IL MESSAGGERO (S. CANETTIERI) - C'è anche il nodo della proprfetà dello stadio a minare il progetto di Tor di Valle. Il Comune ha intenzione di far inserire nella delibera del 4 settembre che l'impianto sia legato «indissolubilmente» alla As Roma. Secondo i progetti presentati, invece, lo stadio sarà di proprietà di una società privata legata a James Pallotta, presidente del club giallorosso. Che a sua volta punta ad affittare lo stadio alla Roma. Un'eventualità che il Comune vuole bloccare. Ed ecco perché per concedere il bollo «dell'interesse pubblico» all'opera pretende che sia fatta chiarezza su questo aspetto. La polemica intanto continua a far bollire le anime del Pd. L'ultimo paletto conficcato sulla strada che porta al nuovo stadio di Tor di Valle è contenuto in un avverbio: indissolubilmente. Il Comune, tra le varie prescrizioni, per il via libera al progetto porrà una richiesta «politico-sportiva»: lo stadio dovrà essere legato «indissolubilmente» alla Roma. Altrimenti niente interesse pubblico. Qualora James Pallotta, costruttore dell'opera insieme a Luca Parnasi, dovesse vendere le azioni del club giallorosso non potrebbe dunque fare il brutto e il cattivo tempo con la gestione dell'impianto. A dire il vero, al momento, le cose sono diverse, molte diverse, almeno nelle intenzioni del numero uno di Trigoria: l'arena calcistica è di proprietà di un'altra società legata all'imprenditore italo-americano fl quale vorrebbe farsi pagare a vita l'affitto dal club. Una tema posto dal deputato del Pd Umberto Marroni («Così si contraddice lo spirito della legge: sarebbe una follia») e subito fatto proprio dalla maggioranza dell'Aula Giulio Cesare «che è pronta a mettersi di traverso».
LA CLAUSOLA Così gli uffici legali del Campidoglio sono al lavoro per inserire in maniera chiara anche la "clausola As Roma" nella delibera con la quale il 4 settembre la giunta dovrebbe dare il via libera all'interesse pubblico dell'opera. Intanto, il tempo scorre, ma i dubbi rimangono. E non sono pochi: interventi insufficienti per infrastrutture e trasporti (a partire dai 50 milioni di euro per la metro B) e i volumi spropositati (900 mila metri cubi di uffici e negozi destinati a puntellare le sponde del Tevere). L'assessore all'Urbanistica Giovanni Caudo aspetta che tra oggi e domani Parnasi gli presenti lo studio di fattibilità delle ultime opere pubbliche strappate dal Comune dopo il patto di New York tra il sindaco Marino e il duo Pallotta-Parnasi (il conto è arrivato a 320 milioni). E anche ieri il titolare del dossier più scottante del Comune ha fatto opera di persuasione sui colleghi interessati, per via delle deleghe, al progetto. Si è iniziato nel primo pomeriggio con una riunione tecnica con l'assessore ai Trasporti Guido Improta e con quello al Patrimonio Luigi Nieri. Proprio quest'ultimi due durante l'illustrazione del progetto sarebbero rimasti «colpiti» dalla tempistica «così veloce» per consegnare chiavi in mano lo stadio. Pallotta vuole andarvi a giocare per la stagione 2016-2017. Sempre ieri Caudo ha avuto un giro di incontri con le forze della maggioranza (Sel e lista Marino): un modo per cercare di fugare i tanti dubbi in sospeso. E lunedì è previsto un vertice tra l'assessore e i capigruppo della coalizione. E intanto nel Pd si sta giocando un'altra partita. Le critiche dei deputati Marroni e Bonaccorsi, le richieste (accolte) sulla viabilità da Panecaldo hanno mandato nel pallone i vertici cittadini del partito. Che in ventiquattro ore hanno cercato di far prevalere la linea dogmatica («Vietato discutere») salvo poi fare marcia indietro, travolti dai fatti che accompagnano le critiche. Marroni: «Il tema del con-cambio tra cubature e opere pubbliche è molto delicato in quanto si introduce un criterio di monetizzazione del suolo è un bene irripetibile». E infine dal1'Unitalsi arriva la richiesta che «la struttura sia accessibile ai disabili».