Interrogatorio di convalida questa mattina, nelle aule del Tribunale di Rimini, per i cinque arrestati, nella città romagnola, nell'ambito dell'inchiesta 'Dirty Soccer' avviata dalla Procura di Catanzaro e che, al momento, ha prodotto 50 fermi disposti dalla Dda per il calcioscommesse.
Davanti al Gip riminese, Vinicio Cantarini è comparso Fabio Di Lauro, 40 anni domiciliato a Bellaria, ex calciatore e imprenditore originario di Cosenza ma residente a Perugia che ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Ha invece parlato Ala Timosenco, 41enne moldava traduttrice che ha sostenuto di essere solo un'amica di Di Lauro e non avere nulla a che vedere con le partite e le scommesse. Erikson Aruci, 25 anni albanese collaboratore di Di Lauro, difeso dall'avvocato Tiziana Casali, ha spiegato di non essere a conoscenza di come si potessero truccare le partite. Secondo le accuse l'albanese sarebbe stato in contatto con Di Lauro e Mauro Ulizio per ricercare investitori stranieri.
Si è avvalso della facoltà di non rispondere Mauro Ulizio, 48 anni, ex direttore sportivo del Monza Calcio e padre di Andrea Ulizio, anch'egli fermato ma a Cagliari, difeso dall'avvocato Davide Grassi. Ha negato tutte le accuse davanti al gip di Rimini invece Massimo Cenni, riminese di 38 anni, considerato un intermediario per le combine: secondo il decreto di fermo Cenni, difeso dall'avvocato Nicoletta Gagliani, è indagato per sequestro di persona.
Da Rimini a Savona: nega ogni addebito e chiede la revoca degli arresti Ninni Corda, ex allenatore del Savona Calcio e ora del Barletta, interrogato per un'ora dal gip Francesco Meloni. Corda ha risposto alle domande, come hanno riferito i suoi legali, ma ha negato con decisione ogni addebito, chiarendo la sua posizione. Gli avvocati Paolo Lavagnino e Alain Barbera hanno quindi chiesto la revoca dello stato di detenzione perché secondo loro non sussistono esigenze cautelari dovute al pericolo di fuga o alla reiterazione del reato. Il gip Meloni si riservato di decidere. Dall'indagine è emerso tra l'altro che una combine sarebbe saltata a causa proprio di Corda, che sarebbe anche stato poi minacciato per questo.
Davanti al gip ha fatto scena muta, invece, l'albanese Edmond Nerjaku, arrestato a Vado Ligure e indicato come uno dei presunti finanziatori delle combine. Deve rispondere anche di estorsione perchè, dopo un accordo non andato a buon fine, secondo l'accusa avrebbe costretto il direttore sportivo Ercole Di Nicola a consegnarli ventimila euro come «risarcimento» per il mancato guadagno. Presentata un'istanza di arresti domiciliari che dovrà essere vagliata dal giudice.
Infine, a Lamezia il gip non ha convalidato il fermo, disponendo però la custodia agli arresti domiciliari di Fabrizio Maglia, direttore sportivo della Vigor Lamezia, indagato nell'inchiesta sul calcioscommesse della Dda di Catanzaro. Maglia, difeso dall'avv. Paolo Mascaro, candidato a sindaco del centrodestra nella città calabrese alle prossime amministrative del 31 maggio scorso ed in passato presidente della Vigor Lamezia, ha risposto alle domande del gip per 90 minuti precisando, ha riferito il suo legale, tutto ciò che gli è stato contestato. Slittati, invece, gli interrogatori dei due arrestati a Catanzaro, Felice Bellini, ex direttore sportivo del Gudja United Malta e attuale dirigente responsabile marketing della Vigor Lamezia, e del suo uomo di fiducia Sebastiano La Ferla. Bellini si trova ricoverato in ospedale per un malore accusato subito dopo il fermo.
Arresti domiciliari anche per Enzo Nucifora, l'ex Ds della Torres coinvolto nell'inchiesta della procura di Catanzaro su un giro di partite truccate nei campionati di Lega Pro e Serie D. Così ha deciso oggi pomeriggio il Gip del tribunale di Ascoli Giuliana Filippello al termine dell'udienza di convalida del fermo, avvenuto martedì scorso. Nucifora può dunque lasciare il carcere di Ascoli Piceno dove era stato rinchiuso dopo l'arresto. Sulla decisione del magistrato ascolano non avrebbero avuto peso le condizioni i salute del dirigente sportivo, che subito dopo il fermo aveva avuto un malore. Nucifora ha risposto alle domande del giudice Filippello chiarendo a quanto si è appreso il senso di alcune intercettazioni telefoniche per le quali è stato coinvolto nell'inchiesta sul calcioscommesse.
Disposti i domiciliari anche per Giacomo Ridolfi, 21 anni, il giocatore pesarese in forza al Santarcangelo arrestato con l'accusa di frode sportiva nell'ambito dell'inchiesta della procura di Catanzaro sul calcioscommesse. Il Gip Lorena Mussoni ha convalidato il fermo di Ridolfi, ma ne ha disposto i domiciliari per la mancata pericolosità di fuga. Il giovane è rientrato nella sua abitazione, accompagnato da uno dei legali di fiducia. Alcuni amici che volevano salutarlo sono stati tenuti volutamente lontani dal legale per evitare complicazioni o un inasprimento della misura cautelare. Il giocatore ha fatto un cenno di saluto ed è entrato in casa insieme alla madre
(ansa)