Interventi mirati, nessuna rivoluzione. Luciano Spalletti ha le idee chiare su quello che serve alla Roma per mantenersi competitiva. Ma sa anche che in tempo di mercato qualche variazione alla rosa verrà apportata. La speranza del tecnico toscano è che alla fine siano modifiche lievi, non tali da incidere sulle future ambizioni. E questo perché «c'è da sottolineare è che la Roma ha un bel motore per cui sarebbe bene lavorare su quelli che sono i particolari, e non andare a mettere le mani sul motore perché la squadra ha dei bei cavalli che andrebbero mantenuti».
Spalletti ne ha discusso a lungo col presidente James Pallotta, sbarcato ieri nella Capitale e oggi incontrato all'interno degli uffici della società che si trovano a due passi da Piazza del Popolo. Il meeting di lavoro, cui ha preso parte anche il dg Baldissoni (ma non il ds Sabatini), è poi proseguito a pranzo nell'hotel che ospita il tycoon di Boston. Al termine, oltre a sottolineare i propri auspici rispetto alla tutela della forza del gruppo, l'allenatore ha dovuto riconoscere che non sarà facile ripartire a luglio con gli stessi giocatori: «Rassicurato dal fatto che Pallotta ha detto che i più importanti resteranno? Ne stiamo parlando. Io penso sia difficile rassicurare in un mercato aperto come questo qui. Szczesny e Digne? Stiamo vedendo di tenerli, la nostra volontà è questa però poi bisogna andare a chiedere al Psg se Digne ce lo lasciano un'altra volta (in prestito, ndr) e mi sembra che loro da quello che ho capito se lo vogliano tenere. Di Totti non abbiamo parlato, lo farà Pallotta perché noi siamo una squadra e ogni componente ha il suo ruolo». Insomma, non sapendo ancora che squadra allenerà Spalletti evita accuratamente di lanciarsi in proclami: «Vincere lo scudetto? Il discorso non è semplice da affrontare. Stiamo cercando di renderci conto di tutto, anche della crescita degli altri per stare al loro passo. Abbiamo fatto dei passi in avanti come squadra, e stiamo crescendo come società e questo è fondamentale. Delle difficoltà però ci sono, e ci sono delle squadre forti, quindi bisogna solo lavorare e fare le cose seriamente perché questa piazza richiede di fare le cose con professionalità - sottolinea -. Se si parla di passare davanti alla Juventus nel tentativo di vincere lo scudetto bisogna fare delle grandi cose. E noi abbiamo gli uomini giusti nel posto giusto, come ad esempio Sabatini che si occupa del mercato».
Il ds tuttavia è l'unico dirigente che Pallotta continua ad evitare, e non è detto che i due si incontrino fino a venerdì, giorno previsto per il ritorno negli Stati Uniti del presidente. In agenda al momento non c'è nulla di programmato, mentre è certo il faccia a faccia con Totti per il rinnovo di contratto, e non è escluso un appuntamento a cena col presidente del Coni, Malagò, per discutere dello stadio di Tor di Valle e della candidatura di Roma 2024, temi entrati ormai da mesi anche nella corsa all'elezione del nuovo sindaco della città.
(ansa)