Tutti pazzi per Gervinho. Dopo il gol in acrobazia con cui ha eliminato la Juventus in Coppa Italia, la prestazione super a Verona ha sgombrato il campo da ogni dubbio: è l'attaccante ivoriano il simbolo della rincorsa giallorossa alla testa della classifica. Con le sue giocate 'er tendinà, come è stato ribattezzato dai tifosi romanisti per la stravagante acconciatura, ha riaperto il campionato. E a Trigoria, adesso che il distacco dai bianconeri si è assottigliato, si comincia a credere alla rimonta.
«Si sta delineando una corsa a due per lo scudetto perchè la terza è a 12 punti dalla vetta, una distanza quasi incolmabile a 17 giornate dalla fine del campionato - ha spiegato De Sanctis, uno dei leader dello spogliatoio della Roma - Dopo i pareggi di Napoli e Juventus, era fondamentale dare un segnale importante, forte, e così è stato. Sei punti rimangono un bottino importante per la Juve, ma noi dobbiamo restare concentrati sul nostro lavoro.Gervinho? Sta andando bene, speriamo continui così fino alla fine del campionato. Se dovesse segnare anche, diventerebbe un giocatore devastante».
Con le sue accelerazioni, d'altronde, l'ivoriano si sta dimostrando l'arma in più della squadra di Garcia. Lontanissimi sembrano in tempi in cui a Londra era considerato un bidone. «All'Arsenal non sentivo abbastanza fiducia, non mi è stato dato il tempo necessario per dimostrare il mio valore. Quando giocavo spesso lo facevo fuori posizione, dove non potevo dare il meglio» ha raccontato di recente Gervinho in un'intervista al Daily Mail, prima di confessare che finora il momento più esaltante vissuto in campo è stato «la vittoria del campionato francese col Lille».
«Non c'è niente di meglio che vincere grandi trofei. Sono andato all'Arsenal per questo motivo, ma non sono riuscito a vincere niente - ha spiegato - Ora sono a Roma dove abbiamo una grande chance di conquistare titoli in questa stagione e negli anni a venire». Di certo la Capitale, dopo lo scetticismo iniziale, ha imparato ad apprezzare questo attaccante cresciuto col mito di Drogba. «Lui è stato fonte di ispirazione per tutti noi della nazionale della Costa d'Avorio. Non è solo quello che fa sul campo, ma anche tutto quello che fa per il nostro popolo - ha sottolineato - Alcuni suoi discorsi sembrano quelli di un presidente che cerca di motivare il proprio paese».
E a proposito di presidenti, Gervinho ha rivelato di avere un debole anche per l'inquilino della Casa Bianca: «Mi piacerebbe andare a cena con Obama perchè è una persona che stimo veramente». E al ristorante porterebbe volentieri anche il musicista Jay-Z perchè «mi piace ascoltare qualsiasi cosa dalla scena hip-hop statunitense. Lui e Kanye West sono i miei preferiti». Senza pallone, però, non sarebbe salito sul palco. «Cosa avrei fatto se non fossi stato un calciatore? Non lo so, crescendo in Costa d'Avorio non è così facile da dire. Mi sarebbe piaciuto lavorare nel settore bancario oppure nel campo dell'istruzione. Non è un'esagerazione dire che il calcio ha salvato me e la mia famiglia, è molto di più di un lavoro - ha riconosciuto - Sono cresciuto con molto poco, e le cose materiali non sono mai state così importante per me. Tutto quello di cui ho bisogno sono mia moglie e i miei bambini, nient'altro»
(ansa)