Esisteva un «tariffario» per corrompere i giocatori che avrebbero dovuto truccare le partite, «150/200 mila euro per le partite di serie B, 250/300 mila euro per le partite di serie A, 50/60 mila euro per le partite di serie C». A dichiararlo è Antonio Bellavista, ex giocatore del Bari, interrogato per circa sette ore, il 22 gennaio scorso, dal pm di Cremona, Roberto di Martino che indaga sul calcioscommesse. Bellavista, presentatosi spontaneamente in Procura, racconta delle «proposte» fatte dagli zingari, «alcuni slavi - si legge nel verbale secretato dell'ex capitano del Bari - ai quali avevamo appioppato quel nomignolo per le loro modalità particolari nella manipolazione delle partite».
Stando alle dichiarazioni di Bellavista, che confermano quanto già ipotizzato dal gip di Cremona Guido Salvini nei provvedimenti cautelari sulla base di intercettazioni telefoniche e confessioni di coindagati, «la particolarità di questo gruppo era che, forse perchè non si fidavano di noi, pretendevano di avere un contatto diretto con i giocatori corrotti, ai quali mostravano le mazzette di banconote». «Il denaro tuttavia - spiega l'ex biancorosso - non veniva anticipato, ma consegnato materialmente solo dopo il conseguimento del risultato. Gli zingari non solo pretendevano di avere questo contatto diretto, ma anche che nei primi 10/15 minuti della partita non fosse segnato alcun gol. Ciò - dice Bellavista - avrebbe fatto salire notevolmente la quotazione dell'over con conseguimento di vincite più elevate».
«Una carta di credito consentiva a tutti i componenti del gruppo di Bologna, di attingere, nei limiti di 5 mila euro al mese, da un conto corrente che si trovava in Svizzera, alimentato da quelli che poi ho appreso essere i personaggi di Singapore». È uno stralcio del verbale di interrogatorio reso dall'ex giocatore del Bari, Antonio Bellavista, lo scorso 22 gennaio dinanzi al procuratore di Cremona Roberto di Martino. La vicenda, già nota alla magistratura lombarda che indaga ormai da alcuni anni sulle presunte partite truccate, coinvolge gli ex calciatori Beppe Signori e Luigi Sartor. Bellavista avrebbe appreso la circostanza durante una cena in un ristorante di Bologna tra gennaio e febbraio 2011. «Ho appreso in quell'occasione - riferisce Bellavista - che periodicamente Signori si recava in Svizzera e prelevava i contanti nell'interesse del gruppo. Il discorso sul conto svizzero - spiega l'ex biancorosso - uscì in questo modo: io avevo parlato degli zingari e di come pagavano e pertanto Sartor mi disse che, per versare le somme, quelli di Singapore utilizzavano questo metodo del conto». Il rapporto tra «quelli di Singapore» e «il gruppo di Bologna» si sarebbe tuttavia incrinato in seguito alla partita Inter-Lecce del 20 marzo 2011, che «avrebbe dovuto concludersi con un over» (finita invece 1-0), spiega l'ex capitano del Bari.
(ansa)