
La volontà di vincere ad ogni costo e l'abuso dei medicinali rovinano lo sport. Occorre quindi riconoscere e rispettare la dignità della persona che sta dietro a ogni atleta: questo l'appello che Benedetto XVI ha rivolto agli esperti di medicina dello sport incontrati a Castel Gandolfo
«Successo, fama, medaglie e guadagni a volte diventano la priorità o il solo obiettivo per chi lavora nello sport», ha detto il Papa, spiegando che «per vincere a tutti i costi» si calpesta il vero spirito della competizione. E ha denunciato che si arriva «all'abuso e al cattivo uso dei mezzi che la medicina moderna mette a disposizione». Benedetto XVI sottolinea che gli esperti di medicina dello sport meglio di altri sanno che «ogni sportivo è qualcosa di più di un mero competitore».
Dietro ogni atleta c'è una persona che - ha sottolineato il Pontefice - «è chiamata al perfezionamento morale e spirituale prima ancora che alla prestazione fisica».
Dunque, l'appello agli esperti di medicina sportiva a non essere solo «agenti» in funzione della salute fisica e dell'eccellenza atletica ma anche del rinnovamento morale, spirituale e culturale. Benedetto XVI ha anche ricordato che per la prima volta il Congresso di medicina dello sport si svolge nella capitale italiana e che vede rappresentati 117 Paesi di cinque continenti, per poi sottolineare la capacità positiva dello sport di «unire persone e popoli», emersa chiaramente in occasione delle recenti Olimpiadi e Para Olimpiadi a Londra. E il Papa ha sottolineato «la comune ricerca dei popoli di una competizione al massimo livello che sia in nome della pace».
(ansa)