di un deciso innalzamento della curva dei contagi e dobbiamo essere preparati a contenere questa risalita ai minimi livelli, in modo che il rischio del contagio risulti “tollerabile” soprattutto in considerazione della recettività delle nostre strutture ospedaliere. Vi faccio un esempio. Non possiamo limitarci a pretendere, da parte della singola impresa, il rispetto del protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro che pure abbiamo predisposto per questa epidemia. Dobbiamo valutare anche i flussi dei lavoratori che la riapertura di questa impresa genera. Le percentuali di chi usa i mezzi pubblici, i mezzi privati, in quali orari, con quale densità. Come possiamo garantire all’interno dei mezzi di trasporto la distanza sociale? Come possiamo evitare che si creino sovraffollamenti, le famose “ore di punta”? Come favorire il ricorso a modalità di trasporto alternative e decongestionanti? Questo programma deve avere un’impronta nazionale, perché deve offrire una riorganizzazione delle modalità di espletamento delle prestazioni lavorative, un ripensamento delle modalità di trasporto, nuove regole per le attività commerciali. Dobbiamo agire sulla base di un programma nazionale, che tenga però conto delle peculiarità territoriali. Perché le caratteristiche e le modalità del trasporto in Basilicata non solo le stesse che in Lombardia. Come pure la recettività delle strutture ospedaliere cambia da Regione a Regione e deve essere costantemente commisurata al numero dei contagiati e dei pazienti di Covid-19. È per questo che abbiamo gruppi di esperti che stanno lavorando al nostro fianco giorno e notte. C’è il dott. Angelo Borrelli che sin dalla prima ora ci aiuta, per tutta la parte operativa, con le donne e gli uomini della Protezione civile. C’è il dott. Domenico Arcuri che sta mettendo le sue competenze manageriali al servizio dell’approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale e delle apparecchiature medicali di cui le Regioni erano fortemente carenti (pensate: ad oggi abbiamo fornito alle Regioni 110 milioni di mascherine e circa 3 mila ventilatori per le terapie). C’è il prof. Silvio Brusaferro che insieme agli altri scienziati ed esperti sanitari del Comitato tecnico-scientifico ci forniscono un’analisi scientifica della curva epidemiologica e ci suggeriscono le misure di contenimento del contagio e di mitigazione del rischio. Più di recente si è aggiunto il dott. Vittorio Colao che insieme a tanti altri esperti sta offrendo un contributo determinante per la stesura di un piano per una graduale e sostenibile riapertura, che tenga conto di tutti i molteplici aspetti, operativi e scientifici. È fin troppo facile dire apriamo tutto. Ma i buoni propositi vanno tradotti nella realtà, nella realtà del nostro Paese, tenendo conto di tutte le nostre potenzialità, ma anche dei limiti attuali che ben conosciamo. Nei prossimi giorni analizzeremo a fondo questo piano di riapertura e ne approfondiremo tutti i dettagli. Alla fine, ci assumeremo la responsabilità delle decisioni, che spettano al Governo e che non possono essere certo demandate agli esperti, che pure ci offrono una preziosa base di valutazione. Assumeremo le decisioni che spettano alla Politica come abbiamo sempre fatto: con coraggio, lucidità, determinazione. Nell’esclusivo interesse di tutto il Paese. Nell’interesse dei cittadini del Nord, del Centro, del Sud e delle Isole. Non permetterò mai che si creino divisioni. Dobbiamo marciare uniti e mantenere alto lo spirito di comunità. È questa la nostra forza. E smettiamola di essere severi con il nostro Paese. Tutto il mondo è in difficoltà. Possiamo essere fieri di come stiamo affrontando questa durissima prova. Prima della fine di questa settimana confido di comunicarvi questo piano e di illustrarvi i dettagli di questo articolato programma. Una previsione ragionevole è che lo applicheremo a partire dal prossimo 4 maggio".
9.35 - In Liga, invece, per il 4 maggio si dovrebbe prevedere il ritorno agli allenamenti, con l’idea di poter scendere in campo nel weekend del 6 giugno. Un'ipotesi ambiziosa che dovrà essere approvato dalla Sanità. In Bundesliga la decisione è stata presa con tanto di data per la ripresa: il 9 maggio
(gasport)
9.30 - La Premier League potrebbe riaprire il 13 giugno. Nella riunione di Londra di venerdì scorso, club della Premier hanno redatto un documento nel quale sono indicati ripresa degli allenamenti (18 maggio), la ripresa del torneo (il secondo fine settimana di giugno), la conclusione (19 luglio) e le due opzioni per l’avvio dell’edizione 2020-2021 (22 agosto quella più caldeggiata, 12 settembre l’alternativa).
(gasport)