Football Leaks: il Psg catalogava i giocatori su base etnica. Il club francese conferma e si cautela: "La dirigenza ignorava tale sistema"

09/11/2018 alle 01:10.
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I nomi dei giocatori di alcuni agenti che reclutavano in tutto il mondo per il Paris Saint-Germain sono stati catalogati in base alla loro provenienza etnica: "francese", "maghrebino", "antillese" o "africano": lo rivela un dossier della serie 'Football Leaks' diffuso oggi dal sito on line francese Mediapart.

Il PSG ha avviato "un'inchiesta interna" per appurare la verità su una pratica - quella della schedatura in base all'etnia - che è espressamente vietata dalla legge francese. L'inchiesta è scaturita, riferisce Mediapart, dal reclutamento di Yann Gbojo, giovanissimo ivoriano (13 anni), che nel 2014 indossava la maglia del Rouen e aveva attirato l'attenzione di un agente del PSG, Serge Fournier. Una scheda sul ragazzo, riempita il 2 novembre 2013 dopo una partita del Rouen, recava l'indicazione dell'origine del giocatore in erba, ("antillese"). In realtà, scrive Mediapart, tutto faceva parte di un sistema: quando un reclutatore della squadra parigina "passa il mouse del computer sulla casella per riempire le indicazioni, appare un menù a tendina con quattro scelte: 'francese', 'maghrebino', 'antillese' o 'africano'". A Mediapart, Fournier ha confermato l'esistenza del sistema, aggiungendo che il "Psg non voleva che reclutassimo giocatori nati in Africa perché non si è mai sicuri della loro data di nascita".

Il Paris Saint-Germain conferma "l'esistenza di formulari con contenuti illegali, utilizzati fra il 2013 e il 2018 dalla cellula di reclutamento del centro di formazione dedicata ai territori fuori dall'Ile-de-France" ma sottolinea che "la direzione generale" del club "non era a conoscenza" di tale sistema. Il PSG, in un comunicato, "ribadisce la ferma condanna di ogni forma di discriminazione, razzismo o schedatura etnica". I formulari "illegali" sono stati "istituiti per iniziativa esclusiva e personale del responsabile" del settore reclutamento. Mentre la società, "appena informata all'inizio di ottobre, ha lanciato un'inchiesta interna per comprendere come tali pratica siano potute esistere e per decidere le misure da adottare".

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