Ancora parole, pochi fatti. Continua ad essere avvolta da una cortina di fumo la trattativa tra il presidente della Roma, James Pallotta, e lo sceicco arabo Adnan Adel Aref al Qaddumi el Shtewi, interessato ad entrare nel club giallorosso. Dopo i comunicati emessi nei giorni scorsi dalla compagine societaria che fa capo alla cordata americana, in cui è stata indicata la data del 14 marzo come limite temporale entro il quale lo sceicco deve versare la somma pattuita per diventare partner di Pallotta, oggi sulla ribalta è salito un nuovo personaggio. Dopo l'interm
«Non sono un suo dipendente, ma un suo consulente» ha spiegato subito Moncalvo, lasciando intendere di non essere il portavoce dello Sceicco. In effetti il giornalista non riveste alcun ruolo ufficiale nell'entourage di Al Qaddumi (tanto che la Roma ha deciso di non commentare o replicare), eppure ai microfoni di Radio Manà Manà Sport non ha avuto problemi a illustrare quello che a suo parare è al momento lo stato dell'arte dell'intera vicenda. «La trattativa va avanti da dicembre, da prima di Natale. Pallotta quando ha firmato l'accordo preliminare ha scartato tre o quattro partner che si erano fatti avanti. Ha scelto tra tutti proprio Al Qaddumi. I due si sono incontrati più volte e più volte guardati negli occhi» le parole di Moncalvo, secondo cui era stata già fissata una presentazione a Trigoria il 21 gennaio. «Fino a domenica tutto è filato tranquillo - ha poi aggiunto - Poi ecco l'intervista a Fiorentino (vicepresidente di UniCredit, istituto bancario socio di Pallotta nella Roma, ndr) che forse ha ottenuto i suoi scopi e che getta acqua gelata sulla trattativa. Ora sono pessimista. Le cose si sono messe in un modo che non c'è più la volontà del venditore a vendere».
«La sua intenzione era quella di arrivare al controllo della società - ha quindi dichiarato - Nell'accordo iniziale Al Qaddumi avrebbe ricoperto la carica di vicepresidente inserendo tre suoi uomini di fiducia nel cda della Roma». Alla finestra il sindaco Gianni Alemanno, che ha confessato di non avere «notizie dirette riguardanti cambi di proprietà, ma la Roma con gli americani è diventata una realtà internazionale, gli interessi sono aumentati, e non mi stupirei se ci fossero movimenti di questo genere». Il primo cittadino capitolino ha però ammesso poi che sull'intera vicenda e sulla figura dello sceicco «è difficile farsi un'idea perchè ci sono molti aspetti su cui si stanno facendo verifiche, accertamenti sulla correttezza di tutti i comportamenti». Il riferimento è all'inchiesta aperta dalla Procura di Roma dopo le oscillazioni a Piazza Affari del titolo giallorosso che, dopo l'impennata della scorsa settimana (+9,7%), nelle ultime 48 ore ha perso oltre l'8%.
(ansa)