Come informa 'My Roma', tramite il sito, il 16 dicembre si svolgerà presso Spazio Informale in Via dei Cerchi 5 l’Assemblea Generale. Questo il comunicato:
"Quanto sta accadendo nella capitale è ormai sotto gli occhi di tutti: tra vergognosi muri costruiti per dividere i settori popolari dell’Olimpico, accanimento nei controlli all’ingresso, diffide a tappeto, minacce e intimidazioni, andare allo stadio è diventata un’attività insostenibile. A contribuire sia al danno che alla beffa sono intervenute anche le multe verso chi non rispetta il proprio posto in Curva: un’attività punita in maniera discriminante solo nelle curve di Roma, che è da sempre la prassi e fa parte di quel “diritto comune” che chi decide di frequentare la Sud da sempre conosce e rispetta senza problemi. Come se non bastasse, il timido e poco tempestivo intervento della società ha contribuito ulteriormente al clima di scoraggiamento che sta attraversando l’ambiente giallorosso, già minato dai prezzi esorbitanti e dai continui sgarbi alla storia e all’identità romanista.
L’attività di MyROMA in questi ultimi anni si è molto diversificata, spaziando dalla campagna per l’azionariato popolare, alla lotta in difesa dell’identità e della tradizione del club, fino alle numerose vertenze in difesa dei diritti dei tifosi. Proprio a causa del progressivo inasprirsi delle misure di repressione MyROMA è stata costretta a divenire sempre più un’associazione dedita alla tutela legale del tifoso, anche in ragione del finanziamento dei ricorsi alle squalifiche della scorsa stagione, vedendo alterata la propria vocazione, e vincendo allo stesso tempo diverse battaglie legali a tutela dei tifosi della Roma e non solo.
In tanti ormai hanno perso il piacere di andare allo stadio e anche le poche persone che ancora lo frequentano si rendono conto che la situazione è divenuta insostenibile. Andare alla partita era una festa popolare che univa persone di ogni provenienza sociale, un momento di unione a sostegno dei nostri colori. Oggi a farla da padroni sugli spalti sono solo il silenzio e il blu dei seggiolini vuoti.
Siamo giunti ormai a un punto di non ritorno, considerando anche che nulla lascia ben sperare per quanto riguarda la fruibilità del (potenziale) nuovo stadio, che comporterà una “Curva Sud” divisa in tre anelli e un probabile aumento vertiginoso dei prezzi.
La parola “crisi” in greco antico significava “scelta”: questo la dice tutta sulla nostra situazione. Qual è il ruolo di un Supporters Trust in tutto questo? Di fronte all’immobilità della società e all’inasprirsi dei provvedimenti repressivi, vogliamo ancora porci come soggetto giuridico a difesa dei tifosi? Come mai di fronte a uno dei momenti più difficili per il tifo romanista non si è sviluppata una risposta solidaria di massa, ma anzi tendiamo ancor più a dividerci e a isolarci? È questo il momento per interrogarci, ascoltarci, discutere e decidere.
Forse il mondo non ci vuole più. Ma più importante è capire se noi ci vogliamo ancora come ultimo avamposto di un calcio fatto di passione e spontaneità".
(myroma.it)