SPORTECONOMY.IT - Nel giorno della presentazione del nuovo stadio della Roma larchitetto Gino Zavanella ha rilasciato alcune dichiarazioni:
In questultimo anno mi creda abbiamo cercato di sederci al tavolo della Roma, con la nuova dirigenza, per trovare una soluzione, ma è stato impossibile sedersi. Guardi mi dà anche fastidio parlare di soldi, per quelle cose ci pensa la mia amministrazione, prosegue. Non so neppure a quanto ammonti la nostra consulenza e così è lo stesso per quella della Reconsult, co-partner del progetto. So solo che abbiamo lavorato per 18 mesi ed eravamo pronti a realizzarlo. Non è dipeso certamente da noi il fallimento delliniziativa, ma come avviene in tutto il mondo chi lavora deve essere pagato. Ne faccio una questione di lealtà professionale, in 42 anni di carriera è la prima volta che una società committente (lA.s. Roma) non mi paga per le prestazioni effettuate. Ci dispiace tra laltro che al progetto hanno collaborato consulenti di mezza Europa, gli unici a non essere stati pagati siamo stati noi. E incredibile perchè eravamo i capi-progetto.
D: Quindi andrete a finire in tribunale?
R: Non sta a me decidere queste cose, io mi occupo di progettualità, certamente se non si arriva a una soluzione consensuale il finale è scritto.
D: Parliamo di aspetti più piacevoli. Avrà sentito che oggi pomeriggio, a Trigoria, viene presentato il progetto del nuovo stadio della Roma?
R: Sì ne ero a conoscenza, ma non ne conosco i dettagli.
D: Il presidente James Pallotta parla di consegna e apertura dello stadio entro il 2016. Che ne pensa, è fattibile?
R: Con laiuto della Madonna di Lourdes, può essere. Vede, per fare anche una variante nel nostro Paese ci vuole almeno un anno. Va esposta la documentazione, poi ci sono le controdeduzioni. Insomma la burocrazia non aiuta assolutamente chi deve progettare e realizzare impianti sportivi. Stante le attuali leggi e le commissioni di vigilanza. E i tempi per le concessioni edilizie sono un vero e proprio problema.
D: Eppure il presidente dellA.s. Roma non ha dubbi: sarà open entro la fine del 2016?
R: E difficile poter dare un giudizio specifico non conoscendo le carte, però è altrettanto vero che la burocrazia italiana è il peggior nemico che si possa incontrare sulla propria strada. Sulla carta sarebbe anche possibile, ma nella realtà non è così.
D: Si spieghi meglio, architetto.
R: Sulla carta ripeto tutto è possibile, perchè se va tutto come dovrebbe e se i soci americani saranno bravissimi nel loro lavoro, in un anno e con procedure record si potrebbero ottenere le autorizzazioni previste dalla legge, ci vuole poi un altro anno per le concessioni e ulteriori due anni per realizzarlo nel concreto. Quindi, sempre sulla carta, Pallotta potrebbe avere ragione.
D: E invece
?
R: La realtà è unaltra. La cosiddetta legge sugli stadi (il ddl Lolli-Butti, dal nome dei due firmatari, nda) non è stata realizzata. Avrebbe snellito e velocizzato tutti i progetti, sbrurocratizzando il sistema nel suo complesso. Così non è stato. E un punto di debolezza del nostro sistema e impatta su chi intende costruire nuovi stadi. E poi basti pensare allesperienza dello stadio della Juve.
D: Lì però lo stadio esiste.
R: Certo che esiste, ma tutti si dimenticano che si è dovuto aspettare nel complesso ben dieci anni ed era allepoca ancora vivo lavvocato Gianni Agnelli, il sindaco Chiamparino ha lavorato di concerto con il club, era imperante il dott. Giraudo e cera un manager (Jean-Claude Blanc) dedicato esclusivamente alla buona riuscita del progetto.
D: Insomma un vero e proprio miracolo.
R: Non lo so, ma tutto e andato come doveva andare e alla fine ci sono voluti comunque 10 anni.
D: Ma si può pensare lo stesso positivo, dopo oggi pomeriggio?
R: Me lo auguro, mi creda, io per primo.
D: Perchè?
R: Il mio studio sta lavorando da oltre 2 anni e mezzo a Palermo e non riusciamo a trovare la metodologia per arrivare a costruirlo come previsto. Magari se si sblocca veramente il progetto della Roma, chi è già partito prima come noi, potrebbe realmente beneficiarne. Purtroppo, però, dopo due anni siamo ancora ai blocchi di partenza. Questa è la realtà.