IL TEMPO (A. AUSTINI) - Un tempo senza tirare un porta, una ripresa in crescendo. Di Francesco non riesce a ottenere neppure questa volta una prestazione completa e continua dalla Roma, che mostra ancora due facce opposte ma la medaglia, almeno, vale tre punti pesanti. Sette gol segnati nelle ultime due partite, tredici in cinque sfide di campionato se si sommano le reti rifilate a Udinese e Benevento, con in mezzo la parentesi nerissima col Milan. Oltre all’attacco sbloccato, l’altra buona notizia è la vittoria ritrovata in casa. «I ragazzi - svela il tecnico giallorosso - accusavano il fatto di non vincere più all’Olimpico e ci stavamo complicando da soli la partita. Non abbiamo disputato un bel primo tempo, nella ripresa ho alzato di qualche metro Nainggolan che ci ha permesso di avere più verticalità». Una mossa che ha sbloccato la Roma, non ancora Schick. «Ha fatto meglio nel secondo tempo come tutti gli altri - conferma Di Francesco - ha una tipologia di corsa e di movimenti diversa dal classico attaccante centrale, tende ad “aprirsi” troppo,ma con Nainggolan vicino è cresciuto. Gli serve continuità, a, ricordiamoci il percorso di Under. Da come tocca la palla si capisce che è un giocatore di spessore, ma deve crescere molto».
Altra scelta del tecnico che ha pagato è stata la conferma di De Rossi, nonostante avesse passato una settimana a dir poco complicata. «Sono contento che abbia segnato, ci teneva tanto a giocare, quando lui mi ha detto che voleva esserci non ho esitato un momento nonostante giovedì si fosse svegliato alle sei di mattina per andare al funerale di Astor»i. E ora la Champions. «Vincere aiuta a vincere - sottolinea Di Francesco - però martedì bisogna giocare in dodici e il pubblico sarà determinante. Affrontiamo una squadra più brasiliana che ucraina. Ma vi assicuro che lo Shakhtar possiamo metterlo in difficoltà».