GASPORT - Il procuratore Mino Raiola è stato protagonista di un lungo forum nella redazione del quotidiano sportivo. Nella lunga intervista, della quale oggi è stata pubblicata la prima parte, Raiola ha fatto il punto sui suoi assistiti. In primis Paul Pogba. "Sapete perché l’ho mandato alla Juve? Il Milan voleva prenderlo insieme al Genoa e mandarlo lì: bocciato. L’Inter disse che non voleva fare uno sgarbo a Ferguson: bocciata - racconta Raiola - Con la Juve il patto era: lo prendi, gli dai subito uno stipendio da prima squadra, ti prendi la responsabilità e non lo dai in prestito. Il primo a cui lo proposi fu Sabatini: «Raiola, non mi proponi niente di buono».". La redazione del quotidiano ha poi contattato la Roma, che ha confermato la versione di Raiola, ma specificando che l'agente aveva chiesto una commissione altissima.
Raiola parla anche di Zlatan Ibrahimovich: «Resta al Psg, sicuro. Ha ancora un altro anno, chissà che non rinnoviamo ancora. Con lui le decisioni vanno prese anno per anno. Intenzione di smettere? No. Fa un po’ il sarcastico a volte. Ma il Psg con lui è una cosa e senza di lui un’altra. E lì si capisce che i francesi non ha ancora un progetto definito: quando dipendi da un solo giocatore, non hai fatto progressi. Ibra merita il Pallone d’oro dieci volte più di Messi. Messi ha fatto quello che ha fatto solo a Barcellona, lui ha messo l’impronta in tutte le squadre in cui è andato. Non ha mai vinto in Europa? Dimenticate che è andato via dall’Inter quando poteva vincere la Champions. Ha sbagliato scelta, ma il suo sogno era di andare al Barcellona e ha seguito il sogno. Guardiola è uno str... come uomo ma un grande allenatore: è stato lui a convincerlo, quindi sarebbe dovuto essere il primo a proteggerlo, l’aveva voluto lui. Ha fatto un grande errore quando ha baciato la maglia del Barça, vero, ma lo ha fatto perché nella sua testa quello era l’ultimo contratto che voleva firmare. Con lui parliamo in inglese, però a quel paese mi ci manda in serbo. Anzi, ultimamente lo fa in italiano. È che ama l’Italia più di me. Anche il tipo di calcio, difficile e macchinoso, a lui piaceva. Un giorno dissi a Galliani: “Adriano, devi venderlo agli arabi, che sono gli unici che possono permetterselo”. Voglio bene a Galliani per questo: non agisce in maniera cattiva, ma da tifoso del Milan. E questo è anche il suo errore. A Zlatan dicevo: “Dobbiamo andare via”. E lui mi dava addosso. Il Milan nella sua testa era il Milan di Van Basten, uno dei suoi miti. Dopo la cessione era arrabbiatissimo con Galliani. Per due anni non si sono parlati. Poi hanno ripreso, ma con Ibra per fare pace ce ne vuole…».