Il calcio italiano sta vivendo un periodo molto difficile, le pagine dei giornali sono infatti invase da continui scandali, ultimo quello del Catania, che avrebbe comprato 5 partite del campionato di serie B per garantirsi la salvezza. C'è però una componente di questo mondo che non è stata toccata da questi episodi, gli arbitri, e questo ci tiene a precisarlo il presidente dell'Aia Marcello Nicchi, che dichiara: "Deve inorgoglire gli sportivi italiani e l'associazione che gli arbitri sono fuori da ogni schifezza e nefandezza che stiamo vivendo. Gli arbitri sono coloro che tengono insieme il sistema e che aiuteranno la federazione a uscire da questo momento. Si sono susseguiti gli scandali e ancora una volta gli arbitri non sono coinvolti. Cosa non causale ma frutto del lavoro".
Il presidente degli arbitri però ci tiene anche a far sentire la sua voce in merito alla prossima stagione, alimentando le voci di un presunto stop dei direttori di gara: "Non possiamo iniziare la stagione con il rischio che i nostri arbitri siano fatti oggetto di violenza; chiederemo ferma applicazione del comunicato 104 del 2014 dove vengono riportate le pene pecuniarie per chi fa violenza sugli arbitri". Nicchi Ci tiene a tenere alta l'attenzione sugli episodi di violenza, ed ha consegnato un report al ministero dell'Interno: "È un cosa drammatica, 600 arbitri sono stati oggetto di violenza, 184 sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso e il 93% delle violenze è stato perpetrato da tesserati. Di 600 violenze quasi 300 società devono pagare delle sanzioni e se ciò non avvenisse il comunicato indica che non potrebbero iscriversi al campionato".
(ansa)