Scontri Coppa Italia, Abete: "Favorevole a norme con maggior rigore. Figc non può garantire l'ordine pubblico"

06/05/2014 alle 18:15.
abete

"Non e' che siamo noi a poter dare un aut aut per un nuovo quadro normativo. Ma dobbiamo fare una riflessione a tutto campo coinvolgendo il Coni, le Leghe e la federazione per fare un cambio di passo. Noi abbiamo dimostrato la nostra disponibilita' a un maggiore rigore del quadro normativo, chi sbaglia paghi. Ma la federazione non e' in grado di garantire l'ordine pubblico, non ha ne' questo ruolo ne' gli strumenti''. Lo assicura il presidente della Figc, Giancarlo Abete, al termine della Giunta Coni, in cui si e' discusso degli incidenti che hanno preceduto la finale di Coppa Italia di sabato scorso. ''Ho accolto con favore l'impostazione del presidente del Consiglio nel mettersi insieme per fare una revisione a 360 gradi - aggiunge -, per non correre il rischio che l'urgenza porti a soluzioni non organiche''. Abete rileva quindi che ''noi ci sentiamo in parte vittime di queste aggressioni ma non e' che siamo noi a dare i tempi. Noi siamo parte attiva insieme alle forze dell'ordine, il governo e il Parlamento, sotto la vigilanza del Coni''

"Una federazione sportiva non e' in grado di garantire l'ordine pubblico, non ha ne' questo ruolo ne' gli strumenti'', prosegue Abete in merito alla proposta del Governo fatta, attraverso il premier Matteo Renzi e il ministro dell'Interno Angelino Alfano, di far pagare la sicurezza negli stadi alle singole societa' di calcio. ''Noi siamo prima di tutto cittadini e poi abbiamo un ruolo nel sistema sportivo, siamo rispettosi di quelle che saranno le decisioni che saranno assunte in questo versante - ha garantito il numero uno della Federcalcio, al termine della Giunta Coni -. Ma ci sono due problematiche che vanno approfondite: la tutela dell'ordine pubblico e' un bene primario del sistema Paese e le istituzioni ne rivendicano la centralita'. La seconda riflessione va fatta considerando che il nostro sistema e' attento al rapporto costi-ricavi tra Stato, sistema sport, calcio'. Non voglio farlo diventare un problema di natura economica in quanto tale - ha concluso - ma ricordo sempre che nella contribuzione fiscale il mondo del calcio da' un miliardo di euro l'anno, mentre tutte le somme date dallo Stato al Coni sono pari a 411 milioni di euro. Ad ogni modo rispetteremo le decisioni''