LA 7 - "Indossavano caschi, passamontagna. Vedo questo ragazzo, Ciro, che inizia come altre persone a correre. E il signore 'Gastone' De Santis impugna l'arma e inizia a sparare all'impazzata. Ma non era da solo che sparava, era piu' di una pistola che sparava". Lo afferma un protagonista diretto dei fatti di sabato scorso a Roma prima della finale di Coppa Italia in un'intervista che andra' in onda domani nella prima puntata della trasmissione Announo.
L'uomo, un ultra' del Napoli che resta anonimo, afferma di aver partecipato al pestaggio punitivo di Daniele De Santis. L'ipotesi che siano state piu' persone a sparare - e non il solo ultra' romanista - e' stata smentita dalla questura e della procura di Roma e di questa testimonianza al momento non esisterebbe traccia negli atti giudiziari. L'ultra' del Napoli racconta di essere intervenuto assieme ai suoi compagni perche' "due o tre" tifosi della Roma" avevano aggredito l'autista di un pullman di sostenitori partenopei, sceso dal mezzo dopo l'esplosione di una bomba carta. "Lei metterebbe la mano sul fuoco che e' stato De Santis?", chiede l'intervistatore di Announo all'uomo. "Si', perche' quando abbiamo visto che Ciro si accasciava al suolo e diceva: 'Mi hanno sparato, mi hanno sparato... sto morendo e mi hanno sparato in petto', il signor Gastone inciampa da solo e cade. Lui alza di nuovo l'arma e ci intima di stare fermi e grida: 'Ferma che ve sparo, daje, vi ammazzo tutti, ammazzo tutti'. Lui punta l'arma al viso a molti di noi, al volto. Quando preme il grilletto la pistola si inceppa per nostra fortuna, perche' ci voleva ammazzare. Ma la seconda arma la vedo subito, cioe', perche' c'era Gastone...il signor De Santis in prima linea e poi c'erano altri due...due..proprio cinque o sei metri dietro di lui". Secondo l'ultra' del Napoli, De Santis "era totalmente imbottito di coca...Non sentiva dolore. Cioe' tu lo menavi e lui faceva: "Daje, piu' forte, piu' forte.. non sentiva niente".