«Spero che il calcio tedesco mostri che c'è un'alternativa ai club che spendono più soldi di quelli che guadagnano, e per questo noi consideriamo l'iniziativa del 'Fair Play Finanziariò, lanciata dalla Uefa come una parte vitale per garantire il futuro del calcio. Il fatto che il Bayern abbia raggiunto la semifinale della Champions League per quattro volte negli ultimi quattro anni, abbia vinto nel 2013 in una finale tutta tedesca con il Borussia Dortmund, è un messaggio chiaro. E non va dimenticato che la Germania ha vinto la Coppa del Mondo del 2014». È l'opinione di Karl-Heinz Rummenigge, Ceo del Bayern Monaco, nonchè presidente dell'ECA (European Club Association), sul fair-play finanziario, in una intervista alla Xinhua. «Dopo una fase di implementazione durata 3 anni, ora da luglio scorso si fa sul serio. Il presidente dell'Uefa Michel Platini vuole vedere la sua creatura crescere e camminare. Alcuni club già sono stati puniti, non essendo riusciti a rispettare le regole imposte. Noi sosteniamo pienamente le misure. Se si guarda il calcio in Europa, il 65 per cento dei club perde ancora soldi. La struttura attuale nel calcio non è sana -prosegue Kalle-. Quindi dobbiamo vedere da vicino come le cose si sviluppano. Il messaggio fondamentale che sta dietro l'iniziativa di Platini è: spendere solo quanto si guadagna. Quello che vediamo spesso è un comportamento irrazionale. In questa fase, dobbiamo ricordare l'incontro nel 2009, dove 150 club hanno concordato sul concetto del fair play finanziario», ha aggiunto il dirigente del Bayern Monaco. Due club importanti come Paris Saint Germain e Manchester City, sono tra i club sanzionati. «Le squadre di calcio europee non possono più fraintendere i segnali della Uefa. Tutti, e tra questi anche il Psg e gli altri club, vedranno che potranno beneficiare dei questo sistema».
Poi un passo indietro di 20 anni. «Da quando c'è stata la sentenza Bosman gli ingaggi sono aumentati vertiginosamente, arrivando a cifre astronomiche, ma ora noi abbiamo la responsabilità di lavorare in modo sostenibile. Il calcio non può andare avanti così, si sta distruggendo. C'è bisogno di cambiamenti fondamentali nella politica aziendale, dobbiamo tornare alla realtà dopo venti anni di strategie irrazionali», sostiene Rummenigge. Da presidente dell'ECA però non è preoccupato del debito astronomico del Real Madrid, di 602 milioni di euro. «Real e Barcellona non sono il grande problema. Sebbene abbiano un grande debito, la cosa non viola il Fair-play finanziario. Quindi nessun problema. La regola sono infatti basate sul pareggio di bilancio, ovvero semplicemente non spendere più di quanto si incassa. E la maggior parte dei club ora opera così, ma ci vorrà del tempo», aggiunge Kalle che poi attacca la gestione degli sceicchi. «Noi abbiamo bisogno del Fair Play Finanziario perchè altrimenti le squadre che sono nelle mani di un solo individuo sarebbero molto avvantaggiate. Guardiamo il Psg: ci sta dietro una grande azienda, con denaro quasi infinito. Poiché la forza di una squadra dipende dal mercato, il Psg potrebbe investire illimitatamente. Noi pensiamo che questo non sia corretto. Nessun investitore può essere felice di dover pagare per i disavanzi enormi ogni anno. Ricordo un incontro con Roman Abramovich, proprietario dal Chelsea, insieme a Michel Platini. Abramovich è stato molto positivo per quanto riguarda il fair play finanziario. Non ho incontrato nessuno che non ha sostenuto l'idea».