Away card, Massucci (vice pres. Osservatorio): "Valorizzare i programmi di fidelizzazione tramite la condivisione tra società e tifosi. La sospensione? Per ricondurre la Roma su percorsi corretti"

08/09/2013 alle 13:13.

RETE SPORT - Roberto Massucci, Vice Presidente dell'Osservatorio per le Manifestazioni Sportive, è intervenuto ai microfoni dell'emittente radiofonica. Queste le sue parole:

 RETE SPORT - Roberto Massucci, Vice Presidente dell'Osservatorio per le Manifestazioni Sportive, è intervenuto ai microfoni dell'emittente radiofonica. Queste le sue parole: "Siamo convinti che il tifo organizzato vada valorizzato e non gettato a mare. Il veronese che ha picchiato lo steward è stato denunciato, i fatti accaduti domenica scorsa non c'entrano nulla con la sospensione dell'Away Card. Ci sono state una serie di interventi, in accordo con la Roma, per riuscire a legittimare un'iniziativa che consideriamo apprezzabile, come l'Away card promossa dalla società giallorossa. Dobbiamo uscire, però, dalla logica che il tifoso è solo una persona che compra il biglietto. Le società devono riuscire a stabilire rapporti positivi con i propri fan, arrivando alla conoscenza specifica delle loro caratterizzazioni. L'obiettivo? Avere stadi pieni di famiglie ma anche di gruppi della tifoseria organizzata. Quelli in grado, però, di trasformare un semplice spettacolo in uno spettacolo alimentato della passione".

"Il comune denominatore è la passione, l'amore per i propri colori. I tempi sono cambiati. In Germania si fanno gli striscioni contro la Tessera del Tifoso e poi ogni persona che va allo stadio è fidelizzato con il proprio club di appartenenza. Ognuno ha il diritto di andare ad assistere agli eventi nel modo più agevole possibile e - aggiunge Massucci - su questo aspetto, dovremo lavorare. Dobbiamo anche fare i conti con il -90% dell'impegno delle forze dell'ordine e il -78% di feriti civili nei contesti dei vari stadi italiani. Serve la cautela necessaria per l'incolumità delle persone, che viene prima ad ogni cosa".

 

Perchè i tifosi della Roma non possono andare a Parma?

I tifosi della Roma che sono in possesso della Privilege potranno andare regolarmente in trasferta. Le persone impossibilitate sono i possessori della card Away. La possibilità è stata macchiata dal comportamento di alcuni gruppi, non pochissimi, che hanno pensato di bypassare la Tessera del Tifoso. Questo non significa che l'Osservatorio abbia bocciato le iniziative della Roma ma che bisogna fermarsi e capire d'accordo con la società giallorossa, che ha dato massima disponibilità ad individuare le persone che non hanno valori del rispetto delle regole. Bisognerà fare degli incontri e organizzare soluzioni condivise per far si che la legittimità dell'iniziativa vada in direzione della fidelizzazione che anche noi stiamo sponsorizzando e promuovendo.

Perchè viene sospesa la card Away quando la percentuale di incidenti che avvengono tra tifoserie in possesso della Tessera del Tifoso è molto maggiore?

Non riteniamo che la Tessera del Tifoso sia la panacea di tutti i mali. I programmi di fidelizzazione devono andare in una direzione diversa rispetto a quella del passato. La Privilege è una delle misure, uno di quei tasselli che negli ultimi 7 anni ha portato all'abbattimento delle percentuali dei reati e degli incidenti. I programmi di fidelizzazione non rispondenti agli obiettivi che ci siamo dati insieme all'Osservatorio, istituzioni governative e sportive, hanno subito dei provvedimenti. Così come accaduto proprio per i tifosi dell'Hellas Verona. Provvedimenti che non vogliono andare contro la Roma, ma aiutarla ad inserirsi nuovamente sui percorsi corretti in ambito di fidelizzazione che sono, lo ricordo, di competenza delle società sportive.

Il lavoro di fidelizzazione è qualcosa che l'Osservatorio sta proponendo da anni. Fino a quando le società non riusciranno a gestire la comunicazione con i propri tifosi, capirne caratteristiche e desideri staremo sempre a parlare dei 'soliti noti' arrivando alla conclusione che questi andrebbero arrestati della polizia. Dobbiamo smetterla di guardare ai soliti noti ma considerare tutti coloro i quali vogliono andare allo stadio.

Lei è convinto che la Serie A sia pronta a seguirvi sulla promozione di questi nuovi programmi di fidelizzazione?

Spesso l'Osservatorio fa appello alla sensibilità delle società sportive perchè, il suo ruolo di oggi, è quello di confezionare degli strumenti da poter mettere su un tavolo. Da questo tavolo ci deve essere qualcuno in grado di prenderli ed utilizzarli. Non sono moltissime le società che hanno risposto a questo input ma sul tema della comunicazione con i tifosi ci sono più margini. Non è facile, sarebbe una svolta culturale.

Il metodo di lavoro che ci siamo dati è basato sul confronto aperto, sulla capacità di condivisione per trovare sintesi, soluzioni che soddisfino le esigenze di tutti quanti. Mi piace cogliere segnali positivi dagli stadi, ricordo bene il clima di festa che c'è stato nelle ultime due manifestazioni allo Stadio Olimpico, la finale di Coppa Italia e di Supercoppa. Laddove c'è il positivo, l'aggregazione su questo sport diventa una cosa quasi automatica. La gente vuole andare allo stadio, bisogna creare le condizioni ottimali, anche dal punto di vista economico. Dobbiamo convincere le persone ad alzarsi dal divano, da davanti al maxischermo, per tornare a rivivere la passione all'interno dello stadio. E' difficile, il divano è molto più comodo. Ma allo Stadium uno entra ed ha il piacere di starci. Mi piacerebbe che squadre di livello come la Roma arrivassero a raggiungere quel tipo di modello.