"Quei 17 secondi di follia hanno creato una condanna per Sean e anche per noi, perché la vita ci è cambiata a tutti. Ciò che gli è stato fatto è incredibile". Sono le parole di Martina, la moglie del tifoso del Liverpool Sean Cox rimasto gravemente ferito dopo lo scontro avvenuto con i sostenitori della Roma fuori dai cancelli di Anfield, a pochi minuti dal fischio d'inizio della semifinale di Champions League del 24 aprile dell'anno scorso. La signora Cox, nell'intervista rilasciata al quotidiano irlandese ha poi proseguito: "È difficile da comprendere il modo con cui hanno agito: si sono cambiati i vestiti per non essere riconosciuti e poi... si sono seduti sugli spalti dello stadio a guardare la partita. Sarò onesta. Ogni mattina mi sveglio e mi chiedo: 'È successo davvero?' È la prima cosa che penso ogni mattina e l'ultima cosa che penso la sera”. Poi Martina ha ripercorso quelle ore di quel 24 aprile pomeriggio: “La prima ad avvisarmi di quanto accaduto a Sean è stata mia cognata Aisling, ma mi ha dato informazioni molto vaghe. Dopo 20 minuti ho ricevuto un’altra telefonata ed era l’infermiera dell’ospedale di Aintree la quale mi ha detto ‘Sean ha avuto un’emorragia celebrale, le prossime 24 ore possono essere critiche quindi devi raggiungerci’”.
“Ricevuta quella chiamata sono andata nel panico. Non sapevo cosa fare – ha continuato a dichiarare la signora Cox – Ci siamo sentiti impotenti. Quando poi finalmente sono arrivata nel Walton Center di Liverpool e ho visto Sean è stato terribile. Aveva la testa gonfia coperta dalle bende. Non sembrava nemmeno Sean. Ero devastata”. Dopo l’intervento il tifoso irlandese è entrato in coma e la moglie ha raccontato: “Sei seduto lì ad aspettare che accada qualcosa, ma è accaduto molto poco. Ci siamo semplicemente seduti accanto a lui e gli abbiamo parlato. Abbiamo cantato delle canzoni e gli abbiamo tenuto la mano. Non sapevamo se ci potesse sentire oppure no, ma ci piaceva pensare che ci ascoltasse”. Quattro settimane dopo lo scontro Sean è stato trasportato in Irlanda, a Beaumont, dove vi trascorrerà altri 4 mesi. Qui improvvisamente aprì gli occhi: “Ha aperto gli occhi per 35 minuti. E giuro su Dio che sembrava di aver vinto il Lotto -ha continuato Martina -. Da quando si è trasferito al National Rehabilitation Hospital a Dùn Laoghaire lo scorso ottobre è venuto a casa due volte, solo per un paio di ore. Averlo avuto a casa è stato fantastico, una delle cose più belle. È orribile vivere senza la sua presenza. Ci manca”.
La Cox infine ha concluso: “Per tutto quanto successo sono arrabbiata, ma non mi soffermo su questo perché non fa bene né a me né a nessuno. Non ha senso. Il mio obiettivo è portare Sean nel posto migliore per guarirlo. Adesso ho tante cose da fare e non voglio sprecare le mie energie a persone come loro (riferendosi agli assalitori del marito ndr)”. Ora Sean Cox si trova ancora nel National Rehabilitation Hospital e vi rimarrà almeno fino a giugno. Ma, come riferito dall’amico Stephen Felle, Sean venerdì prossimo lascerà l’ospedale per partecipare a una partita di beneficenza promossa in suo onore all'Aviva Stadium di Dublino tra le leggende irlandesi e quelle dei Reds. I fondi che verranno raccolti serviranno per portare Sean in un’unità di riabilitazione nel Regno Unito visto che avrà bisogno di cure continue per il resto della vita.
(irishtimes.com)