RADIO RADIO - Giovanni Caudo, assessore all’Urbanistica del Comune di Roma, è intervenuto ai microfoni dell'emittente radiofonica parlando dell'area che ospiterà il nuovo stadio del club giallorosso
Il quadrante dove dovrebbe nascere lo stadio della Roma è realmente intasato? Possiamo rassicurare gli animi?
Diciamo innanzitutto che questo dibattito che sta crescendo quasi viralmente parte dalla volontà dell'amministrazione di essere trasparente, pubblicando integralmente lo studio, mettendolo a disposizione della città. Noi siamo per il dibattito e questo va sottolineato, perché viva Dio si parla e si discute sulla base di documenti: è una cosa epocale. Molti dibattiti su progetti, in passato, si basavano su veline o indiscrezioni. Abbiamo ricevuto una proposta da un privato.
Non è un progetto del comune, siamo i primi che stanno applicando una legge che permette a un privato, che opera con una squadra di calcio, di presentare uno stadio di fattibilità. Noi non solo vogliamo realizzare un progetto dello stadio che sia magnifico, ma anche un riordino dell'area e che sia immediatamente percepito l'interesse pubblico. Noi non ci siamo ancora pronunciati sulla proposta che ci ha fatto il privato.
Di cosa ha bisogno l'amministrazione per pronunciarsi sulla proposta?
Noi abbiamo sempre detto che per noi è chiaro l'interesse del tifoso di vedere costruito lo stadio, come è chiaro l'interesse del privato, ma noi dobbiamo far emergere l'interesse pubblico: tutta la città deve volere lo stadio. Lo stadio deve essere l'occasione per risolvere valenze urbane, al di là dello stadio. Dobbiamo realizzare un riordino trasportistico dell'area, che è al centro dell'analisi rigorosa che stiamo facendo del progetto in queste ore. Stiamo analizzando la proposta, secondo quello che prevede la legge nazionale
Nel progetto, all'inizio, vengono identificate una serie di aree rosse, indicate come di proprietà di Parnasi e alcune verdi da espropriare ed altre blu di proprietà pubblica: la moneta di scambio sembra troppo pressante. Inoltre, la legge nazionale del 2003 prevede la cessione di un'area pubblica se non ci sta la possibilità di ristrutturare aree sportive già esistenti. Ma a Roma ci sono già l'Olimpico e il Flaminio...
Intanto il 31 luglio ci sarà la conferenza di servizio. Esiste un disegno dove sono indicate le proprietà, ma non c'è nessun rapporto tra compensazione e proprietà perché la legge prevede che le opere funzionali allo stadio, necessarie all'equilibrio del piano economico finanziario, si possono realizzare. Il modo con cui è stata presentata la proposta rispetta la legge nazionale, visto che 50 milioni saranno a carico dello stadio, mentre 220 milioni saranno posti per opere utili a far funzionare lo stadio ma che hanno anche una valenza pubblica.
Questo progetto è possibile farlo?
Questo è il lavoro che stiamo facendo con rigore. Non vogliamo accogliere la proposta così come ci è stata depositata, dobbiamo lavorarci e far valere l'interesse pubblico e renderlo evidente.
Legambiente ha parlato di "eco-mostro" di Tor Di Valle. Veramente c'è l'interesse di costruire intorno a uno stadio, una struttura 9 volte come l'Hilton? Qui si rischia di non parlare di costruire uno stadio, ma una città
Anche a Torino è successa la stessa cosa. Il suolo è stato dato in concessione alla Juventus dal comune di Torino, prima della legge sugli stadi del 2003. Non è una scelta dell'amministrazione comunale, nasce dall'applicazione della legge fortemente voluta dal mondo dello sport. Se oggi un proponente, in virtù della norma, ha un accordo con una società sportiva, noi dobbiamo valutarla. Qui non c'è un'amministrazione che soggiace ad interessi privati, mi viene da dire per la prima volta a Roma vista l'importanza del progetto. Proporremo di modificare la proposta depositata. L'amministrazione, qualora dovesse valutare negativamente la proposta o non rispondesse nei tempi determinati, il proponente si può rivolgere allo Stato, visto che la legge permette un potere sostitutivo alla Presidenza del Consiglio
La Roma pagherebbe l'affitto ai costruttori?
Non lo so, questa è parte degli accordi dei costruttori con l'As Roma. Noi ora stiamo valutando uno studio di fattibilità, siamo in una fase preliminare. Siamo in una fase costruttiva in cui tutti i soggetti possono dire la loro. Ci pronunceremo sullo studio di fattibilità, dopo aver presentato tutte le prescrizioni, nostre e dei soggetti interessati. A questo punto queste prescrizioni diverranno vincolanti per il proponente. Lo studio vero e proprio verrà valutato nella conferenza dei servizi.
Noi dobbiamo andare ad un'applicazione di una legge dove l'interesse pubblico debba emergere in maniera chiara. In questo momento, così come ci è stato presentato lo studio di fattibilità, questo interesse è troppo banale.
Che cosa pensa dell'intervento di Lega Ambiente?
Noi siamo un'amministrazione che ha cancellato previsioni edificatorie per 23milioni metri quadri di aree che erano agricole e che sarebbero diventate edificabili. Adesso c'è un privato che ha fatto una proposta su una proprietà, eccetto qualche decina di ettari, ma questa amministrazione ha già fatto capire e ha dimostrato con gli atti quali siano i criteri secondo i quali opera.
La prossima settimana avremo due incontri del gruppo di lavoro del gruppo inter-assessorile per il nuovo stadio