UEFA CHAMPIONS LEAGUE MAGAZINE (traduzione a cura di Matteo Monti) - Quando il Cska Mosca ha vinto il secondo campionato consecutivo in Russia a giugno, il capitano Zoran Tosic ha dichiarato: "Non avremo stelle come Real, Barcellona o Bayern Monaco ma siamo una grande famiglia e questo è ciò che conta". Molti dei meriti del cammino pregno di successi dei russi vanno al 43enne tecnico Leonid Slutski che ha rilasciato un'intervista esclusiva alla rivista dell'Uefa. Ecco le sue dichiarazioni:
Giocava in porta. Ci può dire la storia dietro al suo ritiro così in giovane età?
Avevo 19 anni, giocavo per lo Zvezda Gorodische nella seconda divisione russa. Provavo a diventare un buon portiere ma ero alle prese con un infortunio. La mia vicina di casa - confessa il tecnico - mi chiese di salvare il suo gatto che si era arrampicato su un albero all'altezza del terzo piano. Non ero bravo ad arrampicarmi ma tentai tra i rami, cadendo e aggravando il mio infortunio al ginocchio. Per fortuna non ho mollato il mondo del calcio.
Questo l'ha motivata maggiormente al successo?
Studiavo per diventare allenatore. Quando capii che la mia carriera era finita avevo due opzioni: iniziare gli studi scientifici - dato che i miei insegnanti mi dicevano di esserci portato - o insegnare calcio ai bambini. Iniziai entrambi, allenando giovani ragazzi di 11 anni. Da qui compresi che volevo diventare allenatore.
I portieri si approcciano al ruolo di allenatore in modo particolare?
Iniziai a lavorare sulle mie doti da allenatore dall'età di 22 anni. Non ho mai pensato a questo aspetto ma sicuramente sono più interessato all'allenamento dei portieri, rispetto ai tecnici che non sono stati estremi difensori.
Differenze tra la squadra del 2009 e quella attuale?
Ho lavorato 5 anni per il Cska e molte cose sono cambiate. Sono uno di quei tecnici che prova a tirare fuori il meglio dalle caratteristiche dei propri calciatori. Per questo - afferma Slutski - abbiamo cambiato moduli e assetti tattici in base alla rosa che avevamo a disposizione. Non ho un'idea rigida. Provo a far sentire tutti al centro del progetto per mettere a proprio agio i calciatori e dargli la chance di mostrare le loro qualità. Cambio idee ogni giorno.
I principali pregi dei suoi ragazzi?
Abbiamo un'ossatura di calciatori russi. Creano un'atmosfera dentro la squadra, sono la nostra ossatura. Questo è molto importante, in ogni squadra russa dovrebbe esserci una tipo di guida simile.
Le caratteristiche che bisogna avere per poter essere un calciatore del Cska?
Dipende tutto dal livello di gioco espresso. Se è differente dalla maggior parte dei calciatori, questo non funzionerebbe con il gruppo. Qui non devi essere la miglior persona nel mondo: se sei un calciatore forte allora puoi giocare.
Da quali tecnici ha appreso di più?
Michel Hidalgo e Carlos Bilardo. Arrigo Sacchi, con cui per la prima volta si analizzarono i principi della difesa a zona. Una cosa non popolare in Russia ma che studiai. Ho parlato anche con Mourinho qualche volta.
Quale aspetto del suo lavoro è il più arduo?
Lo stress del match. Le partite lo sono per tutti gli allenatori. Nessuno sa precisamente quali possano essere le reazioni. Il mio cervello funziona alla stessa maniera ma lo stress è pesante, divento nervoso. Sono spaventato da chi resta calmo.
"Calcio attrattivo" per lei cosa significa?
Mi piace lo stile del Borussia Dortmund ma avere il possesso di palla per il 70-80% è quasi impossibile. Servono top player per fare questo. Il nostro possesso è di solito del 60%. Il Barca sta al 70% e non possiamo giocare come loro. Siamo più vicini al sistema Dortmund: tengono il possesso di palla con attaccanti veloci, che forzano i tempi cercando di usare gli spazi liberi tra le linee. La transizione veloce dopo la perdita del posesso e la veloce ripartenza sono il loro marchio di fabbrica. Noi ci lavoriamo su.
Ha battuto il Machester United all'Old Trafford. Quali i ricordi?
Guardavo senza parole il campo mentre il primo tempo stava per finire. Non capivo dove ero, cosa stessi facendo. Guardavo Sir Alex Ferguson, vedevo correre Rooney sul campo dell'Old Trafford. Ricordo solo bene il risultato di 3-1 e che lo United cercava di fare di tutto per raggiungere il pareggio. Allo stadio l'energia era così intensa che ricordo di essere tanto preoccupato da aver paura che la palla potesse alzarsiin aria e infilarsi da sola nella nostra porta. Il loro tifo non era come un 12esimo uomo, era più come se avessero dieci giocatori più in campo.
Come preparate le gare di Champions se confrontate ai match di campionato?
E' differente. Conosciamo bene i nostri avversari in Russia perchè li osserviamo giorno per giorno. Prepariamo gli incontri in maniera rigorosa, analizzando le ultime due partite e scegliendo le cose che più necessitano la nostra focalizzazione. Per la Champions bisogna studiare gli avversari velocemente - confessa l'allenatore del Cska - anche se si tratta di un top club. Quando guardiamo le gare in Russia penso principalmente a cosa bisogna fare per battere la squadra che ci troviamo davanti. L'approccio prima della Champions è più complicato: basta un piccolo errore perchè diventi fatale, mentre in Russia c'è sempre la possibilità di correggersi in corsa.