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Mondiali, Blatter: "Non sono stressato, ma solo un po' nervoso. Ritardi? Non mi preoccupano. Ci saranno i time out"

24/05/2014 alle 21:36.
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LETEMPS.CH - A una ventina di giorni dall'inizio dei Mondiali 2014, e quindi a poco anche dal suo arrivo in Brasile, il presidente della Fifa Joseph Blatter conferma che durante il torneo iridato ci saranno, per le partite delle 13 ore locali, i time-out e parla delle proprie sensazioni al quotidiano svizzero.

Blatter dice di essere «ansioso come un attore che sta per salire sul palcoscenico», poi conferma (lo aveva già detto il segretario generale Valcke) che «se necessario, le partite saranno interrotte con dei time-out affinchè i giocatori possano rifiatare». Rivela poi che il governo brasiliano avrebbe voluto designare 17 à, con relativi stadi, come sedi di partite, idea subito bloccata dalla Fifa.

«Stressato? no, solo un pò nervoso - confessa il presidente della Fifa -, come fossi un attore che sta per salire sul palcoscenico. Ma i miei programmi dei prossimi giorni prevedono che prima mi occupi della questione di Israele e Palestina. Ho una riunione con il Premier israeliano, Benjamin Netanyahu, per capire se il meccanismo che abbiamo predisposto possa funzionare. La comprensione degli israeliani è fondamentale affinchè le squadre straniere possano giocare in Palestina. Subito dopo, partirò per San Paolo».

«Se sono preoccupato per i ritardi nella costruzione delle infrastrutture? Nemmeno un pò - risponde - Questa sarà la mia decima Coppa del mondo, ed a tre settimane dall'inizio della competizione escono fuori sempre le stesse preoccupazioni. In Italia il giorno prima del fischio d'inizio della partita inaugurale stavano ancora fissando i seggiolini negli stadi. In Brasile in fondo tutto è pronto, e tutti e dodici gli stadi sono già stati utilizzati». Ma quello di Manaus (che ospiterà Italia-Inghilterra) non rischia di trasformarsi in una cattedrale nel deserto? «Giocare a Manaus non è stata una decisione della Fifa, ma del governo brasiliano - puntualizza Blatter - All'inizio loro volevano costruire non 12 ma ben 17 stadi e siamo stati noi a ridurli. Ma quello sull'Arena Amazzonia è stata una decisione forte, e il sindaco di Manaus mi ha garantito che, dopo il torneo, l'impianto sarà utilizzato per altre attività, come musical, iniziative culturali e concerti. Quindi non diventerà una cattedrale nel deserto».

Nessuna preoccupazione neanche per il caldo e l'umidità che ci sarà a Manaus«I calciatori professionisti vanno in campo in qualsiasi condizione meteo, con freddo, neve e tutto... non sarà certo l'alta percentuale di umidità a fermarli. Comunque è possibile che, in casi particolari, le partite vengano temporaneamente fermate in modo che gli atleti possano rifiatare e bere qualcosa».

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