La prima volta che ha incrociato il calcio italiano risale al 29 maggio 2006: match dell’Europeo Under 21 in Portogallo tra Olanda e Italia. In campo, con gli “orange”, ci sono alcuni elementi da tenere d’occhio: il centravanti Huntelaar su tutti, ma anche altri. Uno di questi porta la maglia numero 5 dei tulipani, è tecnico e veloce allo stesso tempo: si chiama Urby Emanuelson, gioca nell’Ajax e tra i segni particolari ha una capigliatura con le treccine difficile da passare inosservata. È un jolly della fascia sinistra, sa coprire tutta la zona mancina sia in fase difensiva che offensiva. Dal canto loro gli azzurri possono contare su Chiellini in difesa, Montolivo a centrocampo, Bianchi in attacco. La partita si conclude 1-0 per l’Olanda con gol di De Ridder, una rete che condanna l’Italia di Gentile all’eliminazione. La prestazione di Emanuelson è buona, ma non abbastanza per trasferirsi subito in Serie A.
Intanto, la crescita con l’Ajax continua e Emanuelson diventa uno dei talenti più interessanti d’Europa. Con la squadra di Amsterdam vince tre 3 coppe d’Olanda, 3 supercoppe, gioca la Champions League e consolida la sua esperienza internazionale.
Nel gennaio 2011 è pronto per il grande salto: lo prende il Milan, giusto il tempo per festeggiare a fine campionato il titolo nazionale con i rossoneri. Titolo, peraltro, festeggiato all’Olimpico contro la Roma.
Successivamente, si aggiudica una Supercoppa Italiana e disputa altre edizioni della Champions agendo da esterno alto e basso, ma anche da trequartista. L’unico gol nella competizione europea lo segna allo Zenit di Spalletti, un ex romanista.
Tra lo scudetto vinto sul terreno dell’Olimpico e la rete in Champions, la Roma era nel suo destino.
(asroma.it)