La cosa più preoccupante arriva alla fine, a chiusura di un’estate in chiaroscuro. E arriva dalla bocca di Eusebio Di Francesco, senza alcuna remora: «Le partite non si preparano ore prima, ma giorni prima. Lo devo far capire ai ragazzi, il problema è nella testa, negli atteggiamenti. Come ci si allena, poi si gioca. Farò delle valutazioni nelle sedi opportune». Ecco, se il problema è questo allora è meglio correre ai ripari subito.
È chiaro che la Roma sta provando a cambiare radicalmente gioco e ci vuole tempo prima che la squadra assimili le idee di Di Francesco. Lo si vede anche nelle difficoltà che trovano tanti giallorossi, tra cui gente come Nainggolan, Fazio, De Rossi e Gonalons. È un cambio radicale, ad iniziare proprio dalla mentalità. Insomma, bisogna cambiare la testa. Ed i primi a farlo devono essere i calciatori, che devono credere di più nel calcio che gli viene proposto.
Sul banco degli imputati poi c’è la difesa, sia a livello di individualità sia di reparto. E poi c’è il problema della produzione offensiva, della concretezza sotto porta. Gonalons e De Rossi faticano a verticalizzare e quindi a cercare le punte in profondità o le mezzale negli inserimenti. Ma anche davanti, Dzeko a parte, non è che fili proprio tutto liscio.
(gasport)