«Non ho mai incontrato Rocco Dominello da solo»: lo ha detto Andrea Agnelli in Commissione Antimafia, aggiungendo di ricordare 3-4 incontri. «Una volta in una cena ad Asti con centinaia di tifosi, una volta nei miei uffici con tutti i tifosi, un'altra volta è venuto con Germani in sede per gli auguri natalizi, una volta presso i miei uffici in Lamse con Alessandro D'Angelo in una delle occasioni in cui ho incontrato tutti i tifosi. Mai subito minacce dagli ultras». E ancora. «Siamo sicuri che la legge Pisanu, che permette la vendita ad una singola persona di 4 biglietti al massimo, risponda all'esigenza sociale del pubblico e che per spostarsi deve organizzarsi in gruppi?. Certo se si procedesse ad una deroga o ad una modifica della normativa - ha spiegato Agnelli - essa dovrebbe comunque prevenire le truffe o l'accaparramento a fini speculativi dei tagliandi, ma è comunque una riflessione che va fatta. Che questa mia prima riflessione non suoni come un alibi rispetto al procedimento attualmente in corso presso la Figc nei confronti della Juventus. Se ci sono state irregolarità, esse dovranno essere sanzionate in modo adeguato e definendo con precisione le singole responsabilità, auspicabilmente in un processo giusto ed equilibrato tra accusa e difesa. Non ci siamo costituiti parte civile perché c'è stato pubblicamente detto che non c'erano i presupposti per farlo. La responsabilità iniziale che ci ha portato a questa situazione è sicuramente lo stadio troppo piccolo. Siamo stati colti dalla sorpresa di gestire uno stadio sold out tutte le domeniche. Organizzare il tifo in maniera socio-demografica
corretta ha dato la possibilità di inserirsi a persone con l'interesse a lucrare. I biglietti li ha venduti la Uefa e ora si trovano a prezzi assurdi, fino a 5mila euro. È possibile che laddove un'organizzazione con finalità criminali voglia individuare la possibilità di guadagni, eventi come la finale di Champions siano di grande interesse. Da
questo punto di vista -ha concluso- lo Juventus Stadium è motivo d'orgoglio da una parte e un problema dall'altra».
«Esiste il bagarinaggio? Certamente sì e deve essere contrastato, anche se la cessione di un bene mobile, quale è il biglietto di una partita da una persona ad un'altra non penso possa essere criminalizzato. Leggendo certi titoli, mia figlia grande si è spaventata». «Discorso diverso - ha aggiunto il numero uno bianconero in un passaggio del suo discorso - è il fare incetta di tagliandi a fini puramente speculativi: questo fenomeno va combattuto e sul digitale sta invece dilagando grazie all'uso dei cosiddetti bot, software che permettono in pochi secondi di concludere un alto numero di transazioni».