RADIO UNO - "Il caso del Milan? Quelle del fair-play finanziario sono regole che segue la Uefa, non passano dalla Federazione, è un rapporto diretto fra le società e la Uefa e la Figc non può intervenire. Noi non conosciamo neanche i documenti. Io poi ho anche un altro ruolo di vice presidente Uefa e presidente della commissione sul Financial fair play e club licensing ed è come chiedere al ministro della giustizia di intervenire su giudici e magistrati per addolcire una sanzione. Le regole sono chiare. Roma e Inter non erano adempienti, la Uefa le ha dato un percorso e lo stanno seguendo in modo straordinario e faccio i complimenti. Tra l'altro nei prossimi anni queste norme saranno ancora più rigide perché gli effetti del fair-play finanziario negli ultimi cinque anni sono straordinari: si è passati da un debito aggregato di 400 milioni di euro a un risultato positivo di 800 milioni". Lo ha detto Michele Uva, direttore generale della Federcalcio e vicepresidente dell'Uefa, intervenuto stamattina a 'Radio Anch'Io Lo Sport', sull'esclusione del Milan dalle Coppe Europee per violazioni del fair-play finanziario.
"Il Milan ha ora la possibilità di rappresentare le proprie ragioni al Tas, ha avuto la possibilità di farlo in più step alla Uefa che però non ha ritenuto quel percorso virtuoso per le regole del financial fair play. Ma la Figc non può fare nulla e a maggior ragione il sottoscritto, per cui non ne farei una questione di peso politico: sono vicepresidente Uefa e presidente", ha proseguito Uva.