LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - Parole (poche), concretezza (tanta). Si era persa l’abitudine alla semplicità che il post Spalletti sembra aver restituito all’interno della sala stampa di Trigoria. Di Francesco e Monchi dettano le linee guida della nuova Roma, tra il mercato da costruire e un gioco da sviluppare, anche tenendo conto delle caratteristiche dei giocatori già in rosa. «Mi chiedete se sono un aziendalista? Le scelte le facciamo insieme – sorride il tecnico – quella di Moreno è stata pienamente condivisa con il direttore. Le mie fortune sono le stesse della società, non siamo due entità separate: lavoriamo per il bene della Roma». Bene della Roma da cercare anche attraverso il raggiungimento dello spettacolo. «Partiremo dal 4-3-3, che può cambiare, durante la gara, in 4-2-4 e 4-2-3-1, magari anche col divertimento, perché è quello che vuole la gente». Un sistema di gioco che necessita di molti attaccanti. «È una delle prime cose di cui abbiamo parlato con Monchi – ammette Di Francesco – sapendo che io spremo tanto i due esterni e le mezzali. Per essere competitivi in tutte i fronti, servono più giocatori di qualità. Berardi? È un giocatore di altissimo profilo, con grandi mezzi che ho visto crescere. Ma questo non vuol dire che sia un nostro obiettivo».
Le operazioni di mercato stanno entrando nel vivo, e il ds Monchi sembra avere le idee chiare. «La Roma non è un supermercato e non ha intenzione di vendere i calciatori, ma di costruire la miglior rosa possibile. C’è l’interessamento di un club inglese per Salah, c’è un’offerta, ma è la Roma a fare il prezzo. Per quanto riguarda invece Ruediger, ad oggi non ci sono trattative aperte. Ci sono quindi zero possibilità che possa andare via». Monchi smentisce quindi con forza le indiscrezioni che vorrebbero il difensore molto vicino all’Inter. «Per me il problema non è vendere ma comprare male – continua il ds spagnolo – se qualcuno esce, proveremo a sostituirlo adeguatamente».