
LA REPUBBLICA (M. PINCI) - Una cosa è certa: non c’è un modo giusto di viverlo, questo stranissimo derby del silenzio urlato. Ufficialmente le curve non entreranno, eppure era tanto che dell’ordine pubblico non si parlava così tanto, prima di un Roma-Lazio di campionato, senza in palio nulla più che cinque mesi di primato cittadino. Primato cittadino da conquistare senza supporto esterno: niente coreografie, niente tifosi, tanti spazi vuoti. “Un derby senza curve non vale niente. Il calcio è passione, tifo, appartenenza. Senza è un gioco stupido”, la sentenza di un acceso tifoso romanista su uno dei tanti forum a tinte giallorosse. A prevalere, quando si tratta di voce del popolo, sono però le rimostranze feroci verso il prefetto Gabrielli. A lui - non è una novità - imputano lo svuotamento delle curve, bandiera bipartisan delle ragioni degli ultrà. “Chissà quale gruppo di seggiolini farà festa”, ironizza qualche tifoso intervenendo alle radio locali.