CENTRO SUONO SPORT - Luca Toni, ex attaccante della Roma, nel suo intervento di oggi pomeriggio all'emittente radiofonica romana ha parlato dell'imminente sfida di Champions tra i giallorossi e il Barcellona: “Sarà una partita difficile - le sue parole - , perchè la Roma gioca contro una delle squadre più forti al Mondo, ma nelle partite secche la squadra giallorossa è capace di fare risultati straordinari, la speranza è che Messi non sia in serata. Bisogna cercare di limitare il numero dieci blaugrana, anche se quando li trovi in giornata fenomeni così è veramente dura, non è facile preparare la partita contro il Barcellona, quando sono in serata sono imprendibili. E’ difficile per le squadre italiane confrontarsi in questo momento con super potenze come il Real o il Barcellona, serve una rivoluzione sostanziale, c’è troppa distanza tra fatturati, ingaggi e calciatori”.
Un commento poi sul lavoro di Eusebio Di Francesco: “Ha fatto un grande lavoro finora, non era facile raccogliere l’eredità di Spalletti, ha avuto qualche problemino a metà campionato, adesso si è ripreso, è arrivato tra le migliori 8 d’Europa, questa sera se la giocherà senza grandi pressioni”. Poi su Totti: “Ci siamo sentiti meno in quest’ultimo periodo, ha tutto per essere un grande dirigente, è un simbolo per la Roma, è molto intelligente, riparte una nuova vita, sarà valutato nel ruolo da dirigente, starà a lui scegliere la via migliore”. E infine si passa a Dzeko: “Mi impressionò in Bundesliga quando lo affrontai col Bayern contro il Wolfsburg, non è facile adattarsi nel campionato italiano dopo aver giocato all’estero, ero fiducioso perchè conoscevo le sue grandi potenzialità, ha qualità, ha fisicità, vede la porta, in quest’ultimo periodo è tornato a fare la differenza”.
In conclusione, Toni torna con la memoria a quei sei mesi passati in giallorosso nel 2010: “Porterò per sempre nel cuore l’esperienza romana, abbiamo sfiorato il sogno Scudetto, quella sera contro l’Inter e nel derby con due grandi vittorie ci siamo avvicinati al titolo, contro l’Inter del triplete. Sarebbe stato uno Scudetto leggendario. A Roma sarei rimasto molto volentieri, la società purtroppo fece altre valutazioni, forse pensavano che a trentanni fossi vicino al termine della stagione, scelsero di prendere Adriano poi Borriello, mi ero ambientato benissimo a Roma, con tanti amici nello spogliatoio”.